A SEGUIRE LE POLITICHE ENERGETICHE DI PD E PRI CI ASPETTEREBBE UN FUTURO LACRIME E SANGUE

Dobbiamo a Giannantonio Mingozzi, questa volta in veste di candidato dell’Edera alle comunali 2021, l’occasione per ribadire uno dei tanti motivi per cui non siamo in campo con i repubblicani di Ravenna. Né con il PD, Coraggiosa e le altre listarelle inventate per l’occasione, peraltro.

Ha infatti ritenuto opportuno replicare a quanto avevamo scritto. Sostenevamo, nell’ambito di un discorso più articolato in tema energetico, che i programmi elettorali di de Pascale e soci si incentrassero sulle “solite energie fossili”. – Quest’anno c’è in più, novità novità, la più grande discarica del mondo di CO2 voluta da ENI. Perché qualunque cosa comandi ENI, a Ravenna, si fa. PRI e PD si contendono addirittura il ruolo di difensori del cane a sei zampe: «in prima fila nella difesa di Eni, delle imprese e dell’occupazione dell’Off-shore ed Oil&Gas» – aggiungevamo citando alla lettera da un comunicato elettorale dei repubblicani.

Ribatte Mingozzi: – Stoccaggio CO2, risorse dell’Adriatico e i 4000 dipendenti delle imprese ravennati dell’offshore non se li inventano i repubblicani ; esse sono ragioni per un doveroso sostegno a quelle aziende che hanno creato il nostro distretto industriale, ENI compresa,  continuando ad aggiudicarsi commesse in tutto il mondo nonostante l’avversione di parte del mondo politico italiano e di casa nostra; le rinnovabili sono un grande obiettivo, risorse green, eolico ed idrogeno compresi,  ma si capisce con un po’ di buon senso che non sono dietro l’angolo ed avremo bisogno ancora per molti anni di gas metano e quindi delle imprese che danno lavoro e sostengono innovazione e ricerca in quel settore produttivo. Per questo è sbagliato illudere l’opinione pubblica che basta uno schioccare di dita per riconvertire occupati e tecnici impegnati in quel comparto verso altre opportunità occupazionali che oggi non esistono; esse si creeranno proprio con il contributo delle stesse aziende dell’oil&gas, che il PRI difende nelle istituzioni e nella società civile, ancora con maggiore convinzione di fronte alle potenze del mondo che sull’energia ricatteranno su prezzi, forniture e benessere delle famiglie! – conclude Mingozzi.

Dobbiamo ricordare ai repubblicani che, a dar loro retta, la necessaria transizione alle rinnovabili, che nemmeno loro più negano (finalmente!), non si avrebbe mai. I “molti anni di gas metano” li decide la politica che continua a garantire risorse e permessi all’oil & gas invece di dirottarli sulle energie rinnovabili. I soldi che si mangerà il deposito di CO2 ben potrebbero finanziare altri progetti più utili. E che siano finanziamenti che vengono direttamente dall’Erario o dall’ENI cambia poco: tanto il maggior azionista di ENI è proprio lo Stato!

Vorremmo tanto che, quando parlano di occupazione, si ricordassero delle condizioni dei lavoratori che, spesso con contratti a termine collegati a commesse temporanee, stanno dietro alle imprese dell’oil & gas. Leggiamo ogni giorno delle aziende visitate e incontrate dal comitato elettorale repubblicano. Altrettanto spesso apprendiamo che ne hanno ascoltato le esigenze. Non troviamo invece mai notizia di un incontro con le maestranze che quelle aziende fanno funzionare. Non leggiamo mai due righe sull’indispensabilità di affrontare da subito le conseguenze occupazionali dell’inevitabile conclusione delle attività dell’oil & gas nel ravennate. A Ravenna il distretto energetico è passato dagli oltre 10.000 occupati del 1990 ai circa 4.000 attuali, tra diretti ed indiretti. Non è dipeso da scelte popolari (referendum) o governative. Si tratta di scelte dell’ENI incomprensibilmente difese dal PRI. L’ENI investe in Egitto perché segue le “ragioni del mercato” non per amore/disamore verso il distretto ravennate. L’ENI vende le proprie piattaforme dall’altra parte dell’Adriatico perché lo trova conveniente. Quelle stesse piattaforme da cui il PRI teme si possa “rubare” il “nostro” gas. L’ENI chiude le piattaforme che ritiene chiudere e continua a far funzionare quelle che vuole far funzionare. Indipendentemente da quello che desiderano a Ravenna. L’Angela Angelina? Resta aperta anche se sta facendo sprofondare Lido di Dante. L’ENI continua a trascurare le rinnovabili perché trova più conveniente restare ancorata al fossile. E così via.

Dice Mingozzi che noi non dobbiamo illudere l’opinione pubblica. Ravenna in Comune invita piuttosto i repubblicani a non far troppo affidamento sulla capacità di Mingozzi di darla a bere all’elettorato ravennate.

#RavennainComune #Ravenna #PRI #offshore #gas #amministrative2021

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Mingozzi(PRI): A Manzoli “Il PRI difende imprese e buon senso”

 

Fonte: Più Notizie del 2 settembre 2021

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