IL LAVORO PORTUALE E IL RISCHIO DI NON TORNARE A CASA A FINE TURNO

Il 28 aprile è stata celebrata la Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro. Il giorno dopo un gruista nel porto di Taranto è precipitato al suolo ed è morto durante le operazioni di carico di pale eoliche su una nave. Questo il comunicato del 30 aprile dei sindacati confederali di Ravenna:

«I lavoratori del porto di Ravenna hanno sospeso, alle 12 di oggi, ogni attività e osservato un minuto di silenzio e, contemporaneamente, le sirene delle navi presenti nel porto di Ravenna hanno suonato, in segno di solidarietà alla famiglia di Natalino Albano, il lavoratore deceduto ieri per un incidente sul lavoro avvenuto nel porto di Taranto. […] Occorre mettere fine a questi tragici eventi e richiamare l’attenzione di tutti i soggetti preposti sui temi della sicurezza sul lavoro, tanto vitali per i lavoratori e le lavoratrici. A perdere la vita a seguito dell’incidente mortale sul lavoro al porto di Taranto, è stato un lavoratore di una impresa ex art.16 della L.84/94. Non è più tollerabile la mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro, in modo particolare nelle aree, come i porti, dove si svolgono attività produttive in cui insistono complesse sinergie fra diversi mondi del lavoro. È urgente e necessario che le istituzioni completino la normativa di riferimento per i porti, con particolare attenzione ai rischi da interferenza. È fondamentale che il sistema delle imprese investa nella cultura della sicurezza e della prevenzione se non si vuole continuare ad assistere ad una vera e propria strage di persone che vanno al lavoro e gli si vuole garantire il ritorno a casa dalle proprie famiglie alla fine del turno di lavoro».

A Ravenna, su impulso di Ravenna in Comune e solo grazie all’attività svolta in Consiglio Comunale dal nostro capogruppo Massimo Manzoli, si è avviato lo scorso anno un Osservatorio per la Legalità e la Sicurezza del lavoro presso la Prefettura di Ravenna. Non se ne è saputo più niente. Lo scorso ottobre, dopo l’ennesima morte di un lavoratore avvenuta nel porto di Ravenna chiedevamo al Sindaco, che partecipa per il Comune di Ravenna ai lavori dell’Osservatorio, che si facesse il punto sui seguenti aspetti:

  • Quante ispezioni sono state effettuate sulle operazioni portuali (carico, scarico, trasbordo, movimentazione e deposito)?
  • Di quale tipo di violazioni è risultato con maggior frequenza l’addebito: igiene e sicurezza del lavoro, regolarità contributiva o altro?
  • Ci sono state imprese che, più di altre, hanno accumulato violazioni? Se sì, a quale settore della filiera appartengono? Sono tra loro collegate?
  • Quanti infortuni hanno colpito lavoratrici e lavoratori all’interno del porto, inteso non limitatamente alle sole banchine ma bensì all’intero ambito portuale, come previsto dal protocollo per la sicurezza dei lavoratori del porto?

Avevamo anche chiesto al Sindaco di riferire sull’esito di tali verifiche. Siamo ancora in attesa di un riscontro.

[nella foto: operazione portuale al terminal IFA di Ravenna]

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I lavori del porto di Ravenna si sono fermati alle ore 12 in segno di solidarietà alla famiglia del lavoratore deceduto ieri nello scalo di Taranto

Fonte: CGIL Ravenna del 30 aprile 2021 

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Porto di Taranto, cade mentre carica pala eolica: muore operaio 49enne. L’uomo, forse a causa dell’imbracatura che si è sganciata, è caduto sulla banchina ed è deceduto a causa del violento impatto

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno del 29 aprile 2021

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