Riportiamo di seguito una delle tante testimonianze del momento difficile che stanno affrontando pazienti e operatori (medici e non) del nostro Pronto Soccorso. Riportiamo anche, per doverosa completezza, le scuse del Sindaco rivolte non allo specifico caso ma comunque determinate dalla comprensione della generale situazione di difficoltà. Come Ravenna in Comune comprendiamo la difficoltà e invitiamo, per quanto possibile, la cittadinanza a seguire l’appello lanciato dal Sindaco a non gravare sul Pronto Soccorso per esigenze che, appunto, non sono di “pronto soccorso”. Ci permettiamo però, con l’occasione, di ricordare al Sindaco e al Presidente della Regione che non si può pretendere di decantare l’Auslona come capace di fornire il servizio sanitario migliore d’Italia o giù di lì (come malauguratamente fatto ancora pochi mesi prima dello scoppio della pandemia) e poi pensare di schivare le critiche quando il sistema va in crisi.
Perché se alcune prestazioni richieste al Pronto Soccorso non sono da “pronto soccorso” lo si deve al fatto che, troppo spesso, mancano le alternative ordinarie. Quando prestazioni che il sistema considera non prioritarie vengono programmate a dodici mesi e passa, il cittadino o la cittadina che non può ricorrere alla sanità privata merita comunque una risposta oppure no?
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LA TESTIMONIANZA (UNA DELLE TANTE, PURTROPPO)
Non è vero.
Non è vero che la situazione al Pronto Soccorso di Ravenna è sotto controllo.
Un mio amico è là, da ieri pomeriggio. Fra gli “sporchi” perché è covid positivo e sta male.
È nello stanzone degli “sporchi” e sono 38 (trentotto) lì dentro, tutti attaccati sulle barelle e in attesa di ricovero.
Una signora, sempre fra di loro, stanotte è stata male, non era cosciente, ha fatto la cacca che è colata giù dalla barella, tutta per terra.
Gli altri, intorno a lei, hanno chiamato l’aiuto che è arrivato subito e che ha pulito tutto, in mezzo a tutti.
Il mio amico è stato lavato stamattina. In mezzo a 38 persone.
Sai Fra, mi hanno lavato il pisello all’aria stamattina, in mezzo ad altre 38 persone, non me lo sono mai fatto lavare così prima, mi ha detto.
Abbiamo riso al telefono. C’è poco da ridere.
Non c’è molto altro da fare.
Il mio amico stamattina ha sentito un medico dire, al cambio turno, che oltre a loro 38, contando anche i “puliti” fuori (cioè quelli non covid), si arrivava a 50 da dover ricoverare. Ed era solamente stamattina.
I medici del Pronto Soccorso sono bravissimi. Ma sono pochi e fanno fatica a coprire i turni.
Gli infermieri e le infermiere sono bravissimi e bravissime. Ma sono pochi, pochi.
Manca lo spazio per la dignità umana.
Il sistema Pronto Soccorso di Ravenna, così, non ce la fa più.
Ho provato a telefonare a tutti i giornali di Ravenna dopo aver parlato con il mio amico.
Non ho trovato nessuno.
Adesso lo scrivo qui allora.
Perché io, questa roba qua, la vorrei sapere.
Perché questa roba qua, in un Paese civile, non deve esistere.
[dal profilo Facebook di Francesca Massaroli]
LE SCUSE DEL SINDACO (HA FATTO BENE A FARLE, MA NON BASTANO COME SA BENE)
Da anni il pronto soccorso di Ravenna vive forti criticità che in questi giorni sono diventate gravissime, per la forte incidenza di pazienti Covid-19. Per questo mi sento di scusarmi a nome di tutti, con i tanti cittadini e cittadine ravennati che stanno vivendo pesanti disservizi.
I medici e gli operatori sanitari stanno facendo veri e propri miracoli, dopo un anno di sacrifici enormi, fronteggiando uno sforzo di risposta smisurato e senza paragoni.
So che oggi il direttore generale Carradori è stato in Pronto soccorso a Ravenna per fornire nuove direttive, e che, oltre agli ulteriori spazi già messi a disposizione, a breve ne saranno aggiunti anche altri. Con la direzione c’è sintonia e so che ha ben chiaro che questa è una priorità assoluta, ma mi sento di esortare tutta la dirigenza dell’Azienda Usl della Romagna a mettere in campo ulteriori soluzioni a brevissimo termine, oltre a programmare le soluzioni strutturali a cui so si sta lavorando. Vanno anche messi celermente a disposizione ulteriori posti letto in area internistica al fine di poter ricoverare chi lo necessita.
Mi sento però anche in dovere di rinnovare un appello, forse impopolare, ma sincero al senso di responsabilità di ciascuno e ciascuna di noi: in questo momento così difficile rivolgiamoci al pronto soccorso solo laddove realmente necessario, per tutto ciò che non è prestazione da pronto soccorso utilizziamo invece i canali corretti attraverso il proprio medico di medicina generale, la continuità assistenziale, la rete delle case della salute dove presenti sul territorio, e le prenotazioni tramite cup.
Sappiamo tutti che una parte degli accessi in PS è improprio e, oltre a ingolfare il sistema, questo mette anche a rischio ingiustificato chi vi si rivolge. Sarebbe un comportamento da tenere sempre, ma che in questi giorni difficili può davvero fare la differenza per la nostra comunità e per la salute di chi ha veramente bisogno di cure urgenti.
[dal profilo Facebook di Michele de Pascale Sindaco]