Oggi, primo maggio, è giorno di festa per le lavoratrici e i lavoratori anche se quest’anno cade di domenica. Non si festeggia un anonimo “lavoro” ma donne e uomini in carne e ossa, che non vivono di rendita, né del lavoro altrui, bensì del reddito che procura loro la propria attività. Donne e uomini a rischio anche della vita, perché il profitto dei padroni reclama la loro insicurezza. Lavoratrici e lavoratori che hanno tutto da rimettere dalle guerre e tutto da guadagnare dalla pace, a differenza di quanti lucrano sul riarmo e sull’altrui morte. Vale oggi come valeva cent’anni or sono. E allora, come Ravenna in Comune, auguriamo buon primo maggio riportando uno stralcio dall’editoriale dell’Avanti! di un secolo fa, purtroppo di immutata attualità.
PRIMO MAGGIO 1922
Lavoratori! Il primo maggio vi chiama […]. Come nel periodo della guerra mondiale non volle confondersi coi ciechi distruttori d’ogni ricchezza umana, così, nell’incerto periodo che attraversiamo si è rifiutato di cedere alla bufera reazionaria […]. Resistere per vivere! Resistere per vincere! […]
La giornata di otto ore, che fu la prima delle rivendicazioni operaie e divenne bandiera di riscossa, deve essere difesa dagli attacchi della avidità padronale e con essa devono restare intangibili le altre conquiste economiche dei lavoratori. Ma le conquiste non si difendono se le libertà restano lettera morta per le Organizzazioni […]. La guerra […] è continuata […] contro le sue conquiste economiche e politiche. […]
LA MINACCIA DI UNA NUOVA GUERRA, che matura nelle macchinazioni delle diplomazie segrete e nei contrasti insanabili del regime capitalista, pende sul mondo. Tale minaccia non deve più trovare impreparati i lavoratori; contro di essa insorgano le masse pretendendo e imponendo IL DISARMO. […]
VIVA IL PRIMO MAGGIO!
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