Siamo in piena emergenza e nessuno sembra badarci. Non parliamo dell’emergenza pandemica. Quella ci riempie di notizie giornaliere, anzi quasi minuto per minuto. Parliamo dell’emergenza dovuta al superamento dei valori limite di particolato, il PM10, quello che è causa di tumore nei nostri polmoni, nella nostra trachea, nei bronchi, insomma alle vie respiratorie. Tumori che nel 2018 (ultimo anno per cui i dati sono disponibili) avevano provocato 271 morti nel ravennate: la maggior causa di morti per cancro in assoluto! Sono numeri in aumento: erano 260 nel 2016. E va ricordato che se anche si restasse sotto il limite di legge (cioè entro 35 sforamenti massimi) non basterebbe comunque per garantirsi di non sviluppare tumori alle vie respiratorie. Per ogni incremento di 10 µg/m3 di PM10, infatti, il rischio di cancro del polmone aumenta del 22%, un incremento che arriva al 51% se si considerano solo gli adenocarcinomi. Del resto il rischio di morte per tumore in genere nel ravennate è alto: 1273 casi nel 2018. Per capire di cosa parliamo, l’anno scorso i morti per Covid sul nostro territorio provinciale sono stati 514… Meno della metà. Giovedì la stazione di rilevamento di Via Zalamella a Ravenna ha segnalato il raggiungimento di 76 µg/m3 di PM10 come media nelle 24 ore: il livello massimo consentito nella concentrazione giornaliera di PM10 è di 50 µg/m3! Solo nel modenese in Regione si è fatto peggio (di poco).
Ogni lunedì, mercoledì e venerdì ARPAE tira le somme dell’inquinamento da particolato. E sulla base dei dati rilevati vengono applicate le misure emergenziali nella speranza di contenere il PM10:
- dalle 8.30 alle 18.30 lo stop alla circolazione di tutti i veicoli diesel euro 4 (si aggiunge allo stop alla circolazione di tutti i veicoli diesel inferiori all’euro 4, di quelli a benzina fino all’euro 2 compreso, di quelli a metano-benzina e Gpl-benzina fino all’euro 1 compreso, dei ciclomotori e motocicli fino all’euro 1 compreso)
- divieto di sosta con motore acceso per tutti i veicoli
- abbassamento del riscaldamento fino ad un massimo di 19°C (+ 2 di tolleranza) nelle case, negli uffici, nelle attività ricreative, di culto, commerciali e sportive e 17°C (+ 2 di tolleranza) nei luoghi che ospitano attività produttive e artigianali (sono esclusi ospedali ed edifici assimilabili, scuole ed edifici assimilabili)
- divieto di combustione all’aperto (residui vegetali, falò, barbecue, fuochi d’artificio ecc.)
- divieto di uso (in presenza di impianto alternativo) di generatori di calore domestici alimentati a biomassa legnosa con classe di prestazione energetica ed emissiva inferiore a 4 stelle
- divieto di spandimento di liquami zootecnici senza tecniche ecosostenibili
- potenziamento controlli sia sulla circolazione dei veicoli nei centri urbani che sugli impianti termici a biomassa che sulla combustione all’aperto e spandimento liquami.
Il bollettino di ieri ha sancito il fatto che queste misure, dall’inizio dell’anno, sono in vigore per più del 40% del tempo. Dureranno almeno fino a lunedì e poi continueranno se non piove. Perché è la pioggia, d’inverno, a fare la differenza. Ogni anno è lo stesso ritornello. Dall’inizio di quest’anno, però, sta andando peggio. In pratica già 10 giorni su 24 sono stati interessati da emergenza per inquinamento da particolato.
I nostri amministratori non ci badano. Passate le elezioni né il PD, né Coraggiosa, né altri del centrosinistra che esprime la Giunta ha manifestato preoccupazione o avanzato proposte per “spegnere” le principali cause dell’inquinamento da PM10. Quella che va arrestata o almeno ridotta nelle aree urbane è la combustione che fa funzionare gli impianti di riscaldamento e i mezzi di trasporto. Quanto meno quelli ancora legati all’energia fossile, cioè la maggior parte. Torniamo sempre lì: o si accelera la conversione verso l’impiego di energie rinnovabili oppure avremo solo l’imbarazzo della scelta. Sarebbe paradossale se risolvessimo l’emergenza Covid-19 per poi morire per tumore da polveri sottili o per qualche disastro climatico prodotto dall’effetto serra. In conclusione: o ci sbarazziamo una buona volta dalla dipendenza da gas, petrolio, carbone e simili o sarà il nostro territorio a sbarazzarsi di noi.
[nell’immagine: i risultati delle rilevazioni di PM10 in Emilia Romagna giovedì scorso da https://www.arpae.it/it/temi-ambientali/aria]
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Aria ancora troppo inquinata: si continua con le limitazioni emergenziali