Non c’è più abbastanza acqua nel Reno per cui da oggi il servizio di attraversamento col traghetto si ferma. Un altro segnale per chi lo vuole ascoltare. Ieri il segretario generale dell’ONU, António Guterres, a Berlino, di fronte ai ministri di 40 Paesi, riuniti per discutere della crisi climatica e delle conseguenze su miliardi di persone, lo ha detto una volta in più con parole chiarissime:
«Metà dell’umanità si trova nella zona di pericolo a causa di inondazioni, siccità, tempeste estreme e incendi. Nessuna nazione è al sicuro. Eppure continuiamo ad alimentare la nostra dipendenza dai combustibili fossili. Azione collettiva o suicidio collettivo. È tutto nelle nostre mani».
Attorno a Ravenna bruciano campi coltivati, boschetti, aree urbane e produttive. Sono state emanate le prime disposizioni per contenere il consumo dell’acqua. Altre inevitabilmente seguiranno.
Sono passati tre anni da quando, il 16 luglio 2019 il Consiglio Comunale ha approvato la mozione per la dichiarazione di Emergenza Climatica. Non ne è seguito nulla. È stata solo propaganda da parte del Sindaco. Eppure lo avevamo avvertito. Massimo Manzoli, capogruppo di Ravenna in Comune, assieme ai consiglieri del Gruppo Misto, Emanuele Panizza e Marco Maiolini, lo avevano immediatamente segnalato:
«Questo documento deve incentivare le nostre scelte energetiche, portandoci verso l’elettrico rinnovabile, per abbandonare definitivamente il fossile».
Non è avvenuto, nemmeno è iniziata la transizione. Ancora in questi giorni il Presidente del consiglio consuma quelle che potrebbero essere le sue ultime ore di governo promuovendo acquisti di gas. Il Sindaco festeggia la nomina a commissario del Presidente della Regione, suo compagno di partito, che avrà il compito di aggiungere il 27esimo impianto di grande rischio Seveso al nostro Comune. Cioè un rigassificatore. Il Consiglio Comunale che tre anni fa approvava la dichiarazione di Emergenza Climatica, pochi giorni fa ha approvato una mozione per legare mani e piedi il nostro futuro al metano.
Come Ravenna in Comune invitiamo a partire da Ravenna per cambiare le cose. Perché Ravenna non sta su un altro pianeta e pagherà prima di altri luoghi le conseguenze del cambiamento climatico. Lo sta già pagando e il prezzo crescerà di anno in anno. Il costo più alto toccherà ai ravennati che ora sono bambini. Al Sindaco che vuole incrementare le estrazioni di gas, accogliere un rigassificatore e un mega deposito di CO2 chiediamo di essere coerente con quella dichiarazione di Emergenza climatica da lui stesso promossa. Azione collettiva o suicidio collettivo. È tutto nelle nostre mani.
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Ravenna, crisi idrica: da domani sospeso il servizio di traghetto sul fiume Reno