Avevamo chiesto ieri: «Aspettiamo che questa volta de Pascale, finalmente, ritrovi la parola come Sindaco che fa parte dell’Osservatorio piuttosto che come candidato in perenne campagna elettorale: dopotutto mancano più di due mesi alla fine dell’attuale mandato!».
Ed ecco, un mezzo miracolo. Spronato da un’intervista di Alessandro Montanari per il Corriere Romagna (De Pascale: «Sicurezza, ripartiamo dall’accordo con le aziende del porto») ieri de Pascale si è sottratto per un attimo alla campagna elettorale che lo impegna da cinque anni. E ha infine trovato il tempo per rispondere ad una sollecitazione del nostro Consigliere sulla sostanziale presa in giro che si è rivelata la costituzione presso la prefettura dell’Osservatorio per la legalità e la sicurezza sul lavoro. Massimo Manzoli gli aveva chiesto di «ammettere che così non funziona e a creare un osservatorio comunale mettendoci combustibile, cioè persone e risorse».
Risponde il Sindaco: «Il consigliere Manzoli è molto attento a queste tematiche, legalità e sicurezza sul lavoro, e per questo ogni proposta è ben accetta. Però non credo che spostare l’osservatorio dalla prefettura, che è l’ente preposto alla sicurezza, al Comune possa essere davvero incisivo».
Se de Pascale insiste sull’adeguatezza di un osservatorio che, palesemente, potrebbe chiamarsi “tavolo delle buone intenzioni”, ci dimostri che serve a qualcosa. Gli riproponiamo le nostre domande perché possa portarsi a casa dall’Osservatorio prefettizio le risposte:
«Quante ispezioni sono state effettuate complessivamente sulle operazioni portuali nell’ultimo anno? Quante ne ha svolto l’AdSP e quante le altre amministrazioni competenti?
Quanto “pesano” le imprese e cooperative impegnate in appalti e in subappalti nel computo delle violazioni riscontrate?
Di quale tipo di violazioni è risultato con maggior frequenza l’addebito: igiene e sicurezza del lavoro, regolarità contributiva o altro?
Ci sono state imprese che, più di altre, hanno accumulato violazioni? Se sì, a quale settore della filiera appartengono? Sono tra loro collegate?
Quanti infortuni hanno colpito lavoratrici e lavoratori all’interno del porto, inteso non limitatamente alle sole banchine ma bensì all’intero ambito portuale, come previsto dal protocollo per la sicurezza dei lavoratori del porto?».
Per quanto riguarda il nostro appello a tutti i candidati Sindaco a farne un tema della prossima campagna elettorale, registriamo con favore le adesioni di Gianfranco Santini di Potere al Popolo, di Alessandro Bongarzone dei Comunisti Uniti e di Lorenzo Ferri del Partito Comunista. E se per l’attuale Sindaco, invece, l’Osservatorio prefettizio non va toccato, allora, cosa propone? «Innanzitutto credo che lo strumento migliore che abbiamo sia il protocollo per la sicurezza nell’area portuale. Tre anni fa rinnovarlo non fu facile perché Autorità portuale, per via di una sentenza, non poteva più finanziarlo e ci hanno pensato le imprese del territorio. Credo che si debba confermare quell’impegno sui rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls) e se possibile potenziarli. Ricordo anche che Ravenna ha anche i rappresentanti di sito. Quella è la base da cui partire». Così de Pascale.
La considerazione che avremmo potuto fare noi, la fa già il giornalista:
«Che però non è bastata ad evitare incidenti e morti…».
Infatti, sulle basi attuali, purtroppo, sembra che il tema centrale del Protocollo siano i soldi, più che i controlli. Sarebbe ben triste che il tutto si riducesse a questo: chi dà e chi prende mentre morti e feriti si accumulano lo stesso.
Affidiamo la chiusura di questo articolo al nostro Consigliere, capogruppo di Ravenna in Comune:
«I protocolli e gli osservatori sono pezzi di carta, li lascio cadere e non si muovono. Perché si muovano bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere le promesse, e la propria responsabilità».
Il mandato dell’attuale Sindaco durerà ancora più di due mesi: il tempo per fare qualcosa de Pascale lo avrebbe.
[nella foto: operazione portuale presso il terminal IFA dove, un anno fa, morì un altro lavoratore]
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De Pascale: «Sicurezza, ripartiamo dall’accordo con le aziende del porto»
Fonte: Corriere Romagna del 24 luglio 2021