Non ci giriamo attorno. Al di là delle roboanti dichiarazioni che accendono e spengono i riflettori una tantum sul nome del Sindaco, cosa sta facendo il Comune per incentivare l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto casa-scuola-lavoro?
A Cesena parte in questi giorni il progetto “Bike to work”, replica di quanto realizzato nel 2021. Destinatari di contributi (20 centesimi a chilometro per una quota massima di 50 euro al mese) saranno i lavoratori delle aziende pubbliche o private che aderiranno all’apposito bando finanziato da fondi regionali. Lo stesso progetto vale per tante altre città grandi e piccole (purché con più di 50.000 abitanti) dell’Emilia Romagna, da Carpi a Reggio Emilia, da Rimini a Bologna. A Parma si è alla terza edizione. L’assessorato all’Ambiente e alla Mobilità di quella città fa sapere che nella prima edizione dell’iniziativa sono stati percorsi più di 83 mila chilometri; mentre nella seconda edizione ne sono stati fatti quasi 200 mila nell’ambito di un progetto sempre più in crescita. Vedremo alla terza.
E Ravenna? “Parole, parole soltanto parole”. Dopo un 2020 “distratto”, lo scorso anno il Comune optò per finanziare con i finanziamenti regionali un abbonamento annuale al servizio di bike sharing Velospot. Il servizio, come noto (grazie a Potere al Popolo che per primo denunciò il fatto), è naufragato miseramente: 285 bici sparite. Conseguentemente finita nel nulla anche l’incentivazione ad assumere un comportamento virtuoso. Ed ora?
Il problema di Ravenna, in breve, è rappresentato dal Sindaco, dalla Giunta e dalla sua maggioranza, Coraggiosa e 5stelle compresi, naturalmente. A parole ci sono sfumature di verde. Nei fatti interessa solo l’annuncio a cui non seguono fatti conseguenti. Tanto per fare un esempio, cosa è venuto dopo la dichiarazione di emergenza climatica che risale al luglio 2019? Solo greenwashing per chi si accontenta. Magari promettendo improbabili ciclabili turistiche tra Bologna e Ravenna (l’annuncio è del 2020) “dimenticando” invece i più prossimi collegamenti col forese per l’uso quotidiano. Come Ravenna in Comune temiamo che, in realtà, sia pienamente condivisa quella sostanziale avversione per l’uso della bicicletta ben incarnata dal vicesindaco quando prometteva con insistenza multe per i ciclisti “indisciplinati”. In buona sostanza, perché pensare alle carote quando vien meglio “erogare” bastonate?
Ravenna in Comune, tuttavia, insiste a chiederlo: cosa sta facendo il Comune per ridurre l’impiego di auto private (e così il traffico e l’inquinamento), incentivando l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto sicuro nel tragitto quotidiano casa-scuola-lavoro?
[La storia in bicicletta – pannelli già in via IV novembre a Ravenna: Foto Valeria Nonni]
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Nuovi incentivi a chi va al lavoro in bici