Da oggi a Ravenna e in tutta la Romagna sono attive le misure emergenziali per fronteggiare gli sforamenti delle polveri sottili rispetto ai limiti di legge. Nel resto della Regione erano già attive da martedì. Se non ci saranno variazioni, che le previsioni meteo al momento non contemplano, il prossimo controllo, nella giornata di domani, presumibilmente le prolungherà sino a Santo Stefano. Del resto martedì la media giornaliera indicava lo sforamento ben oltre i limiti (50 µg/m3 di PM10) sia in via Zalamella (con 62 µg/m3), che al porto San Vitale (con 62 µg/m3). Il problema, come già notato in altre occasioni, è che non fa più notizia, non ci si bada più: l’eccezione è diventata regola per cui nessuno si stupisce più quando gli dicono che sta respirando qualcosa di cancerogeno.
Perché invece sarebbe bene ricordare che le polveri sottili sono causa di tumori alle vie respiratorie. Per ogni incremento di 10 µg/m3 di PM10 il rischio di cancro del polmone aumenta del 22%, indipendentemente dal superamento dei fatidici 50 µg/m3 di PM10 per giorno stabiliti per legge: il cancro se ne frega dei limiti massimi di legge. Così come se ne fregherà delle nuove regole UE, quando entreranno in vigore, anche se saranno un po’ più rigide: 45 µg/m3 di PM10. Se in Romagna la principale causa di morte per tumore è quella legata alle neoplasie polmonari dipende proprio dallo smog, dalle polveri sottili. Tra il 2011 e il 2015 la classifica romagnola degli organi più aggrediti con conseguenze mortali ha infatti visto in testa i polmoni che hanno registrato un quinto di tutti i casi tumorali (20,5%).
Le polveri sottili, per chi fa finta di non saperlo, sono strettamente vincolate alle energie fossili: per questo le misure emergenziali adottate quando ARPAE suona l’allarme incidono sulla mobilità e sul riscaldamento. Fino a che non rinunceremo ad ottenere energia bruciando combustibili fossili continueremo a dover fare i conti anche con i problemi alla salute. Oltre ai problemi causati dal cambiamento climatico, naturalmente.
La proposta di Ravenna in Comune approccia il problema di migliorare la qualità dell’aria da diversi punti. Dalla mobilità, innanzi tutto. E poi dal verde pubblico. E da politiche per l’efficientamento energetico degli edifici privati e pubblici. E, ancora, attraverso l’abbattimento delle pratiche di combustione dei rifiuti. Ovviamente è centrale il passaggio alle energie rinnovabili abbandonando quelle fossili. Senza un approccio radicalmente diverso alla questione ambientale, letteralmente, non c’è futuro.
Questi sono i motivi per cui la notizia che oggi è scattato l’allarme per l’aria cattiva dovrebbe essere la prima e più importante faccenda di cui parlare. Il Sindaco, per primo, dovrebbe dare il buon esempio. A partire da quel cambio di passo da lui invocato nel 2019 quando andava di moda parlare di dichiarare l’emergenza climatica. Ci dica dunque il Sindaco quali miglioramenti ha introdotto la sua Amministrazione sotto il profilo ambientale dal 16 luglio 2019, in seguito al voto favorevole da lui chiesto e ottenuto in Consiglio Comunale e ai relativi impegni assunti di fronte alla cittadinanza.
[nell’immagine: mappa ARPAE qualità dell’aria (emissione 21 dicembre ore 10)]
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Qualità dell’aria: a Ravenna giovedì 22 e venerdì 23 dicembre limitazioni alla viabilità previste dal Piano aria integrato regionale