Così riporta la stampa sulle condizioni delle acque del Candiano all’altezza della Darsena:
«L’acqua del canale appare particolarmente scura e tendente al verde, sembra esserci una intensa presenza algale subito sotto la superficie. […] L’impianto fognario della città ha avuto cedimenti in alcuni punti, provocati dalla tanta acqua caduta in un tempo molto ristretto. Non a caso per un paio di giorni un odore nauseabondo è stato avvertito dai cittadini anche in darsena».
Le acque in Darsena risentono del suo passato portuale e industriale, come noto. Ma quel passato è ormai defunto da tempo. La costruzione di un ponte che solo raramente può essere aperto ha messo la parola fine all’accesso navale e così anche ai terminal portuali che sorgevano sulle due rive. E degli impianti industriali è ormai rimasta solo la Raviplast (ex Pansac). Certo, da allora nessuna bonifica è stata effettuata, nonostante proclami e promesse dell’Amministrazione Comunale, per cui le acque sono pesantemente inquinate.
Non è questo però a fermare la fauna ittica che, da quando non è più disturbata dal movimento navale, prolifera in tutta la parte terminale del canale per la gioia di pescatori incuranti dei miasmi della pozza da cui li catturano. Dunque è stato qualcosa d’altro a causare l’ultima ecatombe di pesci:
«Una lunga fila di pesci morti, cefali principalmente, dalla testata del Candiano verso il ponte mobile. È lo scenario che è apparso ieri mattina ai frequentatori della Darsena che si sono fermati a osservare questo fenomeno, raro per dimensioni così abbondanti. Portati dalla corrente, i pesci galleggiavano con la pancia bianca all’aria, preda di decine di gabbiani. Per cercare di risalire alle cause della moria, l’Autorità di sistema portuale ha avvisato Arpae, mentre si è mobilitato anche l’Ufficio Ambiente del Comune».
Si è trattato per la maggior parte cefali. Quasi un quintale di pesce morto giovedì scorso è stato infatti ripescato dal canale per essere sottoposto ad analisi. E, come riporta la stampa, il fenomeno è notevole solo per la dimensione, non per l’infrequenza.
Non potendo essere attribuito all’inquinamento, sempre presente, l’altra variabile sotto osservazione è dunque il sistema fognario. Principale imputato sia qualora la causa sia da attribuire ad anossia (mancanza di ossigeno per lo sviluppo algale) che ad avvelenamento. In entrambi i casi si tratterebbe comunque di rilascio recente di sostanze da parte del sistema fognario che scarica direttamente in Darsena. Si tratta di scarichi di acque “bianche”, ma pur sempre scarichi sono. E la loro localizzazione è spesso segnalata dal colore delle chiazze d’acqua nel luogo di emissione. Come ovvio, qualunque bonifica delle acque non potrebbe mai essere risolutiva finché gli scarichi non cesseranno.
Purtroppo, però, questo non accadrà. Quando è stato portato in Consiglio Comunale l’intervento di riqualificazione fognaria della Darsena, come Ravenna in Comune abbiamo votato a favore. Tutto il Consiglio, maggioranza e opposizione, ha deliberato all’unanimità a favore dell’intervento. Lo abbiamo fatto in quanto, benché estremamente oneroso, prevede nel progetto anche interventi opportuni di ammodernamento del sistema fognario. Ciò premesso, gli otto milioni e rotti di euro investiti nelle opere se non serviranno a migliorare le acque del Candiano miglioreranno sicuramente le entrate dei lottizzatori privati della Darsena. Come a suo tempo ammesso dall’Assessora del Conte: «Con questa infrastruttura, infatti, i comparti urbanistici che devono ancora svilupparsi potranno partire perché avranno a disposizione tutte le opere di urbanizzazione necessarie per realizzare i loro progetti». «Che l’ambiente venga risanato», come invece aggiungeva il Sindaco, non è né la finalità né il contenuto del progetto. Ancora più esplicitamente: la bonifica delle acque del Candiano non interverrà a seguito di questo intervento. Non verranno rimossi gli inquinanti depositati sul fondo del canale, né verrà interrotto il recapito di acque “bianche” nel canale. Verranno anzi ad aumentare gli scarichi.
I pesci continueranno a morire. Il canale continuerà ad avere un odore nauseabondo. E il «rilancio del quartiere Darsena, tanto atteso dai ravennati», secondo le parole di de Pascale, dovrà aspettare la prossima generazione. Quella attuale si dovrà accontentare dei nuovi palazzoni in affaccio sull’acqua di fogna.
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Morìa di decine di pesci nel Candiano in Darsena