Oggi ricorre il 77esimo anniversario della liberazione di Ravenna dall’occupazione nazi-fascista. È una festività civile a cui teniamo particolarmente. Ci ricorda e ci consente di ricordare una vittoria di popolo che ha segnato il “prima” rispetto al “dopo”. Conquistare la libertà, perché fu conquistata non donata, prima dell’ultimo inverno di guerra, segnò la differenza tra vita e morte per tante e tanti. Già poco più a nord del nostro Comune, ad Anita e Longastrino, la liberazione devono aspettare aprile per commemorarla. E mettono una cifra in meno rispetto a noi. A Ravenna la festeggiamo oggi, 4 dicembre.
Come Ravenna in Comune lo facciamo riproponendo la ricostruzione di quei giorni che ne fece Bulow. E con una poesia di Pasolini.
Teniamo a questa data, teniamoci tutte e tutti. Teniamocela stretta.
“La Resistenza e la sua luce”
di Pierpaolo Pasolini
Così giunsi ai giorni della Resistenza
senza saperne nulla se non lo stile:
fu stile tutta luce, memorabile coscienza
di sole. Non poté mai sfiorire,
neanche per un istante, neanche quando
l’Europa tremò nella più morta vigilia.
Fuggimmo con le masserizie su un carro
da Casarsa a un villaggio perduto
tra rogge e viti: ed era pura luce.
Mio fratello partì, in un mattino muto
di marzo, su un treno, clandestino,
la pistola in un libro: ed era pura luce.
Visse a lungo sui monti, che albeggiavano
quasi paradisiaci nel tetro azzurrino
del piano friulano: ed era pura luce.
Nella soffitta del casolare mia madre
guardava sempre perdutamente quei monti,
già conscia del destino: ed era pura luce.
Coi pochi contadini intorno
vivevo una gloriosa vita di perseguitato
dagli atroci editti: ed era pura luce.
Venne il giorno della morte
e della libertà, il mondo martoriato
si riconobbe nuovo nella luce…
Quella luce era speranza di giustizia:
non sapevo quale: la Giustizia.
La luce è sempre uguale ad altra luce.
Poi variò: da luce diventò incerta alba,
un’alba che cresceva, si allargava
sopra i campi friulani, sulle rogge.
Illuminava i braccianti che lottavano.
Così l’alba nascente fu una luce
fuori dall’eternità dello stile.
Nella storia la giustizia fu coscienza
d’una umana divisione di ricchezza,
e la speranza ebbe nuova luce.