Ravenna in Comune aderisce alla manifestazione nazionale di resistenza alla rigassificazione forzata che si terrà il prossimo sabato 30 luglio a Marina di Ravenna, a Piombino, Ostuni, Portovesme e Augusta. Si tratta della prima manifestazione congiunta decisa dalla rete nazionale costituitasi nei giorni scorsi per contrastare l’imposizione sui territori di scelte calate dall’alto a vantaggio economico di pochi e danno (ambientale, di sicurezza, economico, ecc.) di tutti gli altri. Abbiamo immediatamente risposto positivamente all’appello lanciato dalla campagna Per il Clima – Fuori dal Fossile ed è coerente conseguenza la nostra adesione al presidio che, per Ravenna, si terrà sabato mattina, dalle ore 10, in località Marina di Ravenna, presso l’intersezione tra viale delle Nazioni e via Molo Dalmazia, promosso, oltre che dal coordinamento ravennate della campagna, da Legambiente e dai Fridays for Future.
Il rigassificatore davanti alla costa di Ravenna, secondo le previsioni di SNAM, dovrebbe essere piazzato a meno della metà della distanza di sicurezza a cui è ormeggiato il rigassificatore di Livorno. Si parla di emergenza ma sino ad oggi le compagnie italiane hanno battuto tutti i record nell’esportazione del gas acquistato sfruttando a loro vantaggio la differenza tra prezzo di acquisto (basso grazie ai contratti di lungo periodo) e quello speculativo di rivendita. Si parla di emergenza ma le stesse previsioni di SNAM collocano l’inizio delle attività non prima della fine del 2024 (e sono previsioni ottimistiche). Si parla di emergenza per il costo delle bollette ma i costi per il solo rigassificatore di Ravenna sono spaventosi (400 milioni di euro per la nave e altri 300 per più di 40 km di tubazioni tanto per cominciare) e finiranno tutti in bolletta. Si parla di emergenza ma la richiesta è di lasciare il rigassificatore sul posto per non meno di un quarto di secolo.
La vera emergenza è il riscaldamento globale a cui il gas metano dà un enorme contributo sia per CO2 che per il proprio diretto potere climalterante. La vera emergenza è il rischio industriale complessivo di cui si fa carico il territorio di Ravenna e che, con il rigassificatore, aggiungerebbe un 27esimo impianto di tipo Seveso dove già il 26esimo è un deposito di GNL, pure quello di fronte a Marina di Ravenna. La vera emergenza è di tipo democratico perché nessun mandato ha avuto il Sindaco dalla cittadinanza per offrire Ravenna su un piatto d’argento dopo che, anzi, nel 2008 era stato formalmente respinta la precedente richiesta di accollarci un rigassificatore. La vera emergenza è la mancata soluzione della crisi del settore off-shore che il rigassificatore aggraverà, ritardando ulteriormente l’indispensabile riconversione. La vera emergenza è il ritardo che si sta accumulando rispetto alla transizione alle energie rinnovabile causato proprio dagli investimenti sul fossile e contorno (tipo l’assurdo grande deposito di CO2).
Ravenna in Comune invita chi condivide i valori che abbiamo fin dall’inizio inserito nei nostri programmi a partecipare. Il caldo, la stagione, la guerra, la campagna elettorale concorrono a distrarre ma ricordiamo che il tempo corre. Il prossimo 4 agosto avrà inizio la conferenza dei servizi indetta dal commissario. Non c’è tempo da perdere. Non c’è un’altra occasione. Da sole e soli non andremo da nessuna parte, ma unite e uniti è tutta un’altra storia! Cominciamo a dimostrarlo a Marina di Ravenna assieme a Piombino, Ostuni, Portovesme e Augusta.
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No al Rigassificatore. presidio a Marina di Ravenna degli ambientalisti: “Ci vincola alle fonti fossili e ci allontana dalla transizione energetica”