Riprendiamo da “Il ministro fa ripartire le trivelle ma il fronte del no alza la voce” uscito ieri, a firma Chiara Bissi sul Il Corriere di Romagna:
Dal mondo dell’ambientalismo e dai partiti della sinistra di opposizione arriva un netto dissenso alla ripresa delle estrazioni di idrocarburi concesse dal ministero della transizione energetica attraverso il rinnovo di concessioni o l’avvio di perforazione di nuovi pozzi. […] Tutto politico l’intervento della lista Ravenna in Comune che stigmatizza la decisione di concedere esito positivo alle richieste di nuove estrazioni «Questo sconsiderato ritorno al fossile, in realtà mai abbandonato, ha visto l’immediato applauso di alcuni partiti che del sostegno all’Eni hanno fatto la propria bandiera anche quando questo significa un danno al territorio che dicono di voler rappresentare». L’assoluta contrarietà della lista si traduce nella richiesta di una transizione che crei: «crei posti di lavoro sostenibili anche in futuro. L’arroccamento nella difesa dell’esistente, oltre che al disastro ambientale, si tradurrà invece in “lacrime e sangue” per il prossimo inevitabile futuro».
Oltre a Ravenna in Comune respingono la mancata svolta energetica sul fronte delle rinnovabili Legambiente, Verdi e Rifondazione Comunista.
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Il ministro fa ripartire le trivelle ma il fronte del no alza la voce
Fonte: Il Corriere di Romagna del 13 aprile 2021
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Verdi e Europa Verde Ravenna: Transizione energetica specchietto per le allodole