Continua l’offensiva della potentissima lobby trasversale del gas. O “gaz” come si diceva quando i gazometri erano parte integrante del panorama delle città. (A Ravenna il gazometro, gestito dalla Società del Gaz di Lodi, si trovava in via Venezia). L’offensiva è sostenuta con ogni mezzo. Compreso quello della informazione “orientata”. Non stupisce perciò leggere il titolo di una recente intervista a de Pascale, uno dei più feroci tra i pasdaran del gaz: «Sindaco di Ravenna: Le estrazioni in Adriatico non c’entrano con subsidenza e allagamenti».
E invece c’entrano. Eccome se c’entrano. Ravenna in Comune lo ha ribadito subito dopo i disastri delle mareggiate di qualche giorno fa. Siamo tornati a indicare le «principali cause che portano a subsidenza e innalzamento dei mari: le estrazioni nell’entroterra e vicino alla costa e l’emissione dei gas serra. Per il nostro territorio è facile identificare cosa sta dietro entrambe le cause: il gas metano non è il solo ma certo è il principale indiziato. Dopo essere stato legato per tanto tempo all’economia di Ravenna e ad un tipo di processo industriale incentrato sul fossile, da tempo sappiamo di dovercelo lasciare alle spalle. Evitare di toglierlo dal sottosuolo terrestre e marino per tamponare la subsidenza. Evitare di bruciarlo e comunque disperderlo nell’atmosfera per rallentare il riscaldamento che provoca l’innalzamento del mare. Per rivolgerci invece alle energie rinnovabili. Ma ragioni squisitamente di profitto ce lo impediscono. Il costo da pagare non è altro che la sopravvivenza stessa del nostro mondo come lo conosciamo. E, prima ancora, della fascia costiera ravennate. Le mareggiate sempre più frequenti stanno lì a ricordarcelo. E non sarà una duna più alta o un ripascimento più frequente a tirarcene fuori».
Non siamo certo solo noi a dirlo. Anche se de Pascale nella sua intervista se ne dimentica, c’è tutta la comunità scientifica a sostenere che il gas disperso in atmosfera è il più potente dei climalteranti. E che, una volta bruciato, è la fonte in maggior crescita di quell’altro climalterante chiamato CO2. Tutto questo provoca quel riscaldamento globale che, oltre agli altri sconquassi, innalza il livello dei mari. Secondo l’ENEA se il riscaldamento climatico continua a questi ritmi entro la fine del secolo il mare davanti alle nostre coste sarà più alto di un valore compreso tra un metro e un metro e mezzo. Cui deve sommarsi l’ulteriore metro in più che già oggi provoca il cosiddetto storm surge, ossia la coesistenza di bassa pressione, onde e vento. E poi, naturalmente, abbiamo la subsidenza. Esprimendosi sul PITESAI, la Regione ha scritto al ministero che «Nella definizione dei criteri ambientali riveste una grande importanza per il territorio della Regione Emilia-Romagna il tema della subsidenza e dell’abbassamento del suolo considerato che sono presenti ampie porzioni del territorio regionale (provincia di Ferrara e di Ravenna) con quote prossime se non al di sotto del livello del mare. È pertanto opportuno considerare e valutare con attenzione le aree dove il tasso di subsidenza è superiore al valore naturale [..]. Si rileva inoltre che nei procedimenti di valutazione ambientali relativi a nuove concessioni di coltivazione idrocarburi sul territorio regionale il tema della subsidenza è sempre stato un elemento molto rilevante per le sue ripercussioni potenziali anche sul regolare deflusso delle acque in aree con gradienti topografici molto ridotti. […] Si consideri ad esempio che la concessione Angela-Angelina, entro le 12 MN, determina tuttora tassi di subsidenza superiori a 15 mm/anno nel tratto di costa interessato». Questo perché, è sempre la Regione a dirlo, «anche tassi di subsidenza non elevati e di poco superiori a quelli naturali (circa 2-3 mm/a), possono costituire un problema in considerazione dell’innalzamento del livello del mare».
Del resto va riconosciuto che de Pascale non è isolato. Vuole l’hub del gas come lo vuole la destra al governo del Paese. Né è lasciato solo all’interno del suo partito. La scelta dei rigassificatori, ad esempio, è condivisa da entrambi i principali contendenti alla guida del PD, sia Schlein che Bonaccini. Quanto a quest’ultimo, se ne è uscito addirittura confondendo il patriottismo con l’asservimento agli interessi della lobby dei rigassificatori («Siamo più patrioti noi, siamo più patrioti noi») anteposto a quello dei territori.
Ravenna in Comune invita la cittadinanza a tenerlo bene a mente la prossima volta che una mareggiata invaderà le coste e i paesi del litorale. Ma anche quando sarà la volta di una bomba d’acqua, di una grandinata eccezionale o della prossima stagione di siccità che già alcuni preannunciano come inevitabile. O si continua ad ascoltare de Pascale (o Schlein o Bonaccini o Meloni o Salvini, che poi è lo stesso) o si prova a salvare il salvabile con una effettiva transizione immediata alle rinnovabili. Se si continuano a prendere per oro colato le false parole di ‘sti patrioti de gaz presto sarà troppo tardi.
[Nell’immagine da Ravenna24Ore: Lido di Dante, diversi metri di dune mangiate dalla mareggiata. Le piattaforme Angela e Angelina sullo sfondo]
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