L’Assessore regionale allo sviluppo economico ha garantito che, in riferimento al rigassificatore, sarebbe previsto il coinvolgimento della cittadinanza. Questo il titolo sulla stampa di ieri: «Colla: La parola anche ai cittadini». Purtroppo anche questa, come le altre che stanno tenendo a galla il rigassificatore, ha tutta l’aria di essere una notizia se non falsa, quanto meno, intenzionata a lasciar credere qualcosa di diverso dall’atteso. Per prima cosa andrebbe ricordato chi è Vincenzo Colla.
L’attuale assessore è stato, sino alla sua nomina, importante figura della CGIL nazionale e regionale. Quella stessa CGIL che, a livello locale, ha detto sin da subito di essere d’accordo con «la possibilità di poter installare navi rigassificatori utilizzando strutture già esistenti e idonee consentirebbe risparmio di tempo, di risorse economiche e con minore impatto ambientale, un’opportunità per il territorio e per l’intero Paese». E Colla, da parte sua, non ha esitato a schierarsi dalla parte di chi insiste nel candidare Ravenna.
Quella sindacale non è una posizione omogenea a livello nazionale. La posizione assunta dalla CGIL a Piombino, ad esempio, è diversa: invece di accettare ad occhi chiusi la posizione degli industriali del fossile ne ha messo in discussione gli stessi presupposti. A Ravenna però è diverso e la posizione di Colla è stata sempre chiara.
Per questo diffidiamo quando gli sentiamo dire che: «Sarà svolta una discussione preventiva con i soggetti di rappresentanza, e quindi un programma del Patto per il lavoro e del clima sarà sul rigassificatore e avrà questo percorso, come siamo abituati a fare». Sindacati, associazioni e corpi intermedi non garantiscono la rappresentanza delle posizioni contrarie al posizionamento di un rigassificatore a Ravenna. Posizionamento che non è per nulla scontato e per nulla al mondo va considerato come passivamente accettato dalla comunità nonostante quanto racconti il partito del fossile, molto ben rappresentato nelle nostre istituzioni.
Insomma, mentre ci viene detto che si darà spazio alla democrazia («sarà svolta un’opera di trasparenza nei confronti di cittadini e corpi intermedi, coinvolgendoli nella fase di pianificazione»), questa viene contemporaneamente negata precostituendo in partenza l’esito di una discussione («il tema non è se, ma come posizionarlo nelle acque ravennati»).
Dovremo dunque riappropriarci degli spazi di una democrazia negata. Uno spazio dove è necessario affrontare tutti i temi che l’opzione di un rigassificatore pone, da quelli di sicurezza, a quelli ambientali, da quelli del lavoro, a quelli di un futuro sostenibile. A partire da un racconto onesto che faccia piazza pulita delle narrazioni edulcorate quando non completamente false. A partire dalla vera e propria balla per cui a Ravenna il rigassificatore sarebbe stato possibile farlo partire immediatamente. Ora, invece, è lo stesso Colla a dovere ammettere che a Ravenna si dovrebbe costruire tutto da zero perché non si può contare su una rete di distribuzione marina già esistente. In qualunque ipotesi intervenga l’ormeggio, infatti, «andrebbero cambiate le pipe-line di collegamento a terra». Ravenna in Comune intende essere presente in questo dibattito a cui la cittadinanza ha diritto. A Ravenna come a Piombino nessuna decisione può essere presa in nome di una popolazione che nessuno vuole consultare. Chiediamo alle associazioni, alle forze politiche e alle cittadine e ai cittadini che vogliono un futuro sostenibile e rinnovabile di rivendicare la democrazia che viene negata.
#RavennainComune #Ravenna #rigassificatore #Piombino
__________________________________
Una task force per il rigassificatore. Colla: «La parola anche ai cittadini»