4 luglio. “I militari hanno accertato la presenza di 20 posti letto, in due mini appartamenti, ospitanti altrettanti ragazzi impegnati in lavori stagionali. Constatato il sovraffollamento è stata elevata nei confronti della società una sanzione amministrativa di tre mila euro, oltre alla diffida a sgomberare l’abitazione dalle persone eccedenti calcolate in 10 posti letto”.
11 giugno. “Stagionali, le offerte di lavoro tra evasione e turni infiniti: 13 ore, sette giorni su sette. 800 euro in busta e 400 in nero. E se stai male vieni lo stesso”
7 giugno. “Sul lavoro stagionale l’Ispettorato di Ravenna risponde a Ravenna in Comune: Personale impegnato in controlli continui e migliaia di denunce. Solo nel 2020 sono state accertate evasioni contributive per 21 milioni di euro”.
3 giugno. “Stagionali, settimane da 70 ore a 4 euro. I sindacati denunciano lo sfruttamento dei lavoratori del turismo: Niente giorni di riposo e con il Covid è aumentata la precarietà”.
8 aprile. “I sindacati sul lavoro stagionale in agricoltura: Per i lavoratori agricoli, zero sostegni e zero diritti”.
3 febbraio. “L’occupazione cala, ma il peggio deve ancora venire. Il blocco dei licenziamenti ha contenuto gli effetti sull’occupazione, ma non ha evitato che fasce di lavoratori meno protetti (stagionali, contratti a termine, collaboratori con partita Iva) subissero gli effetti negativi della pandemia”.
Sono solo alcuni dei titoli che, ormai praticamente giornalmente, riguardano il lavoro stagionale. Lo sfruttamento del lavoro stagionale. Hanno un bel dire che “i lavoratori non vogliono più lavorare”. La verità è che lavoratrici e lavoratori rivendicano condizioni di lavoro almeno conformi alle previsioni contrattuali. Invece i padroni (non ce la facciamo proprio a chiamare datore di lavoro chi pratica lo schiavismo) continuano a pensare che sfruttamento e stagionalato siano sinonimi. Che si tratti dei lavoratori agricoli o di quelli del turismo la pretesa è sempre quella: che lavorino senza alcun rispetto delle regole.
Qualche giorno fa scrivevamo: «L’immagine che può venire in mente a chi non è più giovane, quando si parla di lavoro stagionale giovanile, è qualcosa di diverso da un lavoro dignitoso: Qui Quo Qua che lucidano le monete dello zio Paperone per un gelato; o il banchetto di Lucy per vendere la limonata a pochi centesimi. Non è così, si tratta di lavoro vero, non di un passatempo. Però sfruttato. L’immagine più vicina è quella delle piantagioni di cotone tipo Via col vento. Che poi è quella della raccolta nostrana di pomodori e frutta, dove si aggiungono caporalato e mafie». E poi tornavamo a parlare dell’Osservatorio per la legalità e la sicurezza sul lavoro: «Se non serve a monitorare questi fenomeni, ci chiediamo e chiediamo al Sindaco, per cosa è stato costituito? È stata una nostra rivendicazione che, con determinazione, il nostro Consigliere ha conquistato in anni di lavoro consiliare. Ora che c’è, però, torniamo a chiedere a de Pascale che vi partecipa per il Comune, cosa sta facendo?».
Per parte nostra resistiamo, consapevoli di essere l’unica forza politica a parlare di queste cose in Consiglio Comunale. L’unica a poter portare il tema dello sfruttamento del lavoro sia nelle istituzioni che sul territorio. Continueremo perciò a farci sentire sia sui nostri social che sui media. I tentativi che qualcuno sta facendo per chiuderci la bocca non andranno a buon fine. Non si illuda perciò il Sindaco. Torniamo a chiederglielo e continueremo per tutta la campagna elettorale: che ne è di quell’Osservatorio attivato apposta per tenere sotto controllo questi fenomeni?
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Lavoratori stagionali stipati in 20 in due mini appartamenti: multa da 3000 euro
Fonte: RavennaToday del 4 luglio 2021
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Stagionali, le offerte di lavoro tra evasione e turni infiniti: “13 ore, sette giorni su sette. 800 euro in busta e 400 in nero. E se stai male vieni lo stesso”
Fonte: Il Fatto Quotidiano dell’11 giugno 2021
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Lavoro stagionale, l’Ispettorato di Ravenna: “Personale impegnato in controlli continui e migliaia di denunce”