Dopo parecchio tempo dall’inizio delle prime discussioni in commissione ieri in consiglio comunale è stato approvato il nuovo regolamento per la composizione ed il funzionamento dei consigli territoriali. Un piccolo problema personale non mi ha permesso di partecipare alla seduta consigliare, ma credo sia importante trarre le conclusioni su di un tema, per noi, importante. Ferma restando la convinzione dell’intero consiglio comunale sulla poca efficacia e incisività che hanno oggi i C.T. e sul trovare modalità di coinvolgimento maggiori, tutta la prima fase della discussione in commissione si è sviluppata tra chi proponeva la creazione di C.T. composti da rappresentanti nominati dai partiti e chi, come noi, chiedeva una elezione vera e propria proponendo di mantenerla il più ampia e larga possibile. Per uscire da una discussione politica che non poteva avere un risultato unitario di tutte le forze politiche, qualche mese fa la Giunta si è presa l’impegno di redigere una proposta di regolamento che raccogliesse alcune delle discussioni emerse nei dibattiti consigliari.
Complessivamente, la nuova proposta di regolamento ci è parsa meno efficace e incisiva rispetto alle nostre proposte sostenute nel corso della discussione avvenuta in questi anni, ma più avanzata, in quanto maggiormente partecipativa, rispetto al regolamento uscente.
Partendo da queste valutazioni nell’ultima commissione abbiamo posto dubbi e controproposte su alcuni punti, e grazie all’atteggiamento di apertura al dialogo delle forze di maggioranza siamo riusciti a migliorare l’impianto iniziale. Per esempio il numero massimo di consiglieri che inizialmente era posto a 11, è stato elevato a 13 (anche se auspicavamo 15), il numero di firme necessarie per presentare una lista che era troppo elevato è stato ridotto ampiamente: in molte aree, soprattutto le più piccole, la popolazione realmente partecipante è molto ridotta, e dato che non si può firmare per più di una lista, è inevitabile che le liste minori non possano raccogliere firme sufficienti. Essendo riusciti ad abbassare quella soglia, siamo quindi riusciti a creare opportunità maggiori di coinvolgimento anche per le realtà più piccole dei nostri territori, non per forza rappresentate in consiglio comunale.
Si è riusciti a trovare un punto di incontro anche sul fatto che la presentazione di una lista dovesse avvenire in tutti i dieci territori, cosa che rendeva praticamente impossibile la presentazione di realtà nate e radicate in determinati aree che, invece, dopo le modifiche potrebbero adoperarsi per entrare di diritto all’interno di un consiglio territoriale.
Altre proposte non sono, purtroppo, state accolte per scelta politica o perché molto al limite rispetto alla normativa nazionale vigente (quella che ha di fatto eliminato le circoscrizioni, per capirci). Per esempio l’espressione di pareri deve essere richiesta dal Comune al C.T, per noi, con un margine di tempo superiore a quello previsto e approvato ieri. Se si vuole che il C.T. sia realmente partecipe del processo decisionale deve avere il tempo di fare più discussioni (di consiglio o di commissione) sul tema in oggetto. Per cui i venti giorni dovevano essere portati almeno a quaranta, salvo motivate ragioni d’urgenza. Avevamo anche proposto che il C.T. non solo potesse convocare assemblee in numero illimitato durante il proprio mandato, ma che dovesse convocare almeno due assemblee popolari nel corso del proprio mandato, preferibilmente la prima entro mesi sei dal proprio insediamento (presentazione del C.T. alla popolazione e delle linee di lavoro che si intendono seguire), la seconda nel corso dell’ultimo anno di mandato (resoconto del lavoro svolto). Un modo questo, per noi, per tentare di ricucire rapporti tra C.T. e popolazione dei vari territori.
Come sempre accaduto in questi anni di attività da consigliere comunale al momento della valutazione finale su un regolamento, ho sempre tirato le somme considerando il percorso nelle varie commissioni oltre naturalmente alla proposta finale. Fin dall’inizio l’atteggiamento delle forze di maggioranza è stato di dialogo e apertura nei nostri confronti e nei quelli di altri colleghi di opposizione (altri avevano legittimamente una visione dei C.T. diametralmente opposta) e questo ha permesso di realizzare una discussione ampia, a volte aspra, ma costruttiva. Dal punto in cui siamo partiti nella discussione mesi fa, considerate le tante piccole migliorie da noi proposte e accolte, in definitiva questo regolamento è certamente un passo avanti rispetto all’attuale o a quello che si poteva prospettare di avere e, per questo, mi sento di fare un plauso ai colleghi di maggioranza e opposizione che sono riusciti, come noi, a dare un contributo importante.
Naturalmente il funzionamento reale dei C.T. andrà vitalizzato nella quotidianità, sviluppando al massimo la collaborazione di associazioni, comitati, strumenti di partecipazione, assemblee di territorio.
Massimo Manzoli – Capogruppo Ravenna in Comune