«Rilanciare le attività di estrazione e ricerca in Adriatico e nell’entroterra non risolverebbe la crisi in quanto ci fornirebbe un’autonomia per un tempo limitato a qualche anno. Il problema sarebbe solo rimandato. Presto si terrà la conferenza Internazionale sul Clima che porterà ad una transizione verso nuove forme di energia. Tanti paesi si stanno muovendo in questa direzione fissando obiettivi per un nuovo modello energetico quali: l’impegno nel settore dei gas a effetto serra per la loro eliminazione, il rafforzamento dell’indipendenza energetica e della competitività economica nonché una più grande attenzione per la salute umana e l’ambiente nella lotta contro il cambiamento climatico. Continuare nello sfruttamento delle risorse energetiche poste nel nostro sottosuolo porterebbe ad un aggravamento della subsidenza con conseguenze disastrose per tutto il nostro territorio ed in particolare per il settore del turismo e dell’agricoltura. Località come Lido di Dante si abbassano di quasi 1 centimetro e mezzo ogni anno, mentre lo sprofondamento generale della costa rende più difficile il deflusso delle acque a mare con conseguente aumento del rischio idrogeologico. Occorre dire chiaramente che ci sono località che a questo ritmo nel medio periodo dovranno abbandonare la loro vocazione turistica, riserve naturali che si dimezzeranno, città sempre più allagate ed esondazioni più frequenti. Come Ravenna in Comune pensiamo che il nostro distretto energetico debba guardare con attenzione soprattutto allo sviluppo di nuove tecnologie che possano portare l’Italia a una piena indipendenza dai prodotti fossili con il conseguente rispetto per l’ambiente e per la vivibilità del territorio. Questa crisi deve essere un’occasione di sviluppo verso le energie pulite da cogliere per le aziende del settore energetico, le potenzialità e competenze tecnologiche non mancano. Occorre una concertazione fra economia e politica che programmi un futuro sostenibile. Continuare a rimandare sarebbe irresponsabile, aspettare oltre non servirebbe più a nulla».
Quest’articolo, che abbiamo sopra riportato testualmente, dal titolo “La crisi dev’essere un’occasione di sviluppo verso energie pulite”, lo abbiamo scritto 6 anni fa. Da allora non è cambiato niente. Allora la conferenza sul clima che si doveva tenere era quella di Parigi. Quest’anno ci prepariamo a quella di Glasgow. Il tempo è sempre meno e i cambiamenti climatici producono disastri in continuazione. Allagamenti in Veneto. La Sicilia sepolta nel fango. Nelle Marche e in Calabria si chiudono scuole per emergenza maltempo. Bombe d’acqua in Campania. Altri allagamenti in Puglia e Molise a sud e in Liguria e Piemonte a nord. E anche in Romagna. Sono solo un cenno delle cronache dell’ultimo paio di giorni. Chi continua a credere alla buona fede dei propugnatori della transizione infinita a base di gas, sinceramente, non ha più scuse. Peccato che il prezzo della loro stoltezza la pagheremo tutte e tutti noi.
[nella foto: strade allagate in Bassa Romagna]
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