Cogliamo l’occasione di un bell’articolo di Marco Beneventi per il Resto del Carlino (Marina, quanti edifici abbandonati da anni, 24 maggio 2021, in allegato) per riportare l’attenzione su Marina di Ravenna. La stagione di Mercatali Sindaco aveva alimentato una erronea percezione di centralità inscalfibile nel panorama turistico rivierasco e italiano spronata dal laissez-faire. Gli anni delle feste non regolamentate negli stabilimenti balneari avevano prodotto afflussi turistici anche da località non abituate a considerare la piccola località una meta appetibile. Contestualmente sembrava decollare il porticciolo turistico. E veniva dato il via alla grande lottizzazione che lo contornava. Tutto aveva concorso ad un balzo dei valori del residenziale francamente lontano dalla realtà. Spenta la movida dalla successiva amministrazione, immesse sul mercato una sovrabbondanza di residenziale e commerciale sotto l’insegna di Marinara, l’esplosione della bolla nel 2008 ha fatto ripiombare il paese in uno stato di crisi da cui ancora fatica a riprendersi.
Un mese fa il Presidente della locale pro-loco elencava (il Resto del Carlino, Tutti i nodi irrisolti di Marina, 18 aprile 2021) alcuni dei tanti problemi: «anche quest’anno il Park Hotel rimarrà chiuso e ancora rimane ferma la situazione in due aree strategiche come l’ex Mare Pineta e le ex Ruote. Marina di Ravenna ha bisogno di investimenti, anche per evitare il perdurare di situazioni di degrado in zone come quelle vicino al portocanale, dell’Autorità portuale. […] Il paese deve vivere anche attraverso gli eventi, se non vogliamo che le persone si fermino solo in spiaggia. Lo scorso anno, ad esempio, non è servito il mercato comunale del mercoledì e sabato sera, con poche bancarelle che hanno attirato ancora meno gente. Le richieste di appartamenti ci sono e abbiamo la sensazione che arriveranno in tanti, ma dobbiamo essere in grado di accogliere adeguatamente chi ci ha scelto. In questo senso c’è un’ultima questione che va affrontata e risolta: il bar del parco pubblico è ancora chiuso. E’ stato messo all’asta, ma a condizioni così assurde che nessuno s’è presentato».
La questione delle questioni, naturalmente, resta quella di Marinara, da dieci anni in bilico tra rinascita e fallimento. La sua realizzazione è stata un disastro per il paese, oggi ancora incapace di scegliere tra la necessità del suo completamento (alcuni edifici attendono ancora il completamento e si stanno trasformando in ruderi) ed il sogno che possa semplicemente sparire da un giorno all’altro dalla faccia della terra.
E in tutto questo cosa ha fatto l’Amministrazione de Pascale? Promesse tante: dal Beach Stadium alla Casa della Salute, dal recupero di Fabbrica Vecchia e Marchesato alla nuova caserma dei carabinieri. Però alla partenza della campagna elettorale non c’è nulla da mostrare agli elettori. Anzi no, una cosa l’ha fatta e si sta realizzando. Ha autorizzato in deroga la costruzione di due nuovi enormi depositi di gas al di là del canale, proprio di fronte alle scuole di Marina di Ravenna. A proposito: Ravenna in Comune è stata l’unica a votare contro in Consiglio Comunale.
[nell’immagine: i depositi gas (rendering) a fianco della centrale elettrica e proprio di fronte al paese]
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Marina, quanti edifici abbandonati da anni
Fra hotel e ristoranti che hanno chiuso i battenti, per arrivare alla Fabbrica vecchia e al Marchesato in attesa di recupero
A Marina di Ravenna ci sono edifici che hanno fatto la storia della località, in cui si alloggiava, si poteva mangiare o passare del tempo libero e che ora sono dimenticati. Per varie vicissitudini o scelte della proprietà, da anni sono inattivi, abbandonati e a volte in preda al degrado. Per alcuni di essi ci sono progetti di recupero, ma che si muovono con grande lentezza. Partendo dalla zona limitrofa alle strade pedonali abbiamo l’hotel Marepineta, compreso tra viale delle nazioni e la pineta marittima, nel tratto retrostante agli stabilimenti balneari. Classificato tre stelle il primo nucleo è del 1947 e dopo l’ampliamento del 1978 disponeva di quarantaquattro camere, ristorante e cappella privata. Era aperto tutto l’anno ma è stato definitivamente chiuso al termine della stagione estiva 2015. L’interno in parte è ancora arredato ma da allora tutto tace. Verso il centro, vicino al Park Hotel che ha già confermato la chiusura anche per la stagione estiva 2021, è chiuso dal 2010 l’hotel Perla, un albergo classificato due stelle in viale Spalato, che disponeva di ventitré camere e ristorante. Struttura ricettiva ancora aperta è il Villa Marina Residence che occupa una parte dell’imponente ex colonia marina di viale della pace, edificio che era stato realizzato nel 1934 in soli sei mesi e che poteva ospitare fino a seicentocinquanta bambini oltre al personale di servizio. Con la ristrutturazione del 2002 nel settore sinistro del piano terra si era ricavato un ampio ristorante, in spazi già dedicati a refettorio ai tempi della colonia, chiuso dopo l’ultimo cambio di gestione della struttura ricettiva che,a quanto pare non sembra più interessata ad offrire questo servizio. Altro locale storico era il ristorante di pesce situato in via molo Dalmazia, chiuso per trasferimento in altra parte del quartiere. I locali vuoti creano un angolo dimenticato di Marina assieme alla ex Lamo Ravenna su via Zen che fino al 2017 lavorava molluschi e pesce surgelato. Ma un salto nel passato è inevitabile parlando di ristorazione e accoglienza a Marina. Nell’attuale via fabbrica vecchia sorgono gli unici edifici testimoni dell’origine dell’attuale porto di Ravenna e dell’inizio della sua vocazione ricettiva: si tratta del Casone della sanità, o fabbrica vecchia, e del Marchesato Cavalli. La Fabbrica vecchia, primo faro del porto è un opera del 1762, progettata da Antonio Farini. Offriva servizi a supporto della vigilanza del porto. Il Marchesato attuale è del 1778 e l’ultima parte dell’edificio era occupato dalla chiesa di S. Maria, Andrea e Antonio. In entrambi gli edifici,attualmente pericolanti e in attesa di un promesso recupero da molti anni si poteva alloggiare oppure solamente mangiare qualcosa nelle rispettive osterie. Il recupero è nel piano degli investimenti del Porto per i prossimi tre anni.
Marco Beneventi
Fonte: Il Resto del Carlino del 24 maggio 2021