Energia per Ravenna. Cinque anni fa era lo slogan della campagna elettorale di de Pascale. E allora, cinque anni dopo, qual è il futuro energetico a cui pensa l’attuale sindaco per Ravenna? Molto simile a quello presente.
C’è ancora il gas. Tanto gas. Tutto il gas possibile, assecondando le richieste della forte lobby che è di casa all’OMC. Eppure la sua estrazione pone importanti problemi ambientali, a partire dalla subsidenza. Provate a chiedere a chi vive a Lido di Dante che convive con l’Angela Angelina proprio davanti alla costa e con un abbassamento del suolo di due centimetri all’anno. Ovviamente il gas è anche diventato il maggior responsabile nell’emissione di CO2 in atmosfera. Non perché sia la fonte energetica che ne emette di più, visto che è superata dal carbone e da altre fonti fossili. Lo è però in termini assoluti a causa dell’enorme incremento nell’uso di questo combustibile rispetto agli altri.
C’è ancora il petrolio, naturalmente, legato alle lavorazioni “non innovative” del petrolchimico. E poi c’è l’idrogeno blu, quello ricavato dalla CO2. E questo si collega all’approvazione senza se e senza ma della CCS, la cattura e stoccaggio della CO2 “pompata” dai giganti del fossile (tra cui ENI) per continuare a bruciare carburanti di vecchio tipo come se non ci fosse un domani.
Purtroppo un domani potrebbe effettivamente non esserci se la linea di de Pascale prevalesse. Teoricamente ne è consapevole, visto che è stato lesto a sottoscrivere la dichiarazione di emergenza climatica. L’aumento della temperatura del pianeta e le sue conseguenze oramai non sono più negate da nessuno. In pratica, però, si fa finta di niente. Più comodo, molto più comodo, andar dietro alla storiella della transizione; un intervallo praticamente senza fine in cui si continua come prima con l’obiettivo, però, di arrivare per magia, in un futuro lontano, all’energia ricavata solo da fonti rinnovabili.
Quella magia va costruita giorno per giorno. Non basta scrivere nei programmi elettorali che si vuole quel tipo di futuro se poi, nei fatti, si persegue un obiettivo opposto. A dar retta al “buon” Michele, nei programmi suoi e della coalizione che lo sostiene alle prossime elezioni, le rinnovabili ci sono. A dir tutta la verità, però, c’erano anche cinque anni fa. C’era un apposito capitolo intitolato “energie rinnovabili”:
«Ravenna deve essere in linea con una strategia di sviluppo sostenibile, dobbiamo guidare la graduale transizione dalla “città del metano” (che ha segnato una lunga fase di ripresa di Ravenna) a una città all’avanguardia nell’implementare l’efficienza energetica. L’esigenza di nuove forme di produzione di energia, fra l’altro, propone a Ravenna un’ulteriore evoluzione del distretto chimico verso la cosiddetta chimica verde.
COSA FARE
- Promuovere massicciamente l’uso delle energie rinnovabili in ogni settore, dall’agricoltura all’industria, al terziario (compreso porto e turismo), dagli edifici ai servizi pubblici.
- Qualificare, innovare e rendere competitivo con investimenti importanti il settore della chimica in cui Ravenna ha una pluriennale esperienza, e migliorare ulteriormente la sua sostenibilità ambientale e le integrazioni con la filiera produttiva del nostro territorio».
Tutto condivisibile, punto per punto. Solo che sono restate parole vuote. Ha avuto cinque anni di tempo e cosa ne ha fatto? Qualcuno ha visto, almeno negli edifici e nei servizi pubblici comunali, la promessa “promozione massiccia delle energie rinnovabili”? O, invece, non si è assistito per un quinquennio ad un sindaco che promuoveva massicciamente solo le esigenze dell’oil and gas? Dalla continuazione nelle estrazioni di gas, alle nuove prospezioni di ricerca, al nuovo metanodotto che attraversa il nostro comune. A cui si è aggiunto un altro “nuovo”: la più grande discarica di CO2 al mondo promossa da ENI. Perché qualunque cosa comandi ENI, a Ravenna, si fa. Lo hanno detto chiaro chiaro i repubblicani, candidatisi a portavoce degli interessi di ENI a Ravenna in concorrenza con il PD: «in prima fila nella difesa di Eni, delle imprese e dell’occupazione dell’Off-shore ed Oil&Gas». Che, se non fosse stato per il coinvolgimento di un’altra azienda del cane a sei zampe, col cavolo che a Ravenna si parlerebbe di eolico al di là della sperimentazione. Prova ne sono i tentativi a vuoto portati avanti da almeno un decennio sulle dighe del porto. Così come sono belli belli, purché restino sperimentali, i “giochini” esposti ad ogni edizione dell’OMC. Come la possibilità di ricavare energia dal moto ondoso e simili.
Come Ravenna in Comune siamo per il passaggio alle energie rinnovabili “qui e ora” a partire da edifici e servizi pubblici, a favore dell’idrogeno verde da ricavarsi, appunto, dalle stesse rinnovabili, a porre un termine ravvicinato alla transizione senza fine, a traguardare il settore delle estrazioni verso il nuovo modello delle energie fin da subito, contrari alla discarica di CO2 per i problemi che si porta dietro, per l’evoluzione del petrolchimico in un polo della chimica verde già da domani mattina, ecc. ecc.
Il PD si ripete in un capitoletto programmatico per il 2021 intitolato “Politiche energetiche”:
«Siamo ormai tutti consapevoli, a tutti i livelli di governo, che sia indispensabile una transizione ecologica che porti in primis l’Italia e l’Europa a passare da una società basata sulle fonti di energia fossile ad una basata su quelle ad energia rinnovabile. In quanto transizione, però, non possiamo immaginarla istantanea ma ipotizzare che serviranno molti anni per attuarla».
Alla luce delle esperienze degli ultimi cinque anni a marchio de Pascale, la domanda è: come si fa a cascarci ancora? Come fanno assessori che hanno seguito de Pascale in tutte le sue scelte a riproporsi sotto l’ombrello di “Ravenna Coraggiosa” facendo finta di crederci veramente? Come si fa a stare nella stessa coalizione con il partito guida e il candidato sindaco che sostengono le politiche energetiche che si afferma di non voler più seguire?
Per quanto riguarda Ravenna in Comune ci è stato proposto di rinnegare i nostri valori e la nostra proposta energetica e abbiamo rifiutato. Siamo convinti che quello che si dice vada perseguito sino in fondo. Siamo convinti che i programmi non valgano solo per la campagna elettorale. Per cinque anni in Consiglio Comunale e sul territorio abbiamo seguito il nostro programma come la nostra bussola. Si chiama coerenza. Di questi tempi è una merce rara.
[la pala eolica della foto è stata realizzata da Tozzi nell’ambito di una sperimentazione nel porto di Ravenna]
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