Un ragazzo di ventun anni di Imola ha concluso improvvisamente la propria vita lungo via Baiona. È successo nella notte tra lunedì e martedì. Non è certo il primo incidente stradale di questa estate. Anzi, si può dire che tra estate inverno primavera e autunno poco cambi quanto a morti e feriti sulle nostre strade. Basta leggere le notizie online per accorgersi che non passi giorno senza che uno o più sia coinvolto in qualche scontro con esito spesso fatale. Gli impatti meno devastanti ovviamente avvengono senza far notizia.
Abbiamo scritto spesso delle gravi carenze nella viabilità del nostro Comune che inficiano la sicurezza nei trasporti locali. Ci importa poco dei premi che vengono tributati con eccessiva generosità all’Amministrazione de Pascale per la lunghezza dei percorsi percorribili in bicicletta, se poi la percentuale di percorsi ciclabili che non rispetta le normative stradali è superiore al 70 per cento. Come si sa a Ravenna non ci sono piste riservate ai ciclisti ma, quando va bene, tracciati misti ciclo-pedonali, frequentemente interrotti da attraversamenti automobilistici ed in pessime condizioni di manutenzione. I cartelli con la scritta “degrado da radici” sono la norma e la soluzione di cercare una soluzione tagliando le radici è rimedio peggiore del male. Come annunciato alla stampa nell’ambito del nuovo PUMS, il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, è previsto un apposito Piano della Mobilità Ciclistica (Biciplan). Il fatto è che per la sicurezza reciproca dei conducenti bisognerebbe separare in maniera non simbolica il viaggio del ciclista da quello degli altri mezzi a motore (e dai pedoni, naturalmente). E ridisegnare la viabilità dà meno soddisfazioni, gratificazioni e pubblicità rispetto all’annuncio di qualche mirabolante nuova opera, tipo la mitica ciclabile tra Ravenna e Bologna.
Questa volta quattro ragazzi in vacanza a Marina di Ravenna non sono riusciti a rientrare a casa dopo una serata a Porto Corsini. Erano in bicicletta e avevano attraversato il canale con il traghetto. Hanno mancato di poco la sospensione del servizio che, d’estate, vede l’interruzione delle traversate tra le 2 e le 5 del mattino con poche eccezioni a ridosso di Sant’Apollinare, di Ferragosto e di tre fine settimane di agosto (negli altri mesi dell’anno il blocco dura tutta la notte). L’unica soluzione alternativa per attraversare il canale in senso contrario è rappresentata dal ponte in prossimità della darsena di città. Nel tragitto lungo via Baiona, dove nonostante i lavori di qualche anno fa non sono stati realizzati spazi riservati alle bici, è intervenuto lo scontro con un’automobile ed è morto Simone.
A Ravenna dopo la discussa vicenda del Jova Beach Party de Pascale straparla di replicare l’esperienza perché, dice, «questa modalità di grandi eventi sulla spiaggia ha aperto una opportunità che Ravenna non aveva mai avuto». Ravenna in Comune ritiene che prima di dire «La città si candida per i grandi eventi» si dovrebbe fare in modo che turisti e residenti riuscissero a spostarsi sempre tra due località rivierasche separate solo da un centinaio di metri di canale senza rischiare la vita.
[nella foto di Massimo Argnani: il luogo dell’incidente]
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Tragedia nella notte a Ravenna: investito da un’auto, muore 21enne di Imola