Si ritorna a parlare di daini. In realtà, però, si dovrebbe parlare di approccio alla complessità, di attenzione alla corretta interazione tra specie, di rispetto per la biodiversità, ecc. Pare che qualunque sia il problema derivante dalla compresenza di uomini e piante o animali nello stesso luogo, l’unica soluzione che viene in mente alle “nostre” Amministrazioni sia quella di eradicare le piante e gli animali. Eradicare significa deportare, quando va bene, e uccidere, quando la si vuol far più spiccia. Che si parli di tamerici o nutrie, di alberi secolari o tordi, poco cambia. Questa volta si torna a parlare di daini.
Come Ravenna in Comune abbiamo molte volte trattato l’argomento che, del resto, ben si presta ad un’attenzione non solo animalista ma politica tout-court. Ci si ricorda infatti l’allora vicepresidente della provincia, ed ora consigliere regionale, sempre in quota PD, Gianni Bessi impegnato in una sorta di dialogo dell’assurdo con la compianta Nadia Toffa che lo incalzava per ottenere risposte dotate di un minimo di razionalità. Senza riuscirci. Si era nel 2015 e la faccenda era sempre la stessa che si ripropone oggi. Le Amministrazioni competenti non hanno mai adottato nessuna delle misure indispensabili per consentire ai daini di vivere in un ambiente naturale. Mancando ogni limitazione, recinzioni, dissuasori, ecc., se ne consente lo spostamento verso le aree agricole adiacenti o sulle strade limitrofe. Per poi usare i presunti danni che ne conseguono per giustificare “l’eradicazione”. Dal tavolo faunistico provinciale convocato dal prefetto si apprende con certezza che:
«In merito alla presenza dei daini nelle aree della pineta di Classe incluse all’interno del Parco del Delta è stato sottolineato come tale specie alloctona, il cui numero appare ormai fuori controllo, metta in pericolo il patrimonio naturalistico, ambientale, agricolo e faunistico del territorio nonché la pubblica sicurezza. […] Oltre all’aspetto della tutela ambientale, sono stati rappresentati gli ingenti danni alle colture agricole provocati dai daini che distruggono da anni campi di grano, coltivazioni orticole, erbacee e sementiere, nonché i seri problemi all’incolumità pubblica collegata alla sicurezza stradale. Al termine del confronto, l’Ente Parco del Delta del Po, si è detto pronto ad attivare il Piano di controllo entro i prossimi 15 giorni».
Eppure, secondo i dati forniti dalla consigliera regionale del gruppo misto, Giulia Gibertoni, per quanto concerne il settore agricolo, «negli anni 2019 e 2020 i risarcimenti per danni provocati dai daini nelle province di Ferrara e Ravenna ammontano a zero».
Apprendiamo dal direttore del Parco del Delta, Massimiliano Costa, che:
«Il piano era già stato redatto e approvato nel marzo del 2021, prevede la cattura di 30 esemplari all’anno tra la pineta di Classe e Volano e il loro spostamento in luoghi dove possono essere liberi. Verrà aggiornato dal punto di vista numerico, ma va detto che la quantità di animali non è legata a quelli presenti ma a quelli che è possibile portare altrove».
Si tratta di informazione importante ma, purtroppo, l’ambiguità delle altre Amministrazioni coinvolte, la contraddizione tra le dichiarazioni volta a volta uscite sulla stampa, ed il vedere “l’eradicazione” come unico possibile approccio non ci consente tranquillità sul tema. E, ancor meno, l’atteggiamento della Giunta Regionale che, citando cavilli, si è rifiutata di rispondere alle interrogazioni della consigliera Gibertoni e chi voleva partecipare alla seduta che avrebbe dovuto trattare l’atto ispettivo si è visto negare l’accesso all’aula. Comprensibile dunque l’allarme che desta l’apertura comunque lasciata da parte del Parco ad un possibile futuro intervento venatorio. «Nelle aree protette la legge prevede che le attività di controllo con abbattimento siano precedute da attività incruenta – dice Costa –. Una volta che è stato dimostrato che l’attività incruenta è inefficace allora si può procedere con l’abbattimento».
Come Ravenna in Comune abbiamo già più volte ribadito che gestire il territorio in modo da consentire di viverlo anche a chi non guida la macchina e non cammina su due zampe sia meglio per tutte e tutti. Per questo sosteniamo le cittadine e i cittadini che respingono l’uso delle pallottole come soluzione alla complessità. Per questo sosteniamo la lotta che da anni portano avanti le associazioni Animal Liberation, Clama Ravenna, Cruelty Free, Gruppo d’Intervento Giuridico – delegazione di Ravenna, Italia Nostra sezione di Ravenna, Oipa Italia – sezione di Ravenna. Domani, 28 maggio, le associazioni organizzano una manifestazione pacifica dalle ore 13 alle 16 a Lido di Classe, in viale dei Lombardi angolo via Canale Pergami, per chiedere la «tutela dei daini, l’installazione di dissuasori lungo le strade e l’applicazione della legge, che prevede prioritariamente l’uso di metodi incruenti e non certo uccisioni qui o nelle altre zone di caccia dove potrebbero venir trasferiti». Ravenna in Comune condivide la richiesta ed è solidale.
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