“Il cambiamento verrà dalle strade, da noi, non dalle conferenze. La speranza non viene dal bla bla bla dei politici, non viene dalla mancanza d’azione e dalle promesse vuote. La speranza siamo noi, la speranza c’è quando le persone si mettono insieme per un obiettivo comune. Abbiamo tutto il diritto di essere arrabbiati, di scendere in strada e chiedere il cambiamento che non solo è possibile ma anche urgentemente necessario. Vogliamo cambiare le cose e chiediamo che le cose cambino. Non fermiamoci, continuiamo a combattere. Un altro mondo è possibile, non ci fermeremo”. Così Greta Thunberg alla grande manifestazione di Milano per il clima.
“Ravenna ha davanti l’opportunità di avviare una nuova fase di guida nel settore energetico, soprattutto nella definizione di una strategia energetica nazionale non conservatrice, ma pragmatica, innovativa e nel contempo concreta e realizzabile, verso un futuro in cui l’energia sarà prodotta solo da fonti pulite, continuando a mantenere, nel frattempo, un posto di rilievo nella produzione del mix da fonti energetiche (gas naturale e rinnovabili) per sostenere le filiere tecnologiche e la produzione di beni e servizi ed evitare in questa fase una miope dipendenza da altri paesi. A titolo di esempio, il rapporto del 2019 a cura del Mise, rileva che attualmente importiamo quasi la totalità del gas naturale, pari al 93% del fabbisogno nazionale necessario alla produzione di energia, al funzionamento del trasporto e al riscaldamento delle nostre case. L’inevitabile ricorso all’importazione comporta maggiori costi rispetto all’estrazione in Italia, con un impatto ambientale superiore del 25% per aspetti tecnici e dispersioni”. Così Michele de Pascale, all’inaugurazione dell’OMC. Tante parole per dire che bisogna continuare ad estrarre gas dal mare davanti a Ravenna. Quel gas che innalza la temperatura del pianeta. Quel gas che abbassa la costa ravennate.
Essere con chi vuole la transizione subito non è la scelta più facile. Richiede attivarsi per spingere la produzione di energie rinnovabili ad oggi non sufficiente. Richiede di ripensare il modello produttivo e la società che abitiamo. Richiede di gestire il cambiamento anche per chi deve continuare a trarre sostentamento dal proprio lavoro e che, spaventato dal fatto di perderlo, si oppone alla trasformazione dell’economia a traino oil & gas.
Lasciare le cose come stanno significa pregiudicare il nostro futuro prossimo per qualche voto in più alle elezioni di domenica. De Pascale ha inneggiato alla dichiarazione di emergenza climatica per poi richiuderla immediatamente nel cassetto.
“I ragazzi e le ragazze del movimento Fridays for future, a Ravenna e in tutto il mondo, stanno risvegliando le coscienze di tutti noi, cittadini e amministratori, e ci stanno mettendo davanti alle nostre responsabilità e alle conseguenze che si verificheranno se non verranno presi al più presto provvedimenti seri, in grado di arginare l’impatto dei cambiamenti climatici sul futuro del nostro pianeta”. Così il comunicato ufficiale di de Pascale dopo l’approvazione da parte del Consiglio Comunale. E ancora: “La mozione per dichiarazione di emergenza climatica, che è appena stata approvata e che, in relazione alle competenze del Comune di Ravenna, contiene precisi impegni per la realizzazione di iniziative volte al contrasto al cambiamento climatico, diventa massima priorità nell’agenda dell’Amministrazione comunale”.
Si è visto cosa ha avuto priorità nell’agenda della sua Giunta che ha appena concluso il mandato:
- sostenere con forza la continuazione delle estrazioni di gas;
- accordare massicce autorizzazioni all’impermeabilizzazione dei terreni: case che non servono, piattaforme logistiche inutili, banchine senza un domani;
- applaudire quegli stessi padroni che sfruttano in ogni modo i lavoratori e ne mettono a rischio la sicurezza;
- chinarsi di fronte a qualunque richiesta del cane a sei zampe, la più grande discarica del mondo di CO2 compresa;
- ecc. ecc.
Eppure è lo stesso politico che, in quel comunicato del 16 luglio 2019 dichiarava: “Si identificheranno in particolare iniziative per la riduzione delle emissioni, per l’introduzione di energie rinnovabili e l’incentivazione dell’efficientamento energetico nei settori della pianificazione urbana, nella mobilità sostenibile, nell’edilizia pubblica, nella scelta dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento e per lo sviluppo progetti di riforestazione”.
Bla bla bla
[Nella foto: lo sciopero per il clima promosso anche a Ravenna dai Fridays for Future il 24 settembre scorso e al quale Ravenna in Comune ha aderito]
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