Nei giorni scorsi le associazioni di categoria hanno lanciato l’ennesimo allarme per quanto riguarda la carenza di manodopera nel settore dell’agricoltura. In Romagna le assunzioni quest’anno sono calate del 15% rispetto al 2021 e non ci sarebbe il personale per raccogliere la frutta nei campi, così viene lamentato. Contestualmente l’ispettorato del lavoro sta svolgendo controlli mirati in un ampio territorio che comprende i Comuni di Ravenna, Faenza, Massa Lombarda, Castel Bolognese, Cotignola. Dalle verifiche condotte sul lavoro agricolo, finalizzate a intercettare e prevenire fenomeni di sfruttamento e reclutamento fraudolento di manodopera, è stato accertato l’impiego di lavoro nero in diverse aziende agricole e violazioni della normativa a tutela della sicurezza.
In particolare da parte dell’ispettorato si riferisce: «Il rischio che pratiche come il caporalato, tecnicamente definito come sfruttamento illecito del lavoro, prendano piede anche sul territorio provinciale c’è ed è elevato. Qui si manifesta in maniera più occulta rispetto a quanto accade al Sud, dove si notano anche vere e proprie baraccopoli. Il caporalato “nascosto” in Romagna è fatto in prevalenza di aziende agricole fittizie: si costituiscono in tempi rapidi, senza organizzazione né rischio di impresa e spesso senza nemmeno un vero terreno da lavorare, dopodiché stipulano contratti di appalto o subappalto con altri fondi agricoli. Si tratta sostanzialmente di reclutatori di manodopera».
Mancato rispetto delle regole, carenza nella sicurezza, sfruttamento economico, violazioni contrattuali e infrazioni previdenziali rappresentano il contesto in cui, da una parte, si sviluppa il caporalato e, dall’altra, si manifesta la fuga dalle campagne. Altri settori si contendono la manodopera, mentre cala il numero di stagionali dall’est Europa. I lavoratori deboli, spesso irregolari, sono invece intercettati dai caporali. Il caporalato non è una scoperta recente ma una piaga molto ben radicata nel nostro territorio.
Quasi tre anni fa, a Mezzano, il 27 novembre 2019, Ravenna in Comune organizzò un convegno con l’intervento di esperti, sindacalisti dell’Osservatorio Placido Rizzotto e della FLAI CGIL. Ne emerse un quadro di complessiva illegalità. Prendiamo perciò atto con soddisfazione della dichiarata intenzione da parte dell’ispettorato di affrontare con nuovi accertamenti questi fenomeni di illegalità che da tempo dilagano nelle campagne. Ci auguriamo al contempo che le associazioni di categoria facciano la loro parte per denunciare chi fruisce dei caporali e chi viola le regole. Solo così contribuiranno a rendere più attrattivo il settore agricolo. Come Ravenna in Comune non possiamo che unirci alle sollecitazioni per una capillare campagna di controlli nelle nostre campagne perché il lavoro non sia sinonimo di uno sfruttamento da cui scappare non appena si riesce.
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GIRO DI VITE NELL’AGRICOLTURA
Braccianti in nero nei campi: altri 4 casi. L’ispettorato: alto rischio di caporalato. Scattate verifiche anche sulla mancata applicazione delle misure di sicurezza per gli operai
Fonte: Corriere Romagna del 28 giugno 2022