Concessioni turistico-ricreative. Lo sappiamo bene che è antipatica la vocetta che ricorda: «io però l’avevo detto». Però anche questa volta è la nostra. Oggi che il Governo ha confermato la definitiva scadenza delle concessioni al termine ultimo già stabilito dal Consiglio di Stato, il Sindaco dichiara: «Enti locali ascoltati». E sull’inevitabilità di messa a bando aggiunge: «Evitare un procedimento di questo tipo è una tematica consegnata alla storia». Eppure lo scorso novembre, quando il Consiglio di Stato mise fine al balletto delle proroghe, era lo stesso de Pascale che prometteva: «C’è la possibilità da parte del Governo di un intervento tempestivo che eviti il disastro». Replicammo immediatamente, come Ravenna in Comune, denunciando che era solo «un modo per fare incetta di “simpatia” alimentando false illusioni senza poi pagarne il prezzo».
Avevamo preferito mettere in chiaro da subito come la pensavamo e quale era la realtà “vera” rispetto a quanto invece preferiva raccontare il Sindaco (Spiagge: la posizione scomoda di Ravenna in Comune, 14 novembre 2021):
«Come Ravenna in Comune preferiamo non creare aspettative inesistenti e non rinunciamo ad esprimere qualche valutazione che potrà sembrare, a qualcuno, meno “simpatica”. Innanzi tutto è esclusa la possibilità che vi sia spazio per ulteriori proroghe dopo che, lo stesso Consiglio di Stato, ne ha accordata una di durata biennale. È l’ultima e, considerato da quanto va avanti il balletto per non ottemperare a una decisione europea vincolante, si dovrebbe prender atto che poteva andar peggio, vista la dichiarata illegittimità delle proroghe accordate fino ad oggi.
Come noto non siamo degli entusiasti sostenitori del lasciare le mani libere al “mercato” a cui invece generalmente sia PD che centrodestra inneggiano. Il liberismo, insomma, per buonissime e più volte spiegate ragioni, non è il nostro credo. Tuttavia, in questo caso, la privatizzazione di beni di tutte e tutti, il demanio dello Stato, costituito da spiagge, terreni, zone urbane, ma anche ristoranti e “bagni al mare”, è già avvenuta da tempo. Quello che si è bloccato è il meccanismo di rivalutazione periodica del vantaggio per la collettività rappresentato dal fatto che sia uno specifico soggetto e non un altro a sfruttare quel bene di proprietà statale. Insomma, da troppi anni chi ha ottenuto in concessione un bagno, un negozio, un ristorante, ecc. si comporta come se l’avesse acquistato. Anche lasciando da parte la questione “costo” (i canoni sono in genere bassi e si avvicinano più ad affitti a prezzo “popolare” che ai valori effettivi di mercato), questo ha consentito che si producessero importanti distorsioni. Una fra tutte è rappresentata dallo sfruttamento della rendita di posizione. Cioè ogni concessionario da quasi 20 anni ha la possibilità di subaffittare il bene ottenuto in concessione, trattenendo la differenza, spesso rilevante, tra quanto versato allo Stato e quanto versatogli dall’affittuario. L’attuale situazione, peraltro, non tiene in nessuna considerazione come sia stato gestito nel tempo il bene statale ricevuto: sono trattati allo stesso modo buoni e cattivi amministratori, chi ha investito in migliorie come chi ha persino evitato elementari manutenzioni, chi ha gestito direttamente e chi ha fatto l’immobiliarista, chi ha rispettato i diritti dei lavoratori e chi li ha violati, ecc.
Alla luce di tutto questo, come Ravenna in Comune, non riteniamo “serio” appiattire una posizione politica sulla sola “simpatia” verso chi, magari dopo aver meritevolmente operato, si troverà privo di concessione. Siamo invece disposti sin da ora ad unire la nostra voce a quella delle istituzioni locali perché si vada oltre e si ragioni sul come costruire i bandi perché possano valorizzare le azioni positive del passato nel caso di ripresentazione di istanza di concessione da parte dei gestori attuali. Così come dovrà discutersi dell’ottica in cui inquadrare le proposte di investimento considerando fondamentale la sostenibilità ambientale, oltre che economica. E anche si dovrà prendere atto che alcuni beni, ad esempio tratti di litorale, dovranno essere esclusi dal rinnovo della concessione, ampliando l’offerta di spiagge pubbliche.
Se il Comune è incompetente nella concessione di proroghe, d’altra parte, è più che competente dal lato dei bandi da emanare. Come Ravenna in Comune invitiamo dunque le istituzioni locali a piantarla con piagnistei teatrali ed iniziare a svolgere a pieno titolo il ruolo di Amministrazione per quanto di competenza. A vantaggio della collettività, ma anche degli operatori economici, compresi quelli che sino ad oggi non hanno avuto la possibilità di proporsi nella gestione perché esclusi dai “vecchi” concessionari (comunque da tutelare quando abbiano ben gestito i beni di tutte e tutti noi loro affidati)».
Tutto, proprio tutto quanto avevamo anticipato 3 mesi fa è stato confermato e le promesse altrui sonoramente smentite, per quanto si provino a ribaltar la frittata. Il tempo è poco e il lavoro per i Comuni è tanto. Per cui è urgente rimboccarsi le maniche. Al Sindaco che già accampa scuse e racconta che «è impensabile farcela entro il 2023» ricordiamo che la responsabilità che ricade sulle sue spalle è tanta e che dal lavoro dell’Amministrazione di cui è a capo dipende la prosperità della nostra comunità. Ha quasi due anni di tempo, è ben pagato e “la bicicletta” l’ha voluta lui. Ora, “gambe in spalle e pedalare”. Non ci deluda anche questa volta.
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Approvata la riforma, dal 2024 gara per gli stabilimenti balneari
Fonte: RaiNews24 del 15 febbraio 2022
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Il sindaco De Pascale: «Enti locali ascoltati dubbi, sulle tempistiche»
Corriere Romagna del 16 febbraio 2022
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Balneari, a bandire le gare saranno i Comuni
Il Resto del Carlino del 16 febbraio 2022
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Sentenza Direttiva Bolkestein, De Pascale: “Ravenna è dalla parte delle imprese balneari. Il Governo può ancora intervenire”
Fonte: RavennaNotizie del 12 novembre 2021
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Corsini (Regione): «C’è il tempo per non snaturare il nostro modello di spiaggia»