La posizione di Ravenna in Comune sui daini nella pineta di Classe è nota anche perché la ripetiamo sin dalla nostra costituzione come lista. Vogliamo che la comunità di daini della pineta sia tutelata. Pretendiamo che ogni amministrazione, dalla Regione alla Provincia ecc., non si nasconda dietro il fatto che è solo parzialmente competente ma eserciti fino in fondo i propri compiti in collaborazione con le altre. Il risultato sarebbe quello di ottenere una pineta e i suoi confini manutenuti a dovere, con recinzioni, dissuasori e ogni presidio utile ad evitare il contatto tra animali e i veicoli in transito sulle strade adiacenti il perimetro.
Facciamo pertanto nostra, condividendola integralmente, la posizione espressa dalle associazioni animaliste in un bell’articolo apparso oggi su Il Corriere di Romagna che riportiamo integralmente. Ci piace pensare che gestire il territorio in modo da consentire di viverlo anche a chi non guida la macchina e non cammina su due zampe sia migliore per tutte e tutti. Di esperienze in giro ce ne sono tante. Basta solo guardarsi attorno.
[L’esempio di un attraversamento autostradale per animali, particolarmente bello, illustrato nella foto, è nei Paesi Bassi, A2 Eindhoven-De Heun, ma ce ne sono tanti anche di italiani. Solo in Emilia-Romagna si fa fatica a trovarne. Forse perché da noi si sostiene la tesi che l’unica relazione possibile è quella tra cacciatori e selvaggina…]
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«Dissuasori in strada per la sicurezza»
Le associazioni animaliste chiedono nuove misure per limitare l’attraversamento stradale dei daini
Daini della Pineta di Classe, le associazioni animaliste chiedono dissuasori e sensori per disincentivare l’attraversamento degli animali. La tutela degli ungulati torna al centro dell’attività di 8 associazioni animaliste firmatarie (Animal Liberation, Arca di Noè Piacenza, Clama Ravenna, Cruelty Free, Italia Nostra sezione Ravenna, Lega del Cane, Leidaa Modena e Veg & Joy Piacenza) che si rivolgono all’amministrazione regionale in seguito ad un incidente stradale, avvenuto due giorni prima di Natale, nei pressi del Campo sportivo di Fosso Ghiaia in cui un Daino è stato investito da una macchina. «Come riportato in una recente relazione dell’Associazione Clama – spiegano le volontarie della stessa Onlus – questa è una zona sprovvista di dissuasori, costeggiata solo a tratti da reti leggerissime ed in cattivo stato. Appaiono, quindi, del tutto evidenti le mancanze degli Enti preposti per quanto riguarda la messa in sicurezza del tratto stradale. Peraltro, nel mese di novembre, la sentenza di risarcimento danni per auto danneggiata in seguito ad investimento di un daino nel 2018, imputa alla Regione il 50% della responsabilità, per non avere mai provato ad attuare attività volte al controllo di fauna selvatica tramite, “a titolo meramente semplificativo, reti o barriere contenitive efficaci”».
Gli animalisti invitano a non «sottovalutare il pericolo che comporta per gli automobilisti l’attraversamento di un qualsiasi animale di una strada che costeggia un Parco naturale, tuttavia – specificano – Quest’ultimo dovrebbe essere tutelato e valorizzato, ponendo in atto al contempo tutte le misure di sicurezza per gli automobilisti».
Le loro richieste sono dunque nette: «Visto che, dati alla mano, la maggior parte degli incidenti avviene in rettilineo per mancata osservanza del codice stradale e che non sono stati attuati i metodi ecologici atti ad evitare gli attraversamenti di animali, in primis dissuasori e sensori. Dal momento che uccisioni e spostamenti non risolverebbero affatto il problema, che pure con dati molto bassi, deve essere prevenuto con efficacia, vogliamo sperare che le parole dello stesso assessore Corsini siano di auspicio per una svolta finalmente etica ed efficace per i daini di Classe ovvero che l’assessorato si renda disponibile a partecipare a tavoli di confronto con gli enti gestori delle strade e gli altri Assessorati regionali competenti per materia, al fine di definire linee guida ed eventualmente attivare sperimentazioni mirate, con particolare riferimento alle arterie più critiche poste in attraversamento di aree parco o siti protetti».
Raffaella Tassinari
Fonte: Il Corriere di Romagna del 6 gennaio 2021