L’Organizzazione mondiale delle Nazioni Unite nel 2015 ratifica, con la firma di 193 paesi (Italia compresa), quella che viene definita come Agenda 2030, un programma di azioni attraverso il quale si punta punta alla riduzione dell’inquinamento e dell’effetto serra a livello globale.
Si sviluppa il concetto di città sostenibile che può essere individuato in un nuovo sistema di organizzazione del centro urbano. Questa moderna pianificazione include trasporti, territorialità, riduzione dei consumi e produzione indipendente di differenti tipologie di energia. Garantire l’accesso agli alloggi alle popolazioni dei quartieri poveri,assicurare un sistema di trasporti sicuro (ma anche accessibile e sostenibile, migliorando la sicurezza delle strade e investendo nel potenziare i trasporti pubblici, in particolare per soggetti con invalidità, anziani e bambini), rendere l’urbanizzazione più inclusiva (oltre che green) pianificando un nuovo sistema di insediamento urbano, salvaguardare il patrimonio naturale e culturale, infine diminuire l’impatto ambientale, investire nella gestione dei rifiuti urbani e nella qualità dell’aria.
Molte città si stanno adoperando per rispettare i parametri dichiarati all’ONU, città ben più complesse di Ravenna, stiamo parlando di Stoccolma, San Francisco e Copenaghen.
E a Ravenna, quali progetti sono in cantiere per rispettare l’agenda ed essere sostenibile nel 2030?
Come Ravenna in Comune notiamo come ci sia delle grosse incongruenze tra i piani del comune e le reali intenzioni della classe dirigente ravennate.
Si parla di turismo sostenibile, si scrive nero su bianco, di “rendere il sistema spiaggia duna e retro-duna più naturale” e poi si organizza concerti con migliaia di persone sull’arenile.
Azione che di fatto stravolge l’ecosistema naturale… altro che sostenibilità!
Ma al netto di quanto scritto è impressionante il quanto non scritto e non detto!
- Entro il 2030 come rendere Ravenna una città sostenibile se il pensiero è quello di Giannantonio Mingozzi (noto esponente PRI e oggi presidente di terminal container) quando dice che “chi si rifiuta di prendere atto che di gas metano e petrolio avremo sempre bisogno. Anche a Glasgow in Cop26 si è parlato di transizione ecologica graduale senza abbandonare le fonti energetiche di cui disponiamo”.
- Come rendere Ravenna città sostenibile se ci confermiamo anno dopo anno come il comune che consuma più suolo.
- Come rendere una città sostenibile se alla richiesta dell’ONU di “ottenere entro il 2030 l’accesso universale ed equo all’acqua potabile che sia sicura ed economica per tutti“ se si continua ad ignorare un referendum nel quale si chiede che l’acqua ri-diventi “bene comune”.
- Come seguire l’agenda ONU se alla richiesta “di una copertura sanitaria universale e i servizi devono essere di qualità, di accesso sicuro, efficace e a prezzi accessibili ai medicinali per tutti” se da 20/30 anni a questa parte il processo imposto è verso la chiusura o forte limitazione del pubblico a favore del privato, ricordiamo sempre quando de Pascale dichiara in campagna elettorale “ la sanità privata convenzionata, alla quale non possiamo che guardare con attenzione e in maniera costruttiva per integrare l’offerta di servizi nel nostro territorio.”
- Come arrivare ad essere città sostenibile se anche l’ultima rilevazione di Legambiente colloca il comune di Ravenna all’ultimo posto in regione per raccolta differenziata.
Ci sono tanti motivi per pensare che con questa direzione e con questi condottieri Ravenna non sarà mai una città sostenibile, men che meno nel 2030.
Ecco come Ravenna in Comune crediamo che il Pd e la giunta sperino che il 2030….arrivi in ritardo!