Oggi è un giorno importante per l’ottenimento del sigillo sul nono sito Unesco del territorio. Inizia oggi, infatti, la visita di Gordana Beltram, commissaria Unesco, incaricata di redigere il report sulla candidatura del carsismo evaporitico presentata dalla nostra Regione. Sono in tutto sette i luoghi interessati dalla proposta di candidatura del “Carsismo nelle Evaporiti e grotte dell’Appennino settentrionale” alla World Heritage List e uno di questi, per noi il più importante, è la Vena dei Gessi romagnola. Dalla valle del Sillaro sino a Brisighella, nella valle del Lamone, le colline romagnole sono solcate da una spettacolare dorsale grigio argentea ben riconoscibile a prima vista, che interrompe bruscamente i profili collinari. L’affioramento, che è il più lungo e imponente rilievo gessoso in Italia, si sviluppa per 25 km e ha una larghezza media di un chilometro e mezzo. Interessa il nostro territorio provinciale e in parte il bolognese confinante.
Dopo gli incontri istituzionali di oggi e alcuni successivi sopralluoghi emiliani, la visita alla Vena del Gesso si svolgerà tra giovedì e venerdì. Centrale sarà la visita alla grotta più famosa della Vena, quella di Re Tiberio. E qui nascono i problemi in quanto la grotta si trova all’interno di Monte Tondo dove opera la Saint-Gobain che ha una cava di estrazione del minerale gessoso ed è pertanto una fonte di reddito per molti abitanti. La grotta, lunga complessivamente oltre quattro chilometri, presenta testimonianze archeologiche che attestano una frequentazione dell’uomo protratta per diversi millenni. Come si legge sul sito del comune di Riolo infatti «i lavori di estrazione del minerale hanno notevolmente alterato questa risorgente». In pratica la cava di Monte Tondo della Saint Gobain sta distruggendo un patrimonio unico e mettendo a rischio la possibilità per il ravennate di ottenere il sigillo sul nono sito Unesco. Nella gigantesca lacerazione di monte Tondo le progressioni dei fronti di scavo e delle gallerie di cava hanno devastato il paesaggio, le grotte e i delicati ambienti gessosi. E poiché la cava è anche fonte di reddito la multinazionale si fa scudo di sindacati, lavoratori e di qualche sindaco per portare aventi il solito ricatto. Invece di accontentarsi di sfruttare quanto previsto dall’attuale concessione, attualmente in regime di proroga, ne pretende l’ampliamento nei tempi e nei luoghi. Si tratta della usuale vicenda per cui i valori ambientali devono fare i conti con gli interessi economici. Questa volta, però, gli interessi economici dello sfruttamento della cava sono contrapposti anche ad altri interessi economici, quelli dello “sfruttamento” turistico del logo Unesco che si otterrebbe con l’inserimento nella World Heritage List. Al Mausoleo di Galla Placidia, al Battistero Neoniano, alla Basilica di Sant’Apollinare Nuovo, al Battistero degli Ariani, alla Cappella Arcivescovile di Sant’Andrea, al Mausoleo di Teodorico, alla Chiesa di San Vitale e alla Basilica di Sant’Apollinare in Classe andrebbero ad aggiungersi i percorsi e le grotte che si snodano nella Vena dei Gessi tra cui la celebrata Grotta di Re Tiberio.
Ravenna in Comune si è già occupata altre volte di questa vicenda in cui il padrone per il proprio lucro si prova a creare una frattura, un conflitto tra cittadini in quanto lavoratori in un territorio e cittadini in quanto abitanti in quello stesso territorio. De Pascale non è esente da responsabilità in questo caso. La Provincia da lui presieduta è infatti in ritardo rispetto all’approvazione del PIAE (Piano Infraregionale delle Attività Estrattive) relativo al Polo Unico Regionale del Gesso “Monte Tondo”. A causa di questo ritardo è stata prorogata fino al 19 ottobre 2023 l’attività di estrazione di gesso nella cava di Monte Tondo.
Come Ravenna in Comune ribadiamo quanto già detto e cioè che «la tutela dell’ambiente e quella del lavoro devono andare assieme, a Ravenna come a Monte Tondo». Scrivevamo sul nostro programma già nel 2015 che: «La nostra idea di sviluppo si fonda sulla convinzione che sia non solo possibile ma conveniente preservare l’ambiente e porlo al centro dei progetti di crescita». Ravenna in Comune torna dunque ad esprimere piena solidarietà con la lotta per salvaguardare la Vena del Gesso nella consapevolezza che l’ottenimento del nono sito Unesco rappresenterebbe un traguardo importantissimo sulla strada per coniugare turismo, tutela ambientale e fonti di reddito. Da de Pascale pretendiamo la sollecita conclusione del processo che porterà all’approvazione del Piano non accogliendo le richieste della multinazionale. Al contempo chiediamo si compiano sin d’ora i necessari passi per rendere possibile, al momento della chiusura della cava, una transizione ad un lavoro sostenibile sia economicamente che ambientalmente per il territorio.
[nella foto: Monte Tondo. La cava si sta “mangiando” tutto il monte dentro cui si trova la grotta di Re Tiberio. La sua stessa sopravvivenza è messa a rischio dalle attività estrattive]
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Arriva la commissaria Unesco. Domani inizierà la sua visita in Emilia-Romagna. Da mercoledì a venerdì sarà alla Vena del gesso