Ieri nel mondo è stato sciopero globale per il clima. A Ravenna i Fridays for Future hanno messo sotto accusa la politica, anche quella locale, per le scelte in materia di energia, per privilegiare il fossile riducendo a greenwashing l’indispensabile transizione verso le rinnovabili. «Invece di riconoscere l’urgenza della crisi climatica ed operare di conseguenza si stanno determinando scelte di carattere geopolitico ed economico che nulla hanno a che vedere con le soluzioni veramente necessarie. Proprio quel sistema economico malato che ha generato il problema, ad oggi piuttosto che riconoscerlo e tentare di risolverlo, non sta facendo altro che continuare ad alimentarlo per i propri interessi. A partire dal rigassificatore, spacciato come infrastruttura necessaria, ma che ci vincolerebbe al gas ancora per decenni».
Ravenna in Comune fin da quando è stata annunciata l’intenzione di far subire a Ravenna anche il rigassificatore davanti alle coste turistiche di Marina di Ravenna e Punta Marina è stata chiara nello spiegare i motivi per cui si sarebbe trattato di una scelta sbagliata. Da respingere. Come Ravenna ha già fatto nel 2008. Per questo siamo grati ai Fridays for Future di non aver mai fatto mancare il loro supporto per contrastare il rigassificatore. E lo stesso vale per il coordinamento ravennate della Campagna di Per il Clima Fuori dal Fossile e per Legambiente. Prima ancora dell’appoggio di altre forze politiche, va annoverata la coerenza di queste associazioni.
Il prof. Vincenzo Balzani assieme agli altri scienziati di Energia per l’Italia ha presentato un decalogo all’inizio della campagna elettorale perché il clima, l’ambiente e le fonti energetiche fossero tenute in considerazione in un progetto complessivo per un futuro sostenibile. Ancora l’altro giorno ha definito l’ipotesi di un rigassificatore davanti a Ravenna «uno sbaglio grandissimo» domandando alla politica: «Cosa facciamo, mettiamo i rigassificatori e dopo ce li teniamo per vent’anni?». 25 anni infatti è la durata della concessione chiesta da SNAM. Altro che soluzione provvisoria per l’emergenza! Gli hanno risposto le candidate espresse dal PD locale, il partito più aderente ai diktat della lobby del fossile: «Non possiamo fare a meno del rigassificatore perché l’alternativa reale è lasciare la gente al freddo e le fabbriche chiuse. Il gas del rigassificatore ci serve oggi».
Rispondiamo noi a questa propaganda falsa: se c’è un’emergenza il rigassificatore non la risolve. Non è affatto vero che il rigassificatore è indispensabile per passare l’inverno che si avvicina al caldo, come si vuol far credere alla gente, spaventandola apposta. I progetti di SNAM in discussione in questi giorni a Bologna non porteranno gas né per il prossimo inverno né per quello ancora venturo. Quel progetto, che da solo costerà un miliardo di euro (che finiranno nelle nostre bollette) nei 25 anni di esercizio, tra installazione e smantellamento finale, quanto 4 progettoni per il porto di Ravenna, non potrà essere di utilità alcuna prima dell’inverno 2024/2025. Parliamo di un orizzonte temporale in cui ben potrebbero essere presenti fonti alternative, innanzi tutto rinnovabili. Certo sarebbe stato di aiuto se il governo “dei migliori banchieri” a guida Draghi e sostenuto convintamente dal PD non avesse lasciato le rinnovabili in mezzo al guado privilegiando invece i rigassificatori. Come dice Balzani: «Compromettere lo sviluppo delle energie rinnovabili per legarsi ancora al gas che viene dal Qatar o dagli Usa è una cosa assurda».
Il movimento per sostenere l’accelerazione verso le energie rinnovabili e per respingere al mittente il rigassificatore continua. A Piombino come a Ravenna. Il metano non ci dà una mano, come raccontava una vecchia pubblicità. Serve solo ad avvicinare nel tempo la prossima alluvione e la prossima siccità. Due tra gli eventi estremi per i quali dobbiamo ringraziare chi, come il Sindaco, continua a volerci tenere legati al gas.
[nella foto: uno dei cartelloni alla manifestazione di ieri in Piazza del Popolo]
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