La premessa doverosa è che il Sindaco è sempre in campagna elettorale. È il suo modo, assolutamente non condivisibile, in cui interpreta il ruolo: far parlare di sé ogni tre per due. Sottinteso: parlar bene, poiché domande o critiche le ignora bellamente (e, fin qui, impunemente). Poiché ogni tanto capita anche a lui di uscire dai riflettori, ci si rimette sparando appositamente qualche annuncio. Tutta roba che faccia titolo, ovviamente: le manutenzioni, per quanto indispensabili e richiestissime dai cittadini, non bucano l’audience. Per cui non si annunciano. E sarebbe il meno, visto che per lo più non si fanno proprio. Quello che cerca sono progetti vaghi ma evocativi e, comunque, destinati a scomparire nel nulla dopo aver svolto il compito: che è poi quello di generare una nuova occasione per rimetterlo in primo piano. Così, per citare a caso qualche esempio, qualcuno ha più sentito parlare del “beach stadium”? O del “bypass sul Candiano”? O di quello che, non avendo trovato niente di meglio, si era accontentato di chiamare «l’intervento speciale su via Diaz come prima porta di accesso e accoglienza al centro storico»?
Se questo è l’andazzo ordinario, figurarsi quando la campagna elettorale quotidiana coincide con quella ufficiale. Tra i tanti annunci sprecati, ce ne siamo ricordato uno sparato ad un paio di settimane dalle comunali dello scorso anno. Riguardava Casa Ghigi, in pieno centro cittadino, con una storia importante alle spalle che si ripercuote sulla straordinarietà dell’edificio, per lungo tempo sede dell’anagrafe e abbandonata al suo destino da quando gli uffici vennero trasferiti in via Berlinguer. Proprio in questi giorni è stato annunciato il trasferimento in un altro palazzo sulla stessa strada. Il palazzo rinascimentale, prima di rimanere vuoto, oltre che come casa di abitazione, è stato adibito a locanda, sede del Consorzio Agrario, Esattoria e, appunto, sede dell’anagrafe. Aveva così annunciato il Sindaco: «Stiamo ragionando di un’operazione pubblico-privata per realizzare appartamenti nei piani superiori e, con quelle risorse, intervenire sul piano terra per riportarvi l’anagrafe».
Ravenna in Comune non perse tempo per “smontargli il castello”: «Come Ravenna in Comune siamo totalmente contrari alla vendita di un edificio unico e storico del ‘500, Casa Ghigi, per trasformarlo in condominio. E ancora di più ci fa arrabbiare la scusa di far cassa per riportarvi qualche ufficio pubblico al piano terra. Per giunta gli stessi uffici anagrafici che già c’erano e che sono stati delocalizzati apposta».
Passato più di un anno dalla sparata, nessuna nuova ne è venuta. L’edificio appare sempre più vittima della condizione di abbandono all’esterno e non osiamo pensare come siano le condizioni al suo interno. Ravenna in Comune ribadisce l’assoluta contrarietà a che venga rovinata irreversibilmente una preziosa memoria del passato attraverso un’operazione immobiliare come quella ipotizzata. Si chiede comunque conto all’Amministrazione dell’abbandono di un importantissimo pezzo di storia cittadina e del patrimonio pubblico. L’azione amministrativa non può reggersi solamente sugli annunci. Né, quando finalmente interviene, può nascondere la propria incapacità dietro la vendita al privato.
[nell’immagine: Casa Ghigi. Di notevole c’è praticamente tutto: perfino la pavimentazione in ciottoli presumibilmente di epoca veneziana]
#RavennainComune #Ravenna #CasaGhigi
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Sportello polifunzionale, tutti gli uffici sono stati trasferiti nella nuova palazzina degli uffici comunali
Fonte: RavennaWebTv del 22 ottobre 2022
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De Pascale: “Progetti di riqualificazione in via Diaz, per l’ex Anagrafe e il Palazzo della Banca d’Italia”