Per il Clima – Fuori dal Fossile
Così, il regalino che ci hanno portato i Re Magi con le notizie del giorno sei gennaio di questo anno appena iniziato, ce lo illustra uno dei “mostri sacri” delle energie fossili, l’ingegner Davide Tabarelli, Presidente di Nomisma Energia, il quale a passo di carica disegna per Ravenna un futuro in cui noi temiamo che bisognerà girare con le bombole d’ossigeno, tanto l’aria sarà satura di gas venefici. Infatti, come se non bastassero le strutture gasiere attuali, alle quali andrà ad aggiungersi – a questo punto, a meno di un miracolo – il rigassificatore di Punta Marina, l’ ingegnere auspica l’arrivo nella nostra costa, non solo della prevista SW Sigapore, ma anche della GolarThundra destinata a Piombino, che dal porto toscano dovrà nel 2025 essere spostata (come richiesto perfino dal paladino della rigassificazione Giani, Presidente regionale della Toscana). Di più, Tabarelli dichiara la sua speranza che a Ravenna i rigassificatori possano diventare addirittura tre o quattro. E naturalmente riafferma la necessità di procedere all’aumento delle trivellazioni, critica il Presidente del Veneto Zaia per i suoi dubbi sull’apertura di nuovi pozzi, e così via.
Uno scenario comparabile a quelli che si sono costruiti per il petrolio nel Delta del Niger, nel Texas o per il gas nelle steppe siberiane, un vero stravolgimento dell’assetto complessivo del nostro territorio , già pesantemente condizionato in tutti i sensi dal dominio del sistema estrattivista.
Ravenna, la Regione Emilia Romagna e l’Italia intera si apprestano a diventare un nodo strategico, non già di un rinnovamento energetico ed ambientale che possa guardare a un futuro migliore, ma della definitiva “fossilizzazione” di un modello di energia, di società e di vita i cui frutti andranno solo nei profitti dei colossi del fossile. A tutti gli effetti, quindi, Ravenna in questo momento è al centro di una questione nazionale e anche sovranazionale, e l’ intera regione è emblematica di scelte ambientali, non solo energetiche (si pensi al livello drammatico del quotidiano consumo di suolo, alla mattanza di alberi soprattutto nel bolognese, alla previsione di megaprogetti autostradali che incentiveranno solo il trasporto su gomma, e tante altre cose) il cui superamento doveva essere iniziato ormai da diversi decenni.
Ma anche la nostra lotta esiste da decenni, e dato che non ci arrendiamo facilmente, anche la nostra lotta è intenzionata a farsi sempre più estesa e sempre più dilagante in cento territori in rete fra loro, con buona pace di chi accusa il movimento di esser affetto da “sindrome nimby” (coloro che non vogliono le opere devastanti sotto casa ma non si curano delle devastazioni in casa altrui). E sta diventando una vera vertenza nazionale (e anche sovra-nazionale) che nei prossimi mesi avrà in Ravenna uno dei suoi punti più importanti.
Lettere del coordinamento “Per il Clima – Fuori dal Fossile”: «Re Magi donano rigassificatori, trivelle e gasdotti»