Nella storia delle città, “mura” e “porte” sono sempre contemplate tra i principali beni comunali in relazione ai quali vigono importanti obblighi di manutenzione. Si tratta infatti dei beni tradizionalmente posti sotto la tutela e cura di chi regge la città: sindaci, podestà, legati pontifici, ecc. Le mura di Ravenna sono state realizzate per la difesa della città, sia dai nemici che dalle piene dei fiumi, e hanno mantenuto sino agli inizi del secolo scorso una funzione correlata alla cinta daziaria. Quel che rimane delle mura, nelle città in cui si è più sensibili alla conservazione degli elementi di identità storico-culturale e in un’ottica di fruizione per cittadini e turisti, è sottoposto a continua manutenzione. A Ravenna il concetto stesso di manutenzione è ostico da far intendere a chi l’amministra. Le manutenzioni hanno il difetto di non fare notizia e di costare risorse economiche: meglio dunque, deve pensare l’Amministratore interessato solo a farsi pubblicità, legare la notizia della spesa a qualcosa che tramandi il proprio “glorioso” nome. Un nuovo stadio sarebbe l’ideale, ma anche un nuovo palazzetto dello sport serve alla bisogna. Titoli di giornali, interviste, serve pure chi ne parli contro, purché si continui a parlarne…
La manutenzione dei parchi e giardini o delle mura, invece, alla propaganda non serve. E se ogni tanto al verde bisogna pur destinare qualche attenzione, i percorsi attorno alle mura si possono più facilmente chiudere, tratto dopo tratto, impunemente e a costo zero. Come è successo a Ravenna, appunto. La fotografia illustra “l’accesso”, più propriamente il divieto di accesso, del tratto prossimo a Porta Serrata (Porta Cybo). È solo un esempio.
All’attuale Amministrazione proponiamo “il gioco” del rispetto delle regole che la stessa Amministrazione ha appena approvato… per gli altri. Il Regolamento contro la povertà, altrimenti chiamato di Polizia Urbana, indica all’articolo 7 che “Fatte salve le norme del codice penale ovvero previste da leggi e regolamenti in materia, i proprietari, ovvero i detentori a qualsiasi titolo con doveri di custodia, hanno l’obbligo di mantenere in condizioni decorose gli edifici, i fabbricati, come pure terreni, parchi e giardini privati”. Allora Sindaco vogliamo dare il buon esempio?
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