PORT’AUREA: UN CARCERE SOVRAPPOPOLATO

È stato pubblicato il report annuale SPACE sulla condizione delle carceri e delle persone che vi sono detenute nei paesi rappresentati nel Consiglio d’Europa. L’Italia, assieme ad altri 46 Paesi europei ne fa parte. È stata l’occasione per mettere a confronto l’andamento nazionale con quello della Casa circondariale Port’Aurea di Ravenna, un vecchio fabbricato più che secolare, aperto dal 1909 a ridosso della cerchia muraria del capoluogo. I dati ravennati sono tratti dalle schede predisposte dall’Associazione Antigone.

Per quanto riguarda l’Italia, il report, aggiornato al 31 gennaio 2020, rivela che i detenuti, compresi quelli in attesa di processo, erano 60.971, per oltre il 95% uomini. I condannati in via definitiva sono meno del 70% del totale, quasi 2 mila di questi condannati all’ergastolo. Rispetto al totale, i detenuti non italiani erano 19.841.

La disponibilità complessiva di “posti” è ampiamente esaurita, in quanto il numero totale di detenuti che si sarebbe in grado di “ospitare” è di 50.692. In pratica, fatta 100 la disponibilità di spazi, in Italia siamo al 120,3%. I lavoratori impiegati dal sistema carcerario che lavorano dentro gli istituti di detenzione sono 38.831, di cui 34.815 come personale di custodia. Vuol dire che per ogni “guardia” ci sono un paio di “prigionieri”. Mediamente lo Stato Italiano spende 131 euro al giorno per singolo detenuto.

Guardando al “turnover” nel 2019 i “nuovi entrati” erano stati 46.201 e 49.380 le “uscite”. Le evasioni sono state 139. Nel 2019 sono morte in carcere 145 persone di cui 53 per suicidio.n

Venendo a Ravenna, l’ultimo tentativo di suicidio risale al mese di febbraio. Ne erano stati tentati 3 lo scorso anno, di cui uno riuscito. 8 i casi di autolesionismo. I detenuti, tutti uomini, in totale al 31 marzo scorso erano 72 (solo un mese prima 80) di cui 39 non italiani (46 in febbraio). Anche se c’è stato un notevole miglioramento delle condizioni rispetto a qualche anno fa (quando si arrivò allo scandalo di 180 detenuti!) si sta eccedendo non poco la capacità complessiva che arriverebbe a 55 “posti”. In pratica il tasso di sovraffollamento è del 140%. Che in piena pandemia non può essere certo essere considerato accettabile. Tuttavia l’Amministrazione cittadina non appare prestare alcuna attenzione al problema.

[nell’immagine: l’ingresso al carcere di Ravenna]

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