CHIUDERE LE SALE GIOCO SI PUO’, ANZI, SI DEVE!

Secondo Bonaccini il 14 giugno l’Emilia-Romagna rientrerà in “zona bianca”. Se ciò si concretizzasse, tra le altre “liberazioni”, si dovrebbe contare per quella data anche sulla riapertura delle sale slot. Se così non fosse, comunque, il “liberi tutti”, per il gioco d’azzardo, scatterebbe al 1° luglio in tutta Italia. In Emilia-Romagna il mercato dell’azzardo “in presenza” si declina in 444 sale scommesse, 20 sale bingo, 354 sale Vlt (cioè le sale gioco specificamente riservate alle macchinette) e 4.879 esercizi con AWP (ossia i bar).

È pertanto una buona notizia il fatto che il Tribunale Amministrativo abbia dato ragione al Comune di Ravenna nel ricorso avanzato dalla società di gestione di una sala slot Vlt. Tutto è stato causato dalla mappatura dei luoghi sensibili presenti sul territorio comunale in applicazione della specifica norma regionale. Poiché la sala si trovava in prossimità di una scuola era scattata l’intimazione a chiudere entro sei mesi a cui aveva fatto seguito, nel dicembre scorso, il provvedimento con cui il Comune aveva respinto definitivamente la richiesta della srl di revoca, in autotutela, della chiusura. Nel procedimento non si era costituito invece l’istituto scolastico, benché chiamato in causa dal gestore delle macchinette.

La parte più interessante della vicenda è costituita dalla consulenza tecnica allegata al ricorso, secondo cui il 99,77% del territorio comunale ravennate, in applicazione della normativa regionale, risulterebbe indisponibile per l’insediamento di sale giochi di qualsiasi natura. I giudici infatti hanno stabilito che la tutela della salute è un interesse pubblico «di rango superiore a quello del privato all’esercizio dell’attività di gioco». 

Qualche mese fa trattavamo in specifico questo argomento (“Non c’è fretta di riaprire le sale slot”, Ravenna in Comune, 16 febbraio 2021). Così scrivevamo:

«Se ci fosse un approccio in cui è data prevalenza al benessere della comunità, dunque, sarebbe utile riuscire ad indagare se e quanto la chiusura delle sale slot ha contribuito nella lotta alle dipendenze prima di riaprire. Contro un ritardo nella riapertura ci si può naturalmente attendere un’importante azione di chi tutela la categoria. Ancora più importante, però, sarà la valutazione data alla perdita di gettito per le casse pubbliche prodotta dallo stop. Facile temere che, sotto un profilo economico, più dei risparmi nelle cure alle ludopatie, venga dato rilievo al pesante segno meno nelle entrate da parte del Governo dei banchieri che ha appena giurato.

Come Ravenna in Comune esprimiamo fin d’ora, anche nei confronti dell’Amministrazione Comunale in carica (nei limiti delle competenze assegnatele), la richiesta di effettuare le valutazioni di cui sopra attraverso l’acquisizione di dati attendibili prima di premere il tasto “open” e far ritornare tutto esattamente come prima».

La sentenza appena emanata dimostra che un contrasto efficace alle riaperture delle sale slot è possibile. Per noi di Ravenna in Comune che il bene della salute, anche attraverso la lotta alle ludopatie, fosse un valore superiore rispetto all’attività imprenditoriale che vive sull’azzardo, era evidente anche prima della sentenza. Ora, però, deve esserlo per tutti: un’azione continuativa da parte dell’Amministrazione capace di resistere alle pressioni della potente lobby del gioco potrebbe conseguire importanti risultati per il bene di tutte e tutti.

[nell’immagine: sala giochi in Viale Randi a Ravenna]

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“Sale slot vicine a scuola, giusto lo stop”. Su viale Randi il Tar dà ragione al Comune contro una srl: “L’interesse pubblico è di rango superiore a quello del privato

Fonte: Il Resto del Carlino del 4 giugno 2021

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