Scrivono i giornali che una nave giunta a Ravenna non ha potuto consegnare la merce al suo cliente. Gli uffici territoriali del ministero della Salute hanno così motivato il provvedimento: ‘Merce carente di documentazione sanitaria’. «La merce è stata stoccata nei magazzini, lasciandone la titolarità allo stato estero, in attesa di un eventuale nulla osta per lo sdoganamento».
Da un’interrogazione presentata in Senato dal Presidente dell’Associazione GranoSalus, il senatore Saverio De Bonis del gruppo misto (già 5stelle) e dalla risposta fornita dal ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, si apprende qualcosa di più. Ha dichiarato infatti il ministro lo scorso 8 luglio: «Le questioni sollevate afferiscono al settore cerealicolo, all’importazione di grano nei porti italiani e in particolare all’arrivo presso il porto di Ravenna di una motonave con un carico di grano che si presume, in modo abbastanza evidente, avariato. […] La nave MV Sumatra è al momento all’ormeggio in rada presso il porto di Ravenna. Gli uffici sanitari sono in stretto contatto con il responsabile antifrode della dogana per un aggiornamento continuo. La situazione allo stato pare sotto controllo e non c’è ovviamente l’autorizzazione allo sbarco».
Lo sbarco, però, alla fine è avvenuto. Ha dichiarato ieri il senatore: «La merce è giunta nei magazzini Eurodocks, nel porto ravennate, nonostante le autorità sanitarie ne avessero vietato lo scarico qualche giorno fa, come era già successo al porto di Annaba in Algeria, con un provvedimento di non ammissione all’importazione.
Dopo qualche giorno in rada l’imbarcazione è tornata nel porto, e grazie all’autorizzazione concessa dalla Direzione generale della sanità (U.V.A.C. – P.C.F.) dell’Emilia-Romagna su istanza dell’importatore Casillo, ha potuto scaricare il grano in regime di deposito doganale, con riserva di successiva definizione delle azioni da intraprendere.
Entro sessanta giorni l’importatore deve decidere se distruggere il grano in una struttura autorizzata, rispedire la partita fuori dall’Unione europea oppure sottoporla a un trattamento speciale destinandola a usi diversi da quelli previsti originariamente».
La faccenda, poi, è ancora più complessa, stando all’interrogazione di De Bonis: «La bulk carrier, denominata Sumatra, battente bandiera portoghese, è arrivata a Ravenna dopo essere stata respinta dalle autorità dell’Algeria nel porto di Annaba per motivi sanitari, come ci riferiscono fonti giornalistiche straniere. Al suo interno sono stati trovati insetti, un odore sgradevole, infiltrazioni d’acqua e sicuramente delle muffe.
La nave, dopo circa un mese, ha ripreso il mare il 30 giugno e, dopo un breve rifornimento presso il sito di Sarroch in Sardegna, si è diretta verso Ravenna. Secondo una dichiarazione dell’ufficio di presidenza del porto di Annaba, la spedizione è stata respinta perché non conforme agli standard qualitativi concordati tra gli importatori africani e il fornitore Richardson.
Dunque presso un porto italiano è arrivata una nave fortemente sospettata di trasportare un carico di grano deteriorato e ammuffito».
Si tratta di un carico di 337mila quintali di grano duro canadese ora stoccati in un magazzino del nostro porto. L’Italia importa dall’estero il 40% del grano duro e il 65% del grano tenero. A Ravenna le banchine in concessione a Docks Cerali, del gruppo PIR, servono il più grande terminal del Mediterraneo per lo stoccaggio e la movimentazione di merci secche alla rinfusa. In questo caso, però, poiché l’armatore opera tramite Spedra, del gruppo Setramar, la nave è stata fatta attraccare ad altro terminale dello stesso gruppo, anch’esso specializzato nella movimentazione cerealicola, Eurodocks, appunto. La nave oggi è stata posta sotto sequestro.
Secondo il sito di GranoSalus: «Non è la prima volta che arrivano navi straniere con grano spesso canadese, al glifosato e in pessime condizioni igieniche. Grano poi scaricato nei porti italiani, soprattutto in quello di Bari. Anche qualora il grano in questione fosse destinato all’alimentazione zootecnica, non è detto che abbia i requisiti di salubrità per utilizzarlo come mangime. E se il carico era già deteriorato a maggio, difficilmente dopo un mese e mezzo di stivaggio potrà risultare migliorato».
Dalle informazioni fornite da De Bonis: «Il nostro sistema di controllo funziona bene anche se solo il 6% dei carichi vengono analizzati con esami sui campioni. Nel restante 94% dei casi è solo un controllo documentale. Per questa volta è andata bene». Stando alle statistiche fornite dall’Autorità Portuale, nel 2019 sono state sbarcate a Ravenna poco meno di 2 milioni di tonnellate di cereali. Ravenna in Comune chiede venga innalzato il livello di vigilanza in porto anche attraverso un incremento delle analisi svolte direttamente dalle autorità competenti. Perché non sempre potrebbe andare bene.
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‘Merce carente di documentazione sanitaria’, grano bloccato in porto. Si tratta di cereali canadesi già allontanati da Annaba, in Algeria