Il Sindaco de Pascale e Presidente dell’Unione delle Province d’Italia ha dichiarato alla Stampa che “le scuole non possano chiudere. Condivido la scelta dal governo in questa situazione. Il diritto allo studio va salvaguardato”.
A parole si dichiara attenzione alla scuola ma la sostanza non cambia.
Gli istituti scolastici non sono più chiusi da specifici provvedimenti nazionali o regionali ma dal decreto legge dello scorso 7 gennaio. È
infatti sufficiente che tre studenti (uno se sotto i sei anni, due se alla primaria) risultino positivi perché tutta la classe passi alla
didattica a distanza per 10 giorni con obbligo di quarantena. L’AUSL informa così che nella settimana dal 10 al 16 gennaio sono state messe
in quarantena 170 classi per un totale di 2.840 studenti nella Provincia di Ravenna. Per il terzo anno consecutivo migliaia di studenti e
studentesse sono obbligati all’isolamento, aggravato dall’incapacità dell’AUSL di gestire efficacemente migliaia di casi, con ritardi e
disguidi nelle comunicazioni.
Quale diritto allo studio, quando già prima della pandemia la scuola pubblica era soffocata dal sotto finanziamento cronico, da classi affollate, da edifici non adeguati, dai più disparati sistemi di reclutamento degli insegnanti? Ed ora, attendendo inerti la fine della pandemia, senza avere ripensato il sistema scolastico, neppure più la didattica in presenza viene garantita.
A chi condivide le scelte del Governo, non sarà secondario ricordare che proprio il Governo guidato da Mario Draghi ha continuato con l’aumento
della spesa militare.
Secondo Mil€x, l’Osservatorio sulle spese militari italiane, la spesa di questo comparto per il 2022 si colloca a oltre 25,8 miliardi di euro con un aumento sul 2019 di quasi il 20%. L’Ufficio statistico dell’Unione europea indica una spesa italiana per l’istruzione inferiore alla media continentale. Un Governo che crede nel diritto allo studio si adopera per garantire un aumento del bilancio dell’istruzione di una percentuale a doppia cifra, come non si ha vergogna di fare con le spese militari.
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“le scuole non possano chiudere. Condivido la scelta dal governo in questa situazione. Il diritto allo studio va salvaguardato”