Abbiamo ricevuto una lettera dal coordinatore del Coordinamento Ravennate della Campagna “Per il Clima – Fuori dal Fossile” di cui abbiamo sempre pubblicato sui nostri social, su richiesta dello stesso Coordinamento, tutti i comunicati. La lettera riguarda l’articolo pubblicato ieri a commento dell’ultimo comunicato del Coordinamento. Ci sembra utile rendere pubblica la nostra risposta. È poi anche un piacere la possibilità di un confronto pubblico con un amico, Pippo Tadolini, coordinatore della Campagna, che Ravenna in Comune appoggia senza riserve, e anche consigliere territoriale della zona 7 per Ravenna in Comune. Soprattutto, un compagno di strada della prima ora. Riportiamo di seguito a questo nostro commento, integralmente, la lettera e il link all’articolo cui si riferisce.
Caro Pippo
Il progetto di Ravenna in Comune è quello di promuovere un’idea diversa di società, rispetto a quella del liberismo quotidianamente imposto come pensiero unico, calandola sullo specifico territoriale. In altri termini, molto in sintesi, siamo nati 6 anni fa per dare voce ad un modello egualitario, incentrato sui pubblici servizi, sulla promozione di un’economia sostenibile e sulla tutela dell’ambiente in cui viviamo. Questo progetto è opposto a quello liberista che, sia il centrosinistra che il centrodestra, propongono. Per questo siamo, naturalmente, antagonisti del PD che, invece, è paladino del modello liberista.
Parliamo di quel liberismo che nel nostro Comune, giorno dopo giorno, attenta all’ambiente in cui viviamo, impermeabilizzandolo con nuove costruzioni, utili solo alla speculazione (visto che le abitazioni realizzate e non utilizzate sono a livello record). Quel liberismo che, a parole, dichiara l’emergenza climatica e, nei fatti, non adotta le azioni politiche necessarie a fronteggiarla. Soprattutto, siamo contro quel liberismo che si inchina all’esigenza delle multinazionali del fossile di continuare nelle estrazioni di gas, anche se questo è divenuto la maggior causa di immissione di CO2 nell’ambiente. A ciò, infatti, si deve l’insistenza da parte di ENI ad investire un quantitativo esorbitante di risorse finanziarie in esperimenti (falliti in tutto il mondo) come quello della captazione e stoccaggio della CO2. Lo scopo è quello di ritardare la conversione ad energie rinnovabili, raccontando la storiella che le conseguenze del bruciare il fossile possono essere evitate con il cosiddetto CCS.
La Campagna “Per il Clima – Fuori dal Fossile” denuncia la truffa di ENI e delle altre multinazionali. Perciò la sosteniamo. Senza se e senza ma. Proprio come, senza se e senza ma, de Pascale sostiene le cementificazioni, le estrazioni di gas e la realizzazione della più grande discarica al mondo di CO2. E se Ravenna in Comune è coerente in quello che enuncia e in quello che pratica, dobbiamo rilevare l’analoga coerenza da parte dell’attuale Sindaco. De Pascale, infatti, parlando a nome del PD ma anche degli altri partiti che lo candidano, ha posto delle precise condizioni per accettare nuovi ingressi nell’alleanza. Una è quella di non essere comunisti. Un’altra è quella di accettare in blocco i progetti di ENI: sia per quanto riguarda le estrazioni di gas che per quanto attiene la realizzazione del deposito di CO2 davanti a Ravenna. Proprio ciò contro cui la Campagna “Per il Clima – Fuori dal Fossile” si batte.
Come Ravenna in Comune saremmo pertanto ben contenti di un allargamento dei sostenitori della Campagna. Né il fatto che vi aderiscano persone che in passato hanno votato per de Pascale può essere di impedimento. Immaginiamo non sia necessario nascere ambientalisti per aderire alla Campagna.
Tuttavia aderire ad una qualunque campagna ambientalista presuppone necessariamente sostenerne i contenuti. Non possiamo che rilevare dunque una contraddizione politica quando vediamo tenere il piede in due scarpe. Non è tanto una questione di tessere o di appartenenze o di firme sotto a manifesti, quanto piuttosto di posizioni tra loro inconciliabili. Ribadiamo perciò la nostra domanda: come si fa, allo stesso tempo, ad opporsi allo sfruttamento delle energie fossili e a volersi alleare con chi fa del CCS e delle estrazioni del gas la bandiera della propria coalizione?
A presto
Ravenna in Comune
#RavennainComune #Ravenna #amministrative2021 #fossile #CO2 #rinnovabili
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Riflessioni attorno all’articolo del 30 giugno
Cara Redazione, mi corre l’ obbligo di intervenire rispetto all’articolo pubblicato sul blog il 30 giugno, essendo stato chiamato in causa, facendo riferimento a prese di posizione di cui sono, almeno in parte, autore. E questo in duplice veste: la prima, e più importante, quella di detenere l’onore e l’ onere del coordinamento ravennate della Campagna “Per il Clima – Fuori dal Fossile”, la seconda invece di essere co-firmatario del “manifesto per una sinistra ampia” diffuso sulle testate locali.
In buona sostanza, la filosofia del vostro articolo è questa: “non è possibile schierarsi contro le energie fossili e contemporaneamente ipotizzare un’alleanza con il centrosinistra, ergo chi agisce in tale maniera o non può far parte del movimento contro il fossile o non deve dialogare con De Pascale e i suoi alleati”.
Bene, la Campagna “Per il Clima–Fuori dal Fossile” esiste da un paio d’anni a livello nazionale e non mi risulta che in nessuna sede sia stata posta alcuna pregiudiziale di appartenenza politica a chi abbia voluto farne parte. Anzi, è stata impostata come Campagna proprio perché chiunque potesse riconoscersi nei suoi obiettivi e nelle sue iniziative, al di là di collocazioni politico-elettorali. Come quando si raccolgono le firme per un referendum, o per una legge d’ iniziativa popolare: non si chiede a chi vuole firmare quale tessera abbia in tasca. Il Coordinamento ravennate si è formato nello scorso autunno, e fin da subito ha visto l’adesione di persone “libere e pensanti” (per parafrasare una definizione del movimento di Taranto) più o meno facenti parte di gruppi politici diversi, e nessuno ha posto criteri d’esclusione, e nessuno se ne è poi andato per eventuali prese di posizione eventualmente non collimanti con le linee strategiche dell’una o dell’altra organizzazione. Per quanto riguarda la mia persona, nessuno ha avuto da protestare sul fatto che sia io a svolgere il ruolo di coordinatore. Anzi, l’ intero indirizzario può testimoniare che più volte ho posto la questione, e nessuno si è fatto avanti per subentrarmi. Non solo, ma i comunicati che talora ho emesso senza avere il tempo di consultare il gruppo perché necessitava una presa di posizione urgente, hanno sempre riscosso il plauso.
La logica dei “meglio pochi ma buoni”, in qualche caso storicamente comprensibile e in casi estremi inevitabile, non fa comunque parte della mia (ahimé, anagraficamente parlando) lunga esperienza politica, e – al contrario – l’inclusione e la ricerca del coinvolgimento di quante più persone possibile nelle battaglie che si ritengano giuste, è un faro che non dovremmo mai spegnere. Anzi, mi vien da dire, magari ce ne fossero, di persone del PD o di altri raggruppamenti, di maggioranza e di minoranza, anche del campo moderato, desiderosi di impegnarsi nella vertenza contro il CCS e per le rinnovabili ! Nell’ ormai lontanissimo 1983 l’allora giovanissimo movimento ambientalista riuscì a bloccare a Ravenna la costruzione di una centrale a carbone, la cui realizzazione vedeva favorevoli praticamente tutte le forze politiche, con in testa il PCI (che allora aveva la maggioranza assoluta in Comune). Se in quella mobilitazione si fosse detto “no, tu no” a chi fosse elettore o elettrice del PCI, o della DC (si teneva fuori il PRI, che al tempo puntava tutto sul nucleare) le manifestazioni sarebbero state ben scarne. E gli esempi di questo tipo, sia a livello locale che a livello nazionale e se volete anche planetario, sono sicuramente molti. E ricordo altresì che pregevoli realtà dell’associazionismo ambientalista sono gemmate anche dal pensiero liberale e dalle posizioni politiche del campo moderato.
Ora, sulla specifica questione del CCS, siamo passati in pochi mesi dall’immagine di una comunità consapevolmente o inconsapevolmente accodata alle scelte dell’ENI, a una situazione in cui quotidianamente si manifestano, pubblicamente o meno, voci critiche provenienti da vari ambiti. Il che non vuol dire certo che la strada da fare non sia ancora molta, ma intanto il panorama è molto più sfaccettato di come lo si presentava mesi fa. E senza voler essere presuntuoso, credo che sulle posizioni emerse in Europa, sui dubbi sorti forse persino nel Ministro Cingolani, e sulle decisioni (per ora) della Regione Emilia Romagna, abbiano giocato anche le critiche, le relazioni, gli studi, l’ accanita volontà di discussione e confronto espresse dall’iniziativa scientifica e civile di chi si sta muovendo, fra cui – goccia nel mare – il nostro coordinamento.
Ma qui devo almeno per un attimo vestire il secondo abito, quello di firmatario del “manifesto per una sinistra ampia”. Innanzi tutto, sapete bene che la mia lettera aperta da voi riproposta in link all’articolo, era indirizzata agli organizzatori della lista Ravenna Coraggiosa. Nessuna delle decine di persone firmatarie di quel “manifesto” (per la maggior parte presenti alla manifestazione del 12 maggio) faceva e per il momento fa parte di tale lista, quindi – scusate – mi sembra non sia il caso di confondere le acque, e addirittura “scambiare” una realtà associativa per un’altra. Ad ogni modo avete giustamente pubblicato in link l’intero articolo, per cui chi vorrà potrà vedere che cosa sia effettivamente scritto in quel “manifesto”. Che poi anche qualcuno di Coraggiosa abbia partecipato a quella giornata di lotta, a me fa solo piacere.
Ma al di là di questo, credo sia totalmente legittimo (e per altro auspicabile) lavorare perché anche dentro la coalizione di maggioranza acquistino maggior spazio e più voce in capitolo posizioni critiche nei confronti del vecchio modello estrattivista.
Si può credere o meno alle reali possibilità di provare a “spostare” su posizioni maggiormente improntate alla giustizia sociale, ambientale e climatica un assetto politico cresciuto fino ad ora in una logica moderata, ma penso sia lecito almeno sperare che l’eventuale (non certo “a tutti i costi”, come si è letto di recente) partecipazione di un’area radicale ad un progetto di governo possa essere un possibile strumento per portare a casa dei risultati concreti, a beneficio delle prossime generazioni, e non solo “morire con la coscienza pulita”.
Con immutata stima e affetto
Pippo Tadolini
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COME SI FA AD ESSERE CONTRO IL FOSSILE E CON DE PASCALE?
Fonte: Ravenna in Comune del 30 giugno 2021
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Comunicato Stampa del Coordinamento ravennate “Per il Clima – Fuori dal Fossile”