SILENZIOSE FUGHE (IN AVANTI) DI GAS

È stato scritto nero su bianco che si pensa a Ravenna per un secondo rigassificatore. È uscito sui giornali, è passato nei servizi televisivi, gira la notizia in rete e sui social. Ravenna in Comune si è espressa nettamente in maniera contraria, in coerenza con quanto fatto per il rigassificatore già autorizzato d’imperio, spiegando e rispiegando i motivi sostanziali che dovrebbero spingere un’Amministrazione seria ad una riflessione complessiva sul tema. Soprattutto a dire qualcosa. Già, perché a differenza che a Piombino, qui a Ravenna, luogo di arrivo già autorizzato per la Singapore e preannunciato per la Golar Tundra, tutto tace. I giornali locali si riempiono di interviste a notabili del PD sul congresso di quel partito ma nessuno di loro trova il tempo di dire qualcosa sul raddoppio del rigassificatore. Il Sindaco si esprime addirittura in favore del Governo Meloni per la spinta sul gas dicendo: «la manovra finanziaria è profondamente sbagliata. Ciò non mi impedisce, su alcuni provvedimenti specifici, penso ai temi dell’energia, di dare anche giudizi positivi sull’operato dell’esecutivo». Ma del rischio rappresentato dall’arrivo di un secondo rigassificatore non parla proprio.

Come Ravenna in Comune ringraziamo dunque il Coordinamento Ravennate della Campagna Per il Clima – Fuori dal Fossile per la chiara posizione assunta:

«A Ravenna potrebbero esserci ben due di queste mastodontiche strutture, per altro senza con questo escludere tutte le altre sedi (Sicilia, Calabria, Sardegna, Puglie, Marche) dove si stanno prevedendo realizzazioni analoghe. Con tutto ciò che questo comporta e comporterà in termini di emissioni climalteranti, di speranza di contrastare seriamente la catastrofe climatica, di fallimento degli stessi (pur timidi e contraddittori) obiettivi concordati a livello europeo e internazionale, e di rischio per la vita e la salute delle popolazioni che si troveranno a convivere permanentemente con questi mostri. I quali, è bene ricordarlo, non rappresentano le sole realizzazioni che i colossi del fossile e i loro alleati politici stanno promuovendo, ma si aggiungono al potenziamento – già programmato – dell’intensità e dell’estensione di trivellazioni per estrarre idrocarburi, nonché alla costruzione di nuovi gasdotti. Insomma, un disegno che vuole fare dell’Italia (e della nostra zona in particolare) un vero centro di arrivo e smistamento di tutto il gas possibile, con conseguenze probabilmente pesantissime per i nostri territori e per la vita di chi dovrà crescere e vivere in queste terre. Un vero e proprio assalto senza precedenti, da parte del sistema dell’oil&gas, alla nostra terra e alla nostra società, con reali benefici solo per i profitti di chi tale sistema ha in mano.

È per altro molto chiaro che nei tempi e con gli stanziamenti previsti per la realizzazioni delle “cattedrali del gas” moltissime cose si potrebbero fare (e potevano già essere state fatte) nei settori delle energie rinnovabili, della produzione diffusa e decentrata, del risparmio e dell’efficientamento, della revisione del massimamente energivoro campo dei trasporti, ed altro ancora. Ma la potenza dei colossi del fossile detta evidentemente legge e la gran parte delle istituzioni e del mondo politico non riesce a far altro che adeguarsi e cercare di trarne qualche tornaconto.

Se al tema della dipendenza dai fossili si aggiungono altre drammatiche emergenze ambientali in atto, come lo spaventoso ritmo del consumo di suolo, la crisi idrica, l’ eterna questione dei rifiuti, i processi di deforestazione, i danni correlati all’allevamento intensivo, ed altre ancora, vediamo bene come nubi assai fosche si addensino sul futuro nostro e soprattutto delle nostre figlie, figli e nipoti, la cui tutela non può certo contare su (ben) pochi personaggi politici sensibili e motivati, ma deve essere presa in mano da tutte e tutti.

Per questo, la “Rete Emergenza Climatica e Ambientale” dell’Emilia Romagna e il Coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile” proseguiranno nella mobilitazione subito, e per i prossimi mesi ed anni, e chiamano ad unirsi ad essa cittadine e cittadini, associazioni e movimenti della società civile, perché cresca la consapevolezza della necessità di cambiare direzione di marcia». [pubblichiamo sul nostro sito l’intervento integrale dal titolo “Due rigassificatori a Ravenna? Non staremo a guardare”].

Ravenna in Comune c’era alle manifestazioni organizzate per contrastare il progetto di rigassificazione ravennate come c’era alle manifestazioni contro la discarica di CO2. Ravenna in Comune non ha mai fatto mancare il suo appoggio alle iniziative in favore della conversione alle energie rinnovabili e per il contrasto del cambiamento climatico. Così ci siamo anche ora e rispondiamo positivamente alla chiamata per cambiare la direzione di marcia. Invitiamo anzi a nostra volta associazioni e cittadine e cittadini a non cessare la mobilitazione perché proprio a questo mira il silenzio di oggi dei Bonaccini, dei de Pascale e di tutti i sostenitori della lobby del fossile: a farci trovare in casa un secondo rigassificatore come dato di fatto.

La lotta continua. E per cominciare sabato 17 dicembre, a Bologna, al Centro Sociale Costa, in via Azzo Gardino, dalle ore 9 del mattino in avanti, si svolgerà una prima giornata di confronto, di approfondimento e di protesta, alla quale invitiamo a partecipare.

#RavennainComune #Ravenna #gas #rinnovabili #rigassificatore

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Due rigassificatori a Ravenna? Non staremo a guardare

Le preoccupazioni e le previsioni che l’insieme del movimento ambientalista esprime da anni si stanno rivelando – ancora una volta – quanto mai fondate. La città di Ravenna, più di altre, farà le spese di quanto sta succedendo e che noi da sempre denunciamo. Con buona pace di chi ha sbandierato, certo non sempre in buona fede, che le attuali scelte di potenziamento massiccio del sistema estrattivista sarebbero da inquadrare in un disegno provvisorio, e che nel giro di qualche anno dovrebbe iniziare la fuoriuscita dalle fonti fossili (tanto da voler presentare la fase attuale addirittura come un atto del processo di transizione ecologica), la notizia di questi giorni è che il rigassificatore galleggiante destinato ad approdare al porto di Piombino, e che la popolazione giustamente sta contrastando, sarà probabilmente destinato ad essere collocato nella costa adriatica ravennate, una volta scaduti i tre anni pattuiti fra Snam e la Regione Toscana. Perché perfino il Presidente toscano Giani, pur convinto alfiere del rigassificatore, si è fermamente pronunciato contro una permanenza dell’impianto nel porto di Piombino superiore ai tre anni.

Ma secondo noi, e secondo la stragrande maggioranza dei ricercatori e degli scienziati che si occupano di ambiente, clima e fonti energetiche, è sempre stato assurdo pensare che si possano investire fior di miliardi per costruire strutture gigantesche con la prospettiva di avviarle a chiusura dopo pochi anni, ed era ovvio fin dall’inizio che assieme alle autorizzazioni sarebbero scattati meccanismi, addirittura preventivi, di proroghe ed ogni escamotage per allungare sine die i tempi di presenza dei rigassificatori. D’altra parte Snam, in maniera molto più chiara di quanto abbiano fatto i nostri enti locali, ha preteso da subito venticinque anni di concessioni come condizione per procedere agli interventi.

Vuol dire che fra poco più di tre anni a Ravenna potrebbero esserci ben due di queste mastodontiche strutture, per altro senza con questo escludere tutte le altre sedi (Sicilia, Calabria, Sardegna, Puglie, Marche) dove si stanno prevedendo realizzazioni analoghe. Con tutto ciò che questo comporta e comporterà in termini di emissioni climalteranti, di speranza di contrastare seriamente la catastrofe climatica, di fallimento degli stessi (pur timidi e contraddittori) obiettivi concordati a livello europeo e internazionale, e di rischio per la vita e la salute delle popolazioni che si troveranno a convivere permanentemente con questi mostri. I quali, è bene ricordarlo, non rappresentano le sole realizzazioni che i colossi del fossile e i loro alleati politici stanno promuovendo, ma si aggiungono al potenziamento – già programmato – dell’intensità e dell’estensione di trivellazioni per estrarre idrocarburi, nonché alla costruzione di nuovi gasdotti. Insomma, un disegno che vuole fare dell’Italia (e della nostra zona in particolare) un vero centro di arrivo e smistamento di tutto il gas possibile, con conseguenze probabilmente pesantissime per i nostri territori e per la vita di chi dovrà crescere e vivere in queste terre.

Un vero e proprio assalto senza precedenti, da parte del sistema dell’oil&gas, alla nostra terra e alla nostra società, con reali benefici solo per i profitti di chi tale sistema ha in mano.

È per altro molto chiaro che nei tempi e con gli stanziamenti previsti per la realizzazioni delle “cattedrali del gas” moltissime cose si potrebbero fare (e potevano già essere state fatte) nei settori delle energie rinnovabili, della produzione diffusa e decentrata, del risparmio e dell’efficientamento, della revisione del massimamente energivoro campo dei trasporti, ed altro ancora.

Ma la potenza dei colossi del fossile detta evidentemente legge e la gran parte delle istituzioni e del mondo politico non riesce a far altro che adeguarsi e cercare di trarne qualche tornaconto.

Se al tema della dipendenza dai fossili si aggiungono altre drammatiche emergenze ambientali in atto, come lo spaventoso ritmo del consumo di suolo, la crisi idrica, l’ eterna questione dei rifiuti, i processi di deforestazione, i danni correlati all’allevamento intensivo, ed altre ancora, vediamo bene come nubi assai fosche si addensino sul futuro nostro e soprattutto delle nostre figlie, figli e nipoti, la cui tutela non può certo contare su (ben) pochi personaggi politici sensibili e motivati, ma deve essere presa in mano da tutte e tutti.

Per questo, la “Rete Emergenza Climatica e Ambientale” dell’Emilia Romagna e il Coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile” proseguiranno nella mobilitazione subito, e per i prossimi mesi ed anni, e chiamano ad unirsi ad essa cittadine e cittadini, associazioni e movimenti della società civile, perché cresca la consapevolezza della necessità di cambiare direzione di marcia.

Come prima scadenza, diamo appuntamento a tutte e tutti per

sabato 17 dicembre, a Bologna

al Centro Sociale Costa, in via Azzo Gardino, dalle ore 9 del mattino in avanti, per una giornata di confronto, di approfondimento e di protesta, che auspichiamo veda la convergenza di diverse realtà impegnate in tante vertenze per una vita più degna.

Facciamo sentire la nostra voce, il nostro disappunto e le nostre proposte, e prepariamoci ad una grande vertenza, che sarà lunga e difficile, ma indispensabile se vogliamo costruire un futuro diverso.

Coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile”

“Rete Emergenza Climatica e Ambientale” dell’ Emilia Romagna

Fonte: Blog del Coordinamento Ravenna Per il Clima Fuori dal Fossile del 13 dicembre 2022

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