Non crediamo che sia compito delle sole istituzioni sanitarie tirarci fuori nel miglior modo possibile dalla crisi in cui siamo sprofondati. Sono le istituzioni della democrazia rappresentativa a dover operare le scelte politiche necessarie perché il diritto costituzionalmente garantito della salute di ognuno di noi non pregiudichi indiscriminatamente gli altri diritti pure costituzionalmente riconosciuti. Ciò nei limiti in cui l’esercizio di questi ultimi, a loro volta, non risulti incompatibile con la possibilità stessa di garantire il diritto alla salute, ovviamente. Le ultime vicende, però, danno l’impressione di una sempre maggiore strumentalizzazione a fini di propaganda politica di decisioni ed esternazioni da parte delle stesse istituzioni rappresentative.
Ci troviamo così di fronte alla scelta politica di differenziarsi ad ogni costo rivendicata dal Sindaco di un Comune romagnolo di fronte alla richiesta delle istituzioni sanitarie di una gestione unitaria dell’intero areale romagnolo. Così la direzione sanitaria dell’AUSL Romagna: «La variante inglese fino a tre settimane fa interessava il 13% dei casi: adesso siamo arrivati a oltre il 50% in Romagna e in alcuni contesti, come nei 4 comuni ravennati già in zona arancione scuro e nei Comuni a sud di Rimini, abbiamo punte fino all’80%. Questa variante colpisce di più i giovani e si diffonde molto più rapidamente. La variante inglese non conosce confini, per questo noi avevamo proposto che fosse tutta la Romagna ad assumere questo provvedimento. Dobbiamo guardare come le cose si possono muovere, altrimenti di volta in volta qualcuno sta aperto e qualcuno sta chiuso e chi sta aperto determinerà nuove chiusure».
E che la differenziazione messa in atto dal Sindaco di Forlì sia stata mossa di propaganda politica è stato immediatamente ribadito dal responsabile romagnolo della Lega: «Appoggio totalmente il sindaco di Forlì Gian Luca Zattini che si è opposto alla decisione di Stefano Bonaccini di inasprire le misure ‘chiusuriste’ inventandosi l’area arancione scuro. Un escamotage per lanciare un ulteriore messaggio negativo alla popolazione senza pagare dazio».
Solo poche ore prima di assumere l’ordinanza che stabilisce una “zona arancione scuro” per tutti i comuni tranne Forlì (che appunto si è smarcato), del resto, era stato proprio il Presidente della Regione a fare la sua mossa propagandistica. «La proposta di Matteo Salvini sui ristoranti aperti anche a cena “è ragionevole”» aveva detto. E subito l’assessore regionale, già assessore della giunta ravennate, Corsini aveva rilanciato: «Potremmo rivedere i protocolli di sicurezza condivisi nei mesi scorsi e renderli più stringenti, proprio perché garantire condizioni di massima sicurezza resta la priorità, e prevedere aperture serali, non solo a mezzogiorno, nella ristorazione, lezioni e attività individuali in palestre e piscine». Eppure il quadro d’insieme era noto a entrambi se solo poche ore dopo si è stati costretti a “chiudere” invece che “aprire”.
Qualche tempo fa il Sindaco de Pascale aveva proposto una sorta di patto tra le forze politiche: «confrontarsi su tutti i temi della città e lasciare fuori dalle elezioni l’emergenza». Da parte nostra gli avevamo risposto che eravamo d’accordo nel non strumentalizzare l’emergenza. D’altra parte in queste ore divampa la polemica proprio sui temi dell’emergenza tra le forze della sua stessa maggioranza (Partito Repubblicano e Articolo Uno e Sinistra per Ravenna).
Come Ravenna in Comune non possiamo che biasimare la propaganda politica che strumentalizza le sofferenze della nostra comunità, pur rivendicando un diritto di critica e proposta politica. In relazione alla proposta di de Pascale, il nostro capogruppo Massimo Manzoli ebbe a dire: «Ci sono temi estremamente delicati. Naturalmente sono d’accordo nel non strumentalizzare l’emergenza sanitaria ancora in corso. È, però, evidente che da sempre solleviamo questioni legate agli scarsi investimenti in sanità pubblica, mal funzionamento delle “case della salute” ancora non a pieno regime, alle carenze strutturali di gran parte dei settori in Ausl Romagna. Sono tutti temi su cui continueremo a discutere, criticare, e proporre perché sono problemi esistenti (già sollevati in tempi non sospetti) che l’emergenza sanitaria ha semplicemente posto all’evidenza pubblica in maniera più netta. Detto questo, naturalmente, se il documento avrà il tenore di quanto specificato sopra, potremo condividerlo». Non ci sono motivi ad oggi per cambiare opinione.
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Morrone (Lega): bene il rifiuto di Zattini a Forlì, Bonaccini s’inventa la Romagna arancione scuro ma ha fallito
Fonte: RavennaNotizie del 28 febbraio 2021
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Il Ministro Speranza e le misure anti-Covid fanno litigare Eugenio Fusignani, Articolo Uno e Sinistra per Ravenna
Fonte: RavennaNotizie del 28 febbraio 2021
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Ristoranti aperti di sera, gli chef: “Bravo Bonaccini”
Fonte: La Repubblica del 25 febbraio 2021
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Tutto il ravennate in zona ‘arancione scuro’ per 15 giorni: la nuova ordinanza