La pandemia ha colpito duro la scuola. Leggiamo tutti i giorni di cosa ha significato, nella prima fase, per tutti gli studenti (e gli insegnanti e il resto del mondo scolastico naturalmente) e, nella seconda, per gli studenti dalle medie superiori in avanti. Ci si sofferma poco, però, sulle difficoltà affrontate nello studeio universitario. Ravenna, nel tempo, ha visto crescere le occasioni di studio universitario, diventando stabile sede di molti corsi dell’Università di Bologna. Di conseguenza tante e tanti giovani, ravennati e fuori sede, seguono percorsi di studio che sono stati stravolti dall’emergenza pandemica.
Per ricordare che le cose non stanno andando bene, nonostante la continuità assicurata alla didattica dalle lezioni a distanza, è stata inviata dal mondo studentesco una richiesta a chi “governa” l’Università Bolognese. La riproduciamo integralmente di seguito a questo articolo. Per ragioni comprensibili ma, comunque, ben illustrate (dalle limitazioni ai servizi bibliotecari all’annullamento dei tirocini formativi, ecc) un migliaio di firme domandano la proroga dell’anno accademico fino ad includere le sessioni di laurea di giugno.
Il Ministro ha dato la propria disponibilità: «se ci sarà una richiesta da parte della conferenza dei Rettori di operare una proroga, questo sicuramente sarà in attenzione del ministero e provvederemo di conseguenza».
Ravenna in Comune è solidale con il mondo studentesco universitario di Ravenna. Chiediamo al Sindaco Michele de Pascale e all’Assessora competente, Ouidad Bakkali, di unirsi alla richiesta nei confronti di Francesco Ubertini, Rettore dell’Università di Bologna perché, a sua volta, si attivi nei confronti degli altri rettori come indicato dal Ministro. Che abbiano residenza a o meno sono tutte nostre studentesse e tutti nostri studenti.
#MassimoManzoli #RavennainComune #Ravenna #università #NONCÈLAUREASENZAPROROGA
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Magnifico Rettore,
Ci rivolgiamo a lei in questa fase di difficoltà e incertezze per tutta la popolazione, per portare alla sua attenzione quelle che la comunità studentesca dell’Università di Bologna ha vissuto e sta tuttora vivendo.
La pandemia che stiamo attraversando si è abbattuta inaspettatamente su tutta la società, e con essa sul mondo dell’università, gettandoci in una crisi sanitaria, economica ma anche sociale. Grazie agli sforzi di docenti, assistenti e personale tecnico e amministrativo i nostri percorsi di studio non sono stati interrotti e la didattica è proseguita con i mezzi disponibili.
Nonostante ciò, è impossibile ignorare le difficoltà e gli impedimenti incontrati da noi studenti e studentesse in questa fase, e che hanno inevitabilmente rallentato e ostacolato il nostro percorso accademico.
Siamo gli studenti e le studentesse che non hanno avuto accesso alle aule studio e ai servizi bibliotecari, e quindi ai testi indispensabili per i nostri studi, e che hanno potuto tornare a consultarli solo in tempi recenti e comunque con difficoltà.
Siamo gli studenti e le studentesse che hanno visto i propri tirocini formativi annullati per limitare il contagio, o posticipati di interi semestri.
Siamo gli studenti e le studentesse delle facoltà umanistiche e sociali, e per cui i testi di studio hanno costi proibitivi, che con la chiusura delle biblioteche e il blocco dei prestiti non hanno potuto evitare un rallentamento del proprio percorso, in particolare nella scrittura delle tesi di laurea.
Siamo gli studenti e le studentesse di facoltà tecniche, sanitarie e scientifiche, che hanno dovuto scegliere se rinunciare alla possibilità di una tesi sperimentale (penalizzando il nostro curriculm e precludendoci il momento forse più importante e formativo del nostro percorso di studi) o posticiparne la realizzazione, rallentando drasticamente i nostri tempi di laurea (dal momento che molti percorsi di tesi sperimentale durano oltre sei mesi, finanche un anno).
Siamo, infine, esseri umani, e come tutto il resto dell’umanità abbiamo vissuto e stiamo vivendo un momento gravissimo di crisi globale, che ha messo molte delle nostre famiglie in difficoltà economica, che ha portato via persone a noi care, e che ha generato uno stato di incertezza e precarietà i cui effetti ricadranno per anni sul nostro benessere mentale.
Per questo riteniamo necessaria una proroga dell’anno accademico fino ad includere le sessioni di laurea di giugno, per permettere a tutte e tutti noi di recuperare e concludere il nostro percorso all’interno dell’università, senza dover ricevere le ulteriori ricadute economiche di una crisi che abbiamo già subito.
Ci rivolgiamo a lei perché possa portare all’attenzione della Conferenza dei Rettori Universitari Italiani, al Ministero e a tutti gli organi competenti le nostre storie, così simili a quelle delle studentesse e degli studenti del resto del Paese, e per portare avanti una misura che con una piccola proroga può aiutare migliaia di studentesse e studenti in tutta Italia e nel nostro Ateneo.
#NONCÈLAUREASENZAPROROGA