“Ravenna tra i comuni meno virtuosi nella gestione dei rifiuti urbani”.
Il titolo è di qualche giorno fa. Quest’affermazione, che dipinge una realtà che da diversi anni accompagna il nostro Comune, non ha provocato grandi reazioni. Ormai ci si è fatta l’abitudine, si direbbe. Eppure almeno da quella parte della maggioranza che si è dichiarata ecologista durante la campagna elettorale (“Coraggiosa”), ci si aspetterebbe maggior sensibilità su temi quali il corretto smaltimento dei rifiuti e la raccolta differenziata. Invece non c’è stata nessuna reazione. E, verrebbe da dire ovviamente, nemmeno da parte del Sindaco e del resto della Giunta. Tutto tace, tutto rimane inerte e il tempo passa.
Ovviamente chi ha inserito Ravenna tra i comuni meno virtuosi non siamo stati noi di Ravenna in Comune, bensì Legambiente che in tema di ecologia e difesa delle risorse naturali ha voce autorevole: quella appena conclusa è stata infatti la 14esima edizione dell’Ecoforum Emilia-Romagna.
Lo scorso agosto, in tema di rifiuti, avevamo lanciato un accorato appello (“Rifiuti: a pensar male…”) invitando a non perdere ulteriore tempo e a passare all’azione per recuperare il gap in tema di raccolta differenziata, ancora al di sotto del 65 % (obiettivo fissato in Italia per il 2021), e per cercare di smaltire meno kg di rifiuti per abitante (oggi a livello provinciale Ravenna produce il doppio di quanto prevederebbe il piano regionale dei rifiuti).
Si doveva procedere con la progressiva implementazione della raccolta porta a porta ma, al momento, tutto continua ad andare a rilento. Eppure alla fine del 2021 scadranno sia i termini di validità del Piano Regionale Rifiuti sia l’orizzonte temporale fissato dalla legge regionale 16/2015 sull’economia circolare. Come dire che il Comune di Ravenna avrebbe poco più di 2 settimane per adeguare le modalità di raccolta dei rifiuti e per iniziare con la tariffazione puntuale. Mission impossible, evidentemente.
Di modelli virtuosi in Regione ne abbiamo parecchi: le province di Parma e Ferrara, seguite da Reggio Emilia; tra i comuni capoluogo troviamo Forlì, Parma e Ferrara. Qualora mancassero idee e iniziative, si potrebbe dunque prendere esempio dagli altri comuni che gestiscono meglio i rifiuti. Un elenco di buone iniziative, premiate da Legambiente, si possono trovare sul report “Comuni ricicloni Emilia Romagna 2021” di cui consigliamo la lettura ai nostri amministratori.
Noi di Ravenna in Comune seguiamo con particolare attenzione le problematiche inerenti all’ecologia e all’ambiente perché consideriamo ormai scaduto il tempo del consumo e della distruzione del nostro pianeta. Concludiamo citando una delle ultime uscite da Consigliere di Massimo Manzoli prima delle elezioni:
«Che l’approccio al tema fosse sbagliato era evidente e l’ho detto in ogni possibile situazione. Che l’idea di una differenziata mista, in cui il cittadino non è nelle condizioni chiare di poterla eseguire al meglio, l’ho detto in ogni possibile situazione. Che i numeri continuino a massacrare, giustamente, il nostro territorio è ancora storia come lo è sempre stato. Qualsiasi lista, partito, associazione, che ha a cuore il bene della nostra città deve immediatamente mettere il tema al centro della discussione partendo dalle basi: ammettere con onestà che abbiamo sbagliato approccio e individuare soluzioni, senza vergognarsi al limite di copiare “da chi fa meglio” (anche perché chiunque fa meglio in Regione)».
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Legambiente. Gestione dei rifiuti urbani, Ravenna tra i comuni meno virtuosi d’Italia: non si raggiunge nemmeno l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata