Esattamente tre anni fa, il 7 febbraio 2020 l’universitario Patrick Zaki, studente a Bologna, veniva arrestato nel suo Paese, l’Egitto, al momento dell’arrivo a Il Cairo e incarcerato. Vi è rimasto fino all’8 dicembre 2021 accusato di minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento alle proteste illegali, sovversione, diffusione di false notizie, propaganda per il terrorismo. Attualmente è sotto processo. Un processo che si dipana di rinvio in rinvio e che vedrà la prossima udienza il prossimo 28 febbraio. Per Amnesty International non ci sono mai stati dubbi sul fatto che fosse un prigioniero di coscienza per il cui caso mobilitarsi. Nemmeno per noi di Ravenna in Comune. E lo abbiamo fatto in molte occasioni, in manifestazioni, sui social, sul territorio.
Abbiamo chiesto al Sindaco di promuoverne la cittadinanza onoraria come già avvenuto in oltre 70 città italiane, grandi e piccole, da Milano a Roma, da Bologna a Firenze, ma anche a Rimini, Faenza, Imola e Massa Lombarda per rimanere in Romagna. Non abbiamo mai ricevuto riscontro. Nemmeno uno straccio di spiegazione. Sappiamo perché. A Ravenna gli interessi di ENI dettano legge anche in campo di diritti umani. ENI fa affari con l’Egitto del dittatore Abd al-Fattāḥ Saʿīd Ḥusayn Khalīl al-Sīsī e non bisogna disturbare il manovratore.
Il Sindaco ha incontrato più volte all’OMC il ministro del petrolio egiziano. Gli avevamo chiesto di non continuare a far finta di niente, come se non ci fosse un caso Zaki, come se Regeni non attendesse ancora giustizia. Niente da fare. In occasione dell’ultima edizione, nel 2021, mentre Zaki ancora era in carcere, de Pascale è tornato ad incontrare il potentissimo (per gli affari di ENI) Tarek El-Molla. Altri gli avevano chiesto di non andare all’OMC o se proprio non fosse stato possibile (ma perché poi?) di assumere almeno una posizione di ferma condanna nel discorso inaugurale. De Pascale non ha nemmeno nominato l’Egitto e sullo studente si è limitato a dire: «Come Campus dell’Università di Bologna speriamo che Patrick Zaki torni presto ai suoi studi». Come se invece di un oltraggio ai diritti umani si trattasse invece di un problema burocratico della segreteria scolastica…
Per noi, per Ravenna, è stato il giorno della vergogna, uno dei momenti più bassi nella storia della Città. Non conosciamo ancora l’elenco dei partecipanti alla prossima edizione dell’OMC che si svolgerà al Pala De André tra il 23 e il 25 maggio 2023. Non dubitiamo che il Ministro El-Molla sia stato invitato ancora una volta. Non dubitiamo nemmeno che, se così fosse, il Sindaco tornerebbe ad incontrarlo in funzione dei “superiori” interessi del cane a sei zampe. Come Ravenna in Comune torniamo a chiedere che venga immediatamente assegnata a Patrick Zaki la cittadinanza onoraria ravennate. Non è troppo tardi per compiere un piccolo atto per ridurre almeno di un po’ la vergogna che ha macchiato Ravenna all’OMC 2021. Lo stesso atto già compiuto in tanti altri comuni italiani in favore di quei diritti umani che stanno così bene sulla bocca dei sindaci solo quando non vanno al di là delle parole di circostanza.
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Tre anni dall’inizio della persecuzione giudiziaria di Patrick Zaki. Martedì manifestazioni a Roma e in altre città
Fonte: Amnesty International del 6 febbraio 2023