Il 10 novembre scorso il Prefetto di Ravenna ha informato di aver formalmente «insediato l’Osservatorio sulla Sicurezza nei luoghi di lavoro, per un primo punto di situazione degli infortuni nella Provincia di Ravenna con tutti i componenti (I.T.L., AUSL Romagna, I.N.P.S. e I.N.A.I.L.)». Era il 19 giugno 2019 quando il Consiglio Comunale di Ravenna aveva approvato senza voti contrari la proposta di Ravenna in Comune di istituire un Osservatorio per la legalità e la sicurezza del lavoro. Sono passati 3 anni e mezzo da allora. Con una infinità di false partenze in mezzo ai silenzi del Sindaco tutte le volte che gli chiedevamo conto del mancato rispetto delle decisioni consiliari.
Quello che è stato realizzato è qualcosa di molto diverso da quanto avevamo previsto già nel programma elettorale nel 2016. Lo chiariva qualche tempo fa Massimo Manzoli, il nostro capogruppo che presentò la nostra proposta al Consiglio (ancora nel 2018 poi votata, appunto, a metà 2019): «L’osservatorio che avevamo proposto non esiste. La nostra idea prevedeva un osservatorio di natura comunale, ciò significa metter risorse e tempo per coordinarlo per mappare e tenere monitorate le situazioni critiche del nostro territorio. Nulla di ciò che immaginava la nostra proposta è stato fatto. Qualcuno dirà che si fanno i protocolli di legalità. Quelli si fanno da dieci anni, ma io ho un approccio scientifico: nonostante i protocolli nel giro di 5-6 anni sono morte due persone nel porto allo stesso modo, quindi il protocollo è uno strumento di facciata non efficace, lo dicono i dati non Manzoli. E cito Calamandrei, quando parlava della Costituzione: i protocolli e gli osservatori sono pezzi di carta, li lascio cadere e non si muovono. Perché si muovano bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere le promesse, e la propria responsabilità».
Ora ci viene detto che «In attuazione del Patto Territoriale, sottoscritto lo scorso 29 luglio 2022, il Prefetto ha chiesto agli organi di vigilanza di incentivare i controlli incrementando, anche in forma congiunta e coordinata, le verifiche nei settori più sensibili». Per quanto questo impegno costituisca solo una parte dei compiti che avevamo previsto per l’Osservatorio e che il Consiglio aveva vincolato il Sindaco ad attuare, si tratta di un elemento fondamentale se troverà attuazione. L’effettuazione di controlli mirati, non preannunciati e diffusi sul territorio è essenziale perché le norme a protezione dei lavoratori vengano applicate. Le norme ci sono ma sono trascurate perché il profitto viene prima. Senza la verifica che norme, protocolli e patti siano applicati nella realtà e senza l’irrogazione di sanzioni nel caso di violazioni, tutto resta un pezzo di carta senza valore. Belle parole da citare il 13 marzo in occasione dell’annuale commemorazione della strage della Mecnavi. Che però non portano a nulla di nuovo sul fronte della legalità e della sicurezza.
Ravenna in Comune continuerà a monitorare il funzionamento del nuovamente annunciato riavvio dell’Osservatorio. Senza sconti. Perché ciò che per il Sindaco è stato un “brillante” scarico del barile sul Prefetto, alla comunità interessa che sia invece un primo passo lungo la strada per ottenere il rispetto dei diritti dei lavoratori e la sicurezza di un rientro a casa a fine turno.
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Insediato in prefettura l’Osservatorio sulla Sicurezza nei luoghi di lavoro