La Pro Loco di Lido di Dante ha denunciato i danni della Burrasca della Befana.
«Ho scoperto i danni provocati dal mare in burrasca di prima mattina quando sono venuto a vedere se la mareggiata aveva fatto disastri» racconta Andrea Scarabelli, presidente della Pro Loco. «I lavori completati lo scorso anno non sono serviti a nulla. Le onde e le correnti hanno sfilato i pali della palizzata eretta per proteggere la spiaggia. Quella di Lido di Savio è ancora in piedi, forse perché lì hanno utilizzato pali più grossi e conficcati più in profondità rispetto a Lido di Dante» aggiunge Scarabelli. La mareggiata si è mangiata la duna e ha lasciato la passerella appoggiata su due soli pali. «Ho già segnalato i problemi che si vengono a creare. La passerella in legno la utilizziamo per le escursioni estive nella riserva naturale che si affaccia sulla zona ‘rossa’ interdetta al turismo. Adesso vedremo come si potrà intervenire. Il fatto è che si procede con tanti monitoraggi e tanti progetti, ma di lavori che funzionano veramente non se ne vedono». Per Scarabelli «l’aggressione del mare è sempre più violenta e bisogna individuare una progettualità all’altezza» tenendo conto che la pineta Ramazzotti è sempre più vittima dell’ingresso di acqua salata. Gli ultimi lavori per proteggere Lido di Dante sono costati la bella cifra di 2,5 milioni. «Ci sono esempi di interventi di protezione della costa a cui ispirarsi – aggiunge il presidente della Pro Loco – in Italia come in Olanda. Di certo non possiamo lasciare che la situazione peggiori di anno in anno. Siamo una località che vive soltanto grazie alle sue bellezze naturali ma se vengono distrutte mano a mano, anche il paese finirà per scomparire».
Il Comune, nella persona dell’Assessora Del Conte (che tra le deleghe ha anche quella alla Subsidenza), ha provato a minimizzare ma non ha potuto negare che «a sud di Lido di Dante si sono riscontrati alcuni fenomeni significativi e comunque prevedibili, in un tratto limitato antistante la riserva naturale della Pineta Ramazzotti».
Il problema della subsidenza, come abbiamo molte volte evidenziato, è grave e irrisolto e non può essere tamponato con costosi ma non risolutivi interventi di ripascimento e di protezione se non si elimina la causa principale che è l’estrazione di gas dal sottosuolo marino attraverso le piattaforme off shore. Se si aggiunge l’innalzamento del livello del mare dovuto all’effetto dirompente sulla CO2 dello stesso gas, la combinazione dei fattori è disastrosa. Ce lo aveva già detto l’estate scorsa Luca Mercalli, presidente della Società Metereologica Italiana (SMI)e uno dei più noti climatologi e divulgatori scientifici italiani: «A Ravenna, a furia di supportare l’industria del petrolio, siete una delle città che rischia di più con l’innalzamento del livello del mare».
Tra le piattaforme, Angela Angelina è la più vicina alla costa ed opera a soli 2 km dalle spiagge di Lido di Dante. Da tempo doveva essere chiusa, stando alle promesse fatte dal Sindaco, ma è ancora operativa. Che sia un problema lo riconoscono tutti, dalla Regione ad Arpae. Solo il nostro Comune resta timido. Eppure, in campagna elettorale l’attuale assessore alla transizione ecologica (ex ambiente), Giangi Baroncini, aveva esplicitamente richiesto «la chiusura anticipata del punto di estrazione “Angela e Angelina” per la sua vicinanza alla costa e i suoi effetti negativi su subsidenza ed erosione costiera». Passate le elezioni, la subsidenza è stata subito dimenticata. Nella scelta tra ENI e Lido di Dante, de Pascale e la sua maggioranza non hanno dubbi su chi sia da tutelare: gli interessi del cane a sei zampe. Come Ravenna in Comune la pensiamo diversamente.
[fotografia dal profilo fb del Presidente della Pro Loco di Lido di Dante]
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Lido di Dante flagellato dalla mareggiata
Fonte: il Resto del Carlino del 7 gennaio 2022
Le mareggiate fanno danni sulla spiaggia di Lido di Dante
Fonte: RavennaToday del 7 gennaio 2022