Ravenna Coraggiosa, una delle listarelle che compongono il corteo di de Pascale, ha appena chiesto la chiusura dell’Angela Angelina. Parlando del ripascimento, l’ennesimo, resosi necessario per Lido Adriano, Lido di Dante e Punta Marina, «serve ribadire – spiega Gianandrea Baroncini, capolista di Ravenna Coraggiosa – la richiesta della chiusura anticipata del punto di estrazione Angela e Angelina per la sua vicinanza alla costa e i suoi effetti negativi su subsidenza ed erosione costiera in quelle aree e nell’oasi naturalistica di foce Bevano» [dalla pagina fb della lista]. E subito la notizia è stata rilanciata con enfasi: «Coraggiosa. Basta estrazioni davanti al Lido di Dante» [Corriere Romagna del 22 settembre 2021]. E anche: «Angela Angelina ha effetti negativi sulla costa: va chiusa. Ravenna Coraggiosa interviene sulla piattaforma» [il Resto del Carlino del 22 settembre 2021]. Eccetera eccetera.
Ci dispiace dover precisare: non è una notizia. Si tratta invece di pubblicità ingannevole. Vuol lasciare intendere una presa di posizione “coraggiosa” all’interno della coalizione che oggi è maggioranza e che si ripropone agli elettori nella speranza di continuare ad esserlo anche dopo il voto. Va ricordato, per l’ennesima volta, che quello di Coraggiosa è greenwashing puro e semplice. Un’operazione di marketing per rendere nuovamente spendibili alle prossime elezioni partiti che già erano con de Pascale: Sinistra Italiana, ossia SEL, e Articolo 1-MDP, vale a dire una costola del PD. Nulla di nuovo sotto il sole nemmeno quanto al contenuto. Già nel 2016, a pochi giorni dal referendum sulle trivelle, su iniziativa dell’allora consigliera Morigi, PD, PRI e SEL votavano e approvavano in Consiglio Comunale un ordine del giorno proprio per chiudere la piattaforma:
«superamento dei punti di estrazione più vicini alla costa, a partire dal pozzo Angela Angelina del quale si deve prevedere la totale cessazione con netto anticipo rispetto alla concessione in essere».
La posizione favorevole alla chiusura dell’Angela Angelina, dunque, è già stata ampiamente metabolizzata dai partiti di governo cittadino. L’ordine del giorno risale al mandato precedente a quello attuale di de Pascale ma la linea è stata da lui condivisa tanto da far uscire un comunicato ufficiale il 6 luglio 2017:
«Ho ricevuto ieri – dichiara il sindaco Michele de Pascale – una lettera dell’amministratore delegato di Eni, ingegner Claudio Descalzi, in risposta alla mia richiesta di chiudere il prima possibile, e quindi in anticipo rispetto alla scadenza della concessione in essere (2027) la piattaforma Angela-Angelina, perché non sostenibile da un punto di vista ambientale. La risposta di Descalzi sancisce l’impegno di Eni ad attivarsi concretamente in tal senso».
Non se ne è fatto niente. Evidentemente. Tanto da far radicalmente riposizionare l’obiettivo a de Pascale in una intervista del marzo scorso: «la città è decisa nel chiedere che non ci siano proroghe dopo il 2027» [intervista apparsa su Ravenna & Dintorni 4-10 marzo 2021]. Poiché gli deve essere sembrato poco utile mediaticamente essere così trasparente, nel suo programma elettorale si butta un po’ di fuffa in aria: «come più volte auspicato anche dal Consiglio Comunale, va eliminato il punto di estrazione Angela e Angelina per l’eccessiva vicinanza alla costa e i suoi effetti nell’area molto fragile di Lido di Dante, Lido Adriano e foce Bevano». Insomma, quanto al chiedere che, prima o poi, Angela Angelina chiuda sono tutti d’accordo.
Il problema, dunque, sta nel “come chiedere” e nel “quando chiudere”.
Come Ravenna in Comune abbiamo scritto, solo qualche giorno fa, che l’attuale maggioranza, “Coraggiosa” inclusa, dovrebbe avere almeno il coraggio di dirlo: «vogliono che Angela Angelina resti dov’è per sempre». La nostra accusa è chiara: fanno solo per finta. A conferma (l’ennesima) che si tratta solo di presa per il naso, ci sono le osservazioni presentate dal Comune di Ravenna alla bozza del Pitesai, il Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee. Cioè il piano in base al quale potrà riprendere in alcune porzioni del territorio nazionale l’attività di ricerca e successiva estrazione di idrocarburi. In due paginette striminzite scritte in caratteri grandi grandi nessun riferimento viene fatto alla indispensabile chiusura della piattaforma. A differenza della Regione che, per quanto sia favorevole alla ripresa delle estrazioni in altre zone, critica esplicitamente il Pitesai proprio per la mancata chiusura dell’Angela Angelina: «non paiono essere affrontati in maniera adeguata gli impatti sulle zone costiere dovuti alla subsidenza e all’innalzamento del livello del mare. Si consideri ad esempio che la concessione Angela-Angelina, entro le 12 MN, determina tuttora tassi di subsidenza superiori a 15 mm/anno nel tratto di costa interessato».
Dunque, per riassumere, vogliono prendere in giro l’elettorato una volta in più o condividono effettivamente l’obiettivo e intendono perseguirlo con decisione? Appurato che esprimere una pia speranza e basta non serve a niente, vorremmo tanto sentire da “Coraggiosa”, de Pascale e compagnia cantante come intendano ottenere da ENI lo smantellamento immediato dell’Angela Angelina, visto che tra 6 anni scade la concessione attuale. E non ci raccontino di nuovo che scriveranno una letterina con la richiesta del regalino. Almeno noi di Ravenna in Comune a Babbo Natale non crediamo più da un pezzo!
[nell’immagine, Angela Angelina durante il Light Design Event della Notte Rosa 2017. Nient’altro che pinkwashing!]
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“Angela Angelina ha effetti negativi sulla costa: va chiusa”
Fonte: il Resto del Carlino del 22 settembre 2021