FORESE DIMENTICATO: SAN MICHELE

Riprendiamo l’esame delle problematiche che emergono nei nostri foresi, i cui abitanti spesso si considerano abbandonati dall’Amministrazione, pubblicando una lettera di denuncia proveniente da San Michele. 

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San Michele terra di frontiera

Nei limiti della mia memoria S. Michele concorreva alla pari, o quasi, con i paesi vicini, come Villanova e Piangipane, in termini di popolazione e servizi. I paesi limitrofi sono andati incontro ad un forte sviluppo, mentre San Michele si è inaridito, ha perso la scuola elementare e quel poco di sviluppo edilizio che c’è stato, ha creato soltanto un agglomerato di abitazioni adibite a dormitorio; anche le coppie giovani che hanno investito in queste case lamentano la mancanza di servizi, e spostano la loro vita giornaliera sul centro della città e località limitrofe. I motivi sono certamente vari, ma nel tempo è emerso sempre più evidente il suo isolamento.

La struttura delle strade, l’aumento del traffico in numero e dimensioni degli automezzi insieme a una maggiore richiesta di sicurezza, ha spezzato il collegamento con Ravenna e fra i vari nuclei abitativi della frazione. Attualmente è possibile spostarsi con una certa sicurezza solo per chi usa automezzi. Ciclisti e pedoni, particolarmente importanti per minori e anziani, non possono uscire dalle loro isole in sicurezza. Stiamo parlando della via Faentina, via storica e accesso “buono” alla città capoluogo.

Oggi la Faentina, nel territorio comunale di Ravenna, è in una situazione vergognosa. Si vergogna a ovest di S. Michele quando incontra l’ampia ciclabile che il comune di Russi ha costruito fino a ridosso del confine comunale. Si vergogna a est verso Ravenna per la strozzatura pericolosa che non lascia spazio a pedoni e ciclisti; si vergogna dell’incrocio a raso con l’uscita dell’autostrada che ha visto tanti incidenti anche mortali; si vergogna verso gli abitanti e commercianti del tratto fra S. Michele e Fornace Zarattini per non permettergli di uscire in strada con la dovuta sicurezza. Si vergogna di non essere più una strada per tutti.

Lettera firmata

Fonte: Il Corriere di Romagna del 7 novembre 2020 

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