Le classifiche sulla qualità della vita non sono “il verbo divino”. Come abbiamo detto molte volte (più o meno in occasione dell’annuale rito della loro pubblicazione) «si tratta di valutazioni relative, discutibili e non di verità enunciate dal pulpito». Tuttavia qualche indicazione la danno. Specie quando, rispetto ad alcuni indicatori, invece di tirare fuori risultati sorprendenti non fanno altro che confermare un trend.
Ciò significa, in altri termini, che un’Amministrazione avveduta invece di accampare solo scuse (“non è nostra competenza”, “è responsabilità di chi denuncia” e simili) dovrebbe porsi il problema di come affrontare le situazioni critiche che puntualmente sono messe in rilievo anno dopo anno.
Nel caso di Ravenna e del “Rapporto sulla Qualità della Vita in Italia 2021” stilato da ItaliaOggi e Università La Sapienza di Roma, il dito va puntato in particolare su alcune importanti criticità che, guarda caso, sono poi sempre le stesse di cui parliamo come Ravenna in Comune.
Per quanto riguarda gli aspetti ambientali, ad esempio, Ravenna resta stabile a metà classifica (55esima posizione) per quanto riguarda il superamento del limite orario previsto per il biossido di azoto, mentre peggiora ulteriormente per i superamenti del limite orario previsto per il PM10 (81esimo posto) e i superamenti del limite orario previsto per il PM2,5 (85esimo). Quanto ai rifiuti, la classifica ci colloca tra le 10 province peggiori nella raccolta, al 101esimo posto. E non ce la caviamo bene nemmeno per la raccolta differenziata, con Ravenna 64esima.
Altra criticità nota è quella riassunta nel titolo “Reati e sicurezza”: Ravenna è 99esima. Incidono gli omicidi colposi e preterintenzionali (106esimi), i tentati omicidi (83esimi), le lesioni dolose e percosse (94esimi) e le violenze sessuali (95esimi). Un po’ meno i furti d’auto (39esimi) e i sequestri di persona (44esimi), ma balzano in su i reati legati al traffico di stupefacenti (87esimi), lo sfruttamento della prostituzione (100esimi), gli scippi e i borseggi (90esimi). Non stupiscono più purtroppo i furti in abitazione (105esimi), le rapine (75esimi), specie quelle in banca e negli uffici postali (101esimi). E poi siamo 53simi per estorsioni e 74esimi per frodi informatiche.
Per il capitolo “Lavoro”, continuano ad andar male gli infortuni sul lavoro (100esima posizione). Va ricordato che le province monitorate sono in tutto 107! Non è un caso se come Ravenna in Comune avevamo proposto la costituzione presso il Comune di un apposito Osservatorio che invece il Sindaco ha “decentrato” presso la Prefettura depotenziandolo. Di fatto non si sa a cosa serva.
Rispetto a tutto ciò la Giunta appena nominata può girarsi dall’altra parte e scambiarsi congratulazioni per altri indicatori che sono, invece, positivi (o, almeno, meno negativi). Oppure, come dicevamo, può rimboccarsi le maniche. Tanto per fare un esempio si potrebbe ridare linfa al “nostro” Osservatorio per la legalità e la sicurezza sul lavoro trasferendolo dalla Prefettura al Comune. Sarebbe un gran bel segnale.
La prima opzione, quella del far finta che i problemi non ci siano, però, è la più facile e quella che PD e soci hanno sempre seguito. Come Ravenna in Comune ci auguriamo, per il bene della collettività, che l’approccio tradizionale questa volta cambi: non sempre rispettare le “tradizioni” è buona cosa!
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Qualità della vita, l’analisi dei dati: Ravenna bocciata su furti e rifiuti, promossa per salute e turismo