UNA PIALASSA SPERDUTA TRA I MARI DI MARTE

Oggi pomeriggio si svolgerà l’ennesima commissione congiunta con sempre lo stesso argomento all’ordine del giorno: “approfondimenti e valutazioni sullo stato della Pialassa Piomboni in relazione anche alla presenza sui fondali dei relitti della nave Berkan B e di altre navi”. È bene che si continui a parlarne? Certo. Qualunque cosa è meglio del disinteresse che ha mostrato la Giunta comunale in questi anni. Anni.

Un breve riassunto. La Pialassa dei Piomboni è uno dei due polmoni, assieme alla Pialassa della Baiona, che consente al Canale Corsini di respirare. Ossia, dal punto di vista idraulico, con il riempimento e lo svuotamento determinato dalle maree, impedisce il deposito dei materiali sabbiosi che interrerebbe il canale. Tutto questo, in realtà, non basta più da tempo. Da quando il Canale costruito nel settecento è la via d’accesso al porto moderno, il movimento originato dalle pialasse non basta più. Sulle sponde della Pialassa dei Piomboni, poi, si è allargato il porto, con tutti i problemi che comporta la convivenza tra un’area compresa nel parco Delta Po ed un’altra a cui attraccano mercantili, si fabbricano navi e si fa capo per le attività estrattive del cane a sei zampe.

I lavori di cosiddetta “rinaturalizzazione” della parte destinata a rimanere Parco figurano nei bilanci dell’ente porto almeno dal 2005 ma sono partiti nel 2012. Si tratta di interventi da sempre contestati da ambientalisti e capannisti in quanto accusati di portare alla morte della valle. Alla loro conclusione la parte in acqua conterà per 145 ettari rispetto agli iniziali 254. La differenza la fanno 2 chilometri e mezzo di argini, le barene ed un nuovo piazzale portuale. Già da tempo il problema della mancanza d’acqua ha acquistato una dimensione enorme. Si risolverà con la fine dei lavori, sostiene l’AdSP. Ad oggi, però, non se ne vede ancora la fine, più volte rinviata rispetto a quello che doveva essere il termine finale del 2015.

Sempre al 2012 risale il primo progetto per la regolarizzazione dei capanni che vi insistono. Alcuni sono storici, altri semplicemente abusivi. Una volta approvato il regolamento è iniziato il balletto dei rinvii. Nel marzo scorso l’ultima proroga: non si metterà la parola fine alla loro risistemazione sino al 2023.

Il prossimo anno, se tutto andasse almeno per una volta per il verso giusto, dovrebbero finalmente iniziare i lavori per la risistemazione di Fabbrica Vecchia e Marchesato. Si tratta dei due fabbricati storici del porto (rispettivamente del 1764 e del 1765) che si affacciano sulle rive della pialassa e stanno letteralmente cadendo a pezzi. Ne dovrebbe venir fuori un centro per i vigili del fuoco. Se i precedenti dicono qualcosa, i dubbi su ulteriori rinvii si pongono come legittimi.

Il cimitero delle navi a cui si è aggiunto da anni il relitto della Berkan B completa il quadro. A breve il tribunale si riunirà per decidere sul rinvio a giudizio dei vertici dell’Ente Porto per le accuse di inquinamento formulate dalla procura. In risposta ad una nostra interrogazione alla fine dello scorso anno il vice Sindaco dovette ammettere che anche l’ultimo tentativo di eliminare almeno i danni provocati dall’affondamento della Berkan B era andato a vuoto. Intanto si è saputo dell’avvio di una nuova indagine. Degli altri relitti non parlerebbe più nessuno se non fosse per la meritoria azione di sensibilizzazione di Italia Nostra, di Legambiente e di altre associazioni ambientaliste. Ancora di date che consentano di intravvedere la luce in fondo al tunnel non ne sono state fatte.

Se dalla commissione di oggi pomeriggio verranno elementi nuovi lo vedremo. In contemporanea ai lavori della Commissione dalle 14.30 in Piazza del Popolo si terrà un presidio del Collettivo Autonomo Ravennate.  Come Ravenna in Comune, comunque, non smetteremo di portare l’attenzione nelle sedi istituzionali su questo pezzo di territorio, come abbiamo sempre fatto. Certo che, se ci si dovesse basare sull’interessamento della Giunta de Pascale, la Pialassa Piomboni potrebbe tranquillamente credersi sperduta tra i mari di Marte.

[Pialassa dei Piomboni: la freccia rossa indica la Berkan B; la freccia blu gli altri relitti; la freccia verde l’inizio della costiera dei capanni]

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Berkan B: il Collettivo Autonomo Ravennate manifesta a favore dell’ambiente e della salute davanti a Comune e Tribunale

Fonte: RavennaWebTv del 5 maggio 2021

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