Oggi siamo costrette e costretti a ricordare che è passato un anno da quando Patrick Zaki, studente e cittadino onorario di Bologna, egiziano di nascita, è in carcere. Il mese scorso scrivevamo: «La più grande gioia sarà se riusciremo a non celebrarne l’anniversario». Invece siamo ancora qui.
L’Egitto è sottoposto a una dittatura con cui l’Italia fa affari. Ravenna ha più volte avuto come ospite d’onore il Ministro del Petrolio egiziano all’OMC. Gli affari, l’economia, i soldi, non possono comprare la soppressione dei diritti basilari. Eppure così accade. Con Patrick ma anche con il diritto di Giulio Regeni di veder riconosciuta la verità riguardo alla sua atroce uccisione in Egitto.
I genitori dello studente egiziano hanno chiesto all’Italia la concessione della cittadinanza al figlio. Convinti che oltre a gesti simbolici servano anche atti concreti per interrompere i flussi economici verso la dittatura egiziana, nei prossimi giorni depositeremo un atto per impegnare Sindaco e istituzioni ravennati a non recarsi al prossimo OMC se saranno invitati membri del governo egiziano come è stato fatto nelle edizioni passate.
[nell’immagine: la locandina dell’evento (su disegno di Gianluca Costantini) in streaming in programma l’8 febbraio e promosso da Amnesty International Italia, MEI – Meeting delle Etichette Indipendenti e Voci per la libertà. Da mezzogiorno a mezzanotte, dodici ore di musica per “Voci X Patrick – Maratona musicale per chiedere la liberazione di Patrick Zaki” a questo link: QUI ]
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