Ravenna in Comune si è sempre dichiarata contraria alla realizzazione del deposito di CO2 che ENI vorrebbe piazzare davanti a Marina di Ravenna. Gianni Bessi, consigliere regionale per il PD ravennate, si è sempre dichiarato a favore. Dunque non c’è da stupirsi se spesso ci troviamo su posizioni opposte.
All’inizio di novembre, ad esempio, Bessi ha espresso lodi senza fine nei confronti di Mario Draghi. Non che sia l’unico a farlo. A parte noi di Ravenna in Comune e pochi altri, perfino l’opposizione lo vorrebbe al Quirinale, quindi i complimenti di Bessi non sono certo rivoluzionari. Cosa ha detto Bessi?
«Prima o poi, sfrondate tutte le ipotesi irrealizzabili, almeno per il momento, si doveva arrivare a una sintesi di ‘cosa fare’ per iniziare il cammino della decarbonizzazione. Mario Draghi, con il consueto realismo, ha affermato al Cop26 di Glasgow che le rinnovabili hanno limiti e che si deve investire nelle tecnologie di cattura del carbonio. […] E i passi concreti possono essere solo quelli già progettati e cantierabili immediatamente. In questa lista c’è ovviamente l’impianto di cattura e stoccaggio di anidride carbonica di Eni a Ravenna».
Coerentemente con quanto anticipato, nella manovra di Draghi sono effettivamente spuntati 150 milioni di euro proprio a favore di quella enorme discarica di CO2 che Eni vorrebbe accollarci.
Già, però, salta fuori che anche la UE ogni tanto è coerente. La Ue aveva segnalato infatti a suo tempo l’incompatibilità di questo progetto con le finalità del Piano nazionale di ripresa e resilienza e aveva perciò costretto il Governo a tirarci una riga sopra. Il Governo aveva così dovuto modificare la prima bozza che accontentava ENI. Si sapeva che ENI ci avrebbe provato di nuovo. Ed ecco così la manina che ha ripristinato i finanziamenti nella proposta di legge di bilancio italiana. La Ue, però, insiste e ha bocciato nuovamente il piano del cane a sei zampe che era tra i candidati al primo bando del Fondo Europeo per l’Innovazione. Niente finanziamenti europei per l’impianto al largo di Ravenna che non è tra i 7 progetti vincitori e non figura nemmeno tra i 15 che riceveranno assistenza dalla Banca Europea per gli Investimenti.
Ci aspettiamo ora che con analoga coerenza da parte italiana si dedichino, con miglior preveggenza, alle rinnovabili quei 150 milioni di euro della manovra. E si costringa a fare altrettanto ENI, che lo Stato Italiano controlla, con i 2 miliardi e passa complessivi che la realizzazione della discarica ravennate comporterebbe. Investimenti comunque da portare a Ravenna. Per farne la capitale delle rinnovabili, però.
Bessi concludeva le sue lodi al premier sostenendo come «il progetto sia strategico e abbia le carte in regola per diventare un biglietto da visita ambientale che potremmo poi replicare a livello mondiale». Sosteneva pure che la direzione, ove intrapresa, sarebbe stata «la stessa che aveva ipotizzato l’Ue». Questa volta, però, il classico tormentone «ce lo chiede l’Europa» non gli ha concesso appigli.
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Eni, il maxi deposito di CO2 a Ravenna è stato bocciato dall’Europa
Fonte: Domani del 25 novembre 2021
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Legge di bilancio di Mario Draghi, 150 milioni di euro che servono all’Eni
Fonte: Domani del 17 novembre 2021